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SU CICCIO KIM L’ONU DA’ RAGIONE A TRUMP - NELLA BOZZA DI RISOLUZIONE CHE VERRA’ VOTATA LUNEDI’ C’E’ DI TUTTO: DALL’EMBARGO PETROLIFERO (PUTIN CONTRARIO) ALLA POSSIBILITA’ DI ISPEZIONARE IN ALTO MARE LE NAVI - BLOCCATI I CONTI ESTERI DEL CICCIONE - MOSCA CERCA UN’INTESA CON PYONGYANG: ''NON ARRIVEREMO ALLA GUERRA'' - SI SVEJA PURE LA MOGHERINI, CON QUALCHE MESE DI RITARDO:''FAREMO SANZIONI UE''

 

Paolo Mastrolilli per La Stampa

 

KIM JONG UN DONALD TRUMPKIM JONG UN DONALD TRUMP

Embargo petrolifero; ispezione in mare delle navi che arrivano e partono dalla Corea del Nord; blocco delle esportazioni di prodotti tessili e carbone; stop alla vendita di 42 materiali, equipaggiamenti e beni tecnologici; divieto di assumere i lavoratori locali; congelamento dei beni di Kim Jong Un e altri quattro leader del regime, più sette entità statali. Sono gli elementi centrali della risoluzione contro Pyongyang, che gli Stati Uniti hanno iniziato a far circolare tra i paesi alleati, con l' obiettivo di farla votare lunedì.

 

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Il testo, ottenuto da «La Stampa», è scritto sulla base del Chapter VII della Carta delle Nazioni Unite, che autorizza gli interventi militari. Così sembra destinato a scontrarsi col veto di Russia e Cina. Ieri infatti il presidente Putin ha detto di essere contrario all' embargo petrolifero, mentre il ministro degli Esteri Lavrov incontrava proprio i colleghi nordcoreani per tentare una mediazione. Anche il leader cinese Xi, durante una telefonata con Trump, lo ha avvertito che «persistiamo nella salvaguardia della pace e la stabilità nella penisola coreana, e nella risoluzione della questione attraverso il dialogo e le consultazioni. È necessario restare sul sentiero di una soluzione pacifica».

 

La risoluzione «condanna nei termini più forti il test nucleare condotto dalla DPRK il 2 settembre», e «riafferma la decisione che la Corea del Nord non dovrà più condurre alcun lancio che utilizzi la tecnologia missilistica balistica, test nucleari, o qualunque altra provocazione». Il paragrafo 3 aggiorna la designazione dei beni che non possono essere venduti a Pyongyang, cioè 42 voci che vanno dai magneti fino alle telecamere televisive.

 

kim jong unkim jong un

Per impedirne la consegna, il paragrafo 7 «autorizza tutti i Paesi membri ad interdire e ispezionare in alto mare i cargo designati dal Comitato sanzioni». Un annesso specifica i nomi delle 9 navi prese di mira, dalla Petrel 8 alla Jie Shun. Il paragrafo 11 «vieta le esportazioni nella DPRK di greggio, prodotti petroliferi condensati e raffinati, e gas naturale liquido». Quello successivo «proibisce le esportazioni tessili dalla Corea del Nord», compresi i tessuti non lavorati.

 

vista aerea pyongyangvista aerea pyongyang

Il paragrafo 13 blocca la vendita di carbone, ferro e derivati. In pratica uno stop a tutte le esportazioni di Pyongyang, che ammontano a circa 3 miliardi di dollari l' anno. Il punto seguente vieta di «assumere e pagare lavoratori nordcoreani, usati per generare ricavi dalle esportazioni straniere». La risoluzione, infatti, «esprime la preoccupazione che i cittadini del Paese lavorano frequentemente in altri stati allo scopo di generare con le loro rimesse i guadagni usati poi per finanziare i programmi nucleari e missilistici vietati». Schiavi, in sostanza, costretti ai lavori forzati all' estero per riempire le casse del regime.

 

sicurezza a pyongyangsicurezza a pyongyang

Sul piano finanziario, il paragrafo 15 «congela i beni di Kim Jong-un, del Partito dei lavoratori e del governo della DPRK». Un annesso specifica i nomi delle persone soggette alle sanzioni individuali. Oltre a Kim, ci sono il vice presidente della Commissione per gli affari di Stato Hwang Pyong So; il direttore della propaganda del Partito Kim Ki Nam: il suo vice Kim Yo Jong; e il membro della Commissione militare Pak Yong Sik.

 

La parte politica denuncia le sofferenze inflitte dal regime alla popolazione, «incluso un ampio numero di donne incinte e bambini sotto i 5 anni d' età, a rischio di malnutrizione». I paragrafi 25 e 26 contengono le uniche aperture, riaffermando l' importanza dei Six Party Talks con Cina, Giappone, Corea del Sud, Corea del Nord, Russia e Usa, finalizzati alla «verificabile denuclearizzazione della penisola», e ribadendo l' impegno per «una soluzione pacifica, diplomatica e politica».

parata militare a pyongyangparata militare a pyongyang

 

Putin, incontrando ieri il collega sudcoreano Moon, ha detto di essere contrario all' embargo petrolifero: «Senza gli strumenti politici e diplomatici, è impossibile fare progressi». Quindi si è proposto come mediatore, attraverso programmi di sviluppo per entrambi i Paesi, mentre Lavrov incontrava i nordcoreani. Xi ha spiegato a Trump che non considera l' embargo utile a risolvere la crisi.

DONALD  TRUMP  SERGEY LAVROVDONALD TRUMP SERGEY LAVROV

 

È irritato con Pyongyang e chiede la fine delle provocazioni, che sfidano la sua stessa leadership, ma non vuole la caduta del regime e l' esplosione di una crisi umanitaria. È probabile che Cina e Russia votino all' Onu per censurare Pyongyang, come hanno già fatto il 6 agosto, ma non a favore dell' embargo. A quel punto bisognerà vedere se Trump sarà soddisfatto, oppure giudicherà esauriti i tentativi diplomatici, puntando invece sulla soluzione militare.

 

COREA NORD: MOGHERINI, STUDIAMO SANZIONI AUTONOME UE

 (ANSA) - "Proporrò ai ministri degli esteri di lavorare nei prossimi giorni di studiare nuove autonome misure dell'Unione europea" contro la Corea del Nord che ora rappresenta "un nuovo livello di minaccia". Lo ha detto l'alto rappresentante per la politica estera europea. All'arrivo al consiglio informale dei ministri della difesa e degli esteri a Tallinn, Federica Mogherini, ha aggiunto che è necessario "rafforzare la pressione economica sulla Corea del Nord, sostenendo una nuova risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu e adottando misure economiche più dure".

 

putin trumpputin trump

 "La nostra linea è molto chiara su questo punto: maggiore pressione economica, più pressione diplomatica e unità con i nostri partner regionali e internazionali" perché, ha specificato, bisogna "evitare di entrare in una spirale di confronto militare che potrebbe essere estremamente pericoloso non soltanto per la regione, ma per il mondo intero".

 

COREA NORD:PUTIN,CERTO CHE NON SI ARRIVERÀ A CONFLITTO

 (ANSA) - "Come il mio collega della Corea del Sud, sono certo che non si arriverà a un conflitto su larga scala, soprattutto con le armi di distruzione di massa": lo ha detto Vladimir Putin parlando della situazione in Corea a una sessione plenaria dell'Eastern Economic Forum di Vladivostok. "Le parti in conflitto - ha affermato il presidente russo - avranno abbastanza buon senso e consapevolezza delle loro responsabilità verso i popoli delle regioni, e saremo in grado di risolvere la questione con i mezzi diplomatici".

 

PUTIN, NOTIAMO BUONA VOLONTÀ DI TRUMP

 (ANSA) - "Notiamo la volontà dell'attuale amministrazione americana di alleviare la tensione". Così il presidente russo Vladimir Putin alla riunione plenaria del Forum Economico di Vladivostok. Putin, ha aggiunto, si aspetta che "il buon senso" prevalga a Washington e che la crisi venga risolta "attraverso i negoziati, come nel 2005". Il leader del Cremlino ha inoltre esortato i partner asiatici a "continuare con gli investimenti nella regione" altrimenti la situazione "non può che peggiorare". Lo riporta la Tass.

DONALD TRUMP INCONTRA SHINZO ABEDONALD TRUMP INCONTRA SHINZO ABE

 

COREA NORD: PYONGYANG, FORTE REAZIONE A PRESSIONI USA

 (ANSA) - "Risponderemo ai barbarici tentativi di esercitare pressioni da parte degli Usa con le nostre forti contromisure": lo ha detto il ministro delle relazioni economiche esterne della Corea del Nord, Kim Yong-jae, all'Eastern Economic Forum di Vladivostok. Lo riporta la Tass.

 

COREA NORD: MOON E ABE, TAGLIO EXPORT PETROLIO

 (ANSA) - Il presidente sudcoreano Moon Jae-in e il premier giapponese Shinzo Abe hanno concordato di lavorare d'intesa per sollecitare "le più forti" sanzioni al Consiglio di Sicurezza dell'Onu contro la Corea del Nord, incluso il taglio dell'export di petrolio. E' il risultato dell'incontro avuto a Vladivostok, a margine del Forum economico orientale. "E' tempo di aumentare la pressione sul Nord piuttosto che ingaggiare il dialogo sotto le attuali condizioni", ha riferito il portavoce presidenziale Yoon Young-chan, nel resoconto della Yonhap.