DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E…
Lorenzo Salvia per il “Corriere della Sera”
chicco testa veltroni e bettini
«Se ci sono rimasto male? Ma no, sono pur sempre un componente del Ssiap». Ssiap, e che cos’è? «Un gruppo su Facebook, con più di 8 mila iscritti. La sigla sta per Sono stato iscritto al partito comunista. E la cosa più bella è il motto: non rinnego e non rimpiango. Una frase di Miriam Mafai».
Proseguendo la traiettoria ideale che da fondatore di Legambiente l’ha portato a managing director di Rotschild Italia, passando per un seggio da deputato del Pci poi Pds e tanto altro ancora, Chicco Testa è appena sceso dalla grande ruota del totoministri. Per qualche giorno il suo nome è stato in cima alla lista come successore di Federica Guidi. Poi, domenica sera, Matteo Renzi ha detto in tv che il nuovo responsabile dello Sviluppo economico sarà un altro, Carlo Calenda.
Lei come l’ha saputo?
«Anche io dalla televisione. Di solito Fazio non lo guardo ma l’altra sera ero stanco, ho messo sulla Rai e c’era Renzi che parlava. Ho poggiato il telecomando e sono rimasto ad ascoltare. Calenda è davvero un’ottima scelta. Ho fatto subito un tweet per congratularmi.
Va bene il fair play ma un po’ di delusione proprio no?
«Lo so, penserete che ero lì tutto gasato, che figata, adesso divento ministro della Repubblica! E invece no, l’ho detto subito a Matteo, quando mi ha cercato: non sono la scelta migliore».
E perché?
«Prima di tutto per un motivo egoistico. Ho una vita felice con tanti impegni che avrei dovuto lasciare. Mi sarebbe dispiaciuto, specie per la Telit, azienda creata con un gruppo di amici che lavora nell’internet delle cose. Facciamo moduli che permettono agli oggetti di comunicare fra loro. Il futuro».
Ci avrebbe rimesso un sacco di soldi, insomma.
«Sicuro, e non mi vergogno a dirlo. Ma dietro la mia resistenza c’è anche un motivo politico»
E quale sarebbe?
«Ho 64 anni. La classe dirigente di questo Paese va rinnovata, ci vogliono persone che hanno energie da spendere e anni da vivere».
Non c’entrano i tanti incarichi che ha avuto nella sua vita professionale? Molti dicevano che con lei al governo ci sarebbe stato un lobbista al ministero. Non il massimo dopo quello che è successo con l’inchiesta di Potenza.
«Una stupidaggine. Mi sarei immediatamente dimesso da tutti i miei incarichi e avrei agito nell’esclusivo interesse dello Stato italiano, come tutti dovrebbero fare. Punto».
Chicco Testa Sergio Zeuli Francesca Immacolata Chaouqui
Magari è stata colpa del canone Rai. Da presidente di Assoelettrica, l’associazione fra le imprese del settore, aveva criticato la mossa del governo di metterlo nella bolletta della luce.
«E che c’entra? Io sono rispettoso delle leggi della Repubblica. Il che non impedisce di commentarle».
Francesca Immacolata Chaouqui testimone
Ma se era così contrario perché il suo nome è rimasto in ballo per tanti giorni?
«Perché Matteo ha insistito parecchio. E perché io appartengo alla vecchia scuola Pci: quando il Paese chiama, non puoi dire di no».
Di mezzo c’è stata anche l’intervista che la sua compagna, Annalisa Chirico, ha scritto qualche giorno fa sul Foglio. Quella al componente del Csm Piergiorgio Morosini, che ha smentito, con il titolone «Renzi va fermato». L’ha danneggiata, quella storia? Oppure poteva favorirla?
«Non c’entra nulla. Io e Annalisa abbiamo due attività professionali completamente separate. Ma certo, ci sono stati giorni da tritacarne, mi hanno tirato addosso di tutto. Anni fa mi sarei incavolato per certe cose. Ormai ho imparato a farmele scivolare addosso».
Quali certe cose?
«Ad esempio la mia presunta frequentazione con la Francesca Chaouqui, la pr dell’inchiesta in Vaticano. L’ho vista solo una volta in tutta la mia vita, ci siamo presentati e basta. Era sul palcoscenico del teatro Parioli, a Roma. Facevamo i processi alla storia, quelli ai grandi personaggi del passato».
E lei che parte faceva?
«Churchill. Mi ero preparato anche bene».
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