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Valerio Palmieri per "Chi"
Sono passati circa dodici anni dalla sua ultima foto ufficiale. E, in questi giorni, dopo oltre quattro mesi agli arresti domiciliari, è introvabile. L'ha scovato "Chi" nel suo buen retiro all'Argentario. Definito dai giornali faccendiere, lobbista, uomo più potente d'Italia, Luigi Bisignani per molti era un perfetto sconosciuto fino alla scorsa estate. Come i veri potenti. Oggi, a giudicare da queste foto, è soltanto un uomo dall'aria provata che si concede l'ultimo giro in barca della stagione con la moglie Francesca e la figlia Lucrezia.
Il nome di Bisignani è emerso a metà giugno quando, nell'ambito dell'inchiesta sulla P4 condotta dai pubblici ministeri della Procura di Napoli Francesco Curcio e Henry John Woodcock, fu accusato di favoreggiamento e rivelazione di segreto d'ufficio. Da qualche giorno l'imprenditore, che aveva chiesto il patteggiamento, è tornato libero e ha potuto lasciare la sua residenza romana nel quartiere Trionfale.
Nascosto in un camioncino per trasporti speciali, mentre fotografi e troupe assediavano l'abitazione, Bisignani ha preso il largo su una barca poco vistosa seguendo un profilo più che defilato: cucina, lava i piatti, sta al timone e imbocca perfino amorevolmente la figlia poco più che ventenne, diplomata all'istituto St. Clare's di Oxford, giramondo e con la passione per la recitazione.
Ma chi è quest'uomo che si muove, come si dice nell'ambiente, "a fari spenti", ma che è conosciuto da tutti? Luigi Bisignani nasce a Milano 58 anni fa. Dopo la laurea in economia si trasferisce a Roma, dove, a fine Anni 70, inizia a occuparsi di politica come ufficio stampa e, poi, come corrispondente dell'Ansa.
Nel giro di pochi anni allarga la sua rete di contatti. Si dice sia il mentore di Daniela Santanchè, ma nel suo studio di piazza Mignanelli passa mezzo arco costituzionale. Dalle intercettazioni dell'inchiesta che lo coinvolge emergono contatti fra Bisignani e Gianni Letta (che lo definisce "il più conosciuto che io conosca, è amico di tutti"), Stefania Prestigiacomo, Mauro Masi, Mariastella Gelmini, Michaela Biancofiore, Italo Bocchino.
«La mia storia parte da lontano ed è una storia fatta di relazioni», dice Bisignani lo scorso 3 marzo ai pm di Napoli. «Mio padre era un dirigente della Pirelli che è morto quando avevo 16 anni. Lasciandomi, appunto, molte relazioni». Nel 1981 è lui stesso a rivelare all'Ansa il ritrovamento degli elenchi della P2 e, nonostante vi compaia anche il suo nome, nega l'appartenenza a qualunque loggia; nel 1993 viene coinvolto nell'inchiesta Enimont (si occupava di comunicazione per il gruppo Ferruzzi).
Nel suo curriculum ci sono anche due libri, genere spy story, dal titolo Il sigillo della porpora (1989) e Nostra signora del Kgb (1992), che ebbero recensioni illustri come quella di Giulio Andreotti e gli valsero il soprannome di nuovo Ken Follett. Se non fosse che, poi, la realtà ha superato la fantasia.
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