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Paolo Becchi e Cesare Sacchetti per Libero Quotidiano
Mentre Hillary Clinton in un' intervista al New York Times, afferma di essere l' ultimo ostacolo prima dell' Apocalisse, vestita nei panni di Donald Trump, Wikileaks continua a diffondere le email dell' ex segretario di Stato. L' ultima, pubblicata dal sito di Assange, porta la data del 17 agosto 2014 ed è indirizzata all' attuale organizzatore della sua campagna elettorale, John Podesta.
Nell' email in questione Hilary fa un' analisi sull' espansione dell' Isis e riconosce che dietro questa organizzazione terroristica ci sono rispettivamente Qatar e Arabia, i quali «stanno fornendo supporto clandestino di tipo logistico e finanziario all' Isis e altri gruppi estremisti» nella zona tra l' Iraq e la Siria.
Sul supporto dei paesi del Golfo al terrorismo islamico si è largamente discusso in passato, e si ricorda in proposito la sorprendente dichiarazione dell' ex ministro degli Esteri saudita, il principe Saud al-Faisal nominato in questo ruolo nel lontano 1975 e rimasto in carica fino al aprile del 2015, che affermò che il «Daesh (Isis) è la nostra risposta per il supporto americano al Da' wa», il partito sciita iracheno alleato dell' Iran.
Questa dichiarazione testimoniò se non la prova diretta che l' Arabia Saudita è la vera finanziatrice dell' Isis, quantomeno la crescente tensione tra i due storici alleati, Usa e Arabia Saudita, in quello che negli ultimi anni è sembrato per la Casa Bianca un rapporto sempre più imbarazzante.
Successivamente erano stati pubblicati documenti declassificati della Cia, che sembravano invece attribuire al Pentagono un ruolo indiretto di supervisore nella creazione del Daesh, affidato allo storico alleato saudita, con lo scopo preciso di «destabilizzare la Siria e rovesciare Assad».
Quale delle due opzioni sia quella esatta, non cambia il fatto che Hillary Clinton nella sua conversazione privata con John Podesta non solo ammette il coinvolgimento dei due Paesi arabi nel finanziamento dell' Isis, ma riconosce la «necessità di usare le nostre risorse diplomatiche e di intelligence per mettere pressione ai governi del Qatar e dell' Arabia Saudita», tanto da suggerire in questo senso un appoggio al governo regionale del Kurdistan per controbilanciare l' influenza dei sauditi e dei qatarioti nell' intera zona.
obama e john kerry con sauditi
Il timore più grande per la Clinton è quello che i due Paesi «si troveranno nella condizione di ago della bilancia tra la loro competizione per dominare il mondo sunnita». A questo punto, in base alle stesse dichiarazioni della Clinton, appare quantomeno controverso il ruolo che gli Usa stanno giocando in Siria e in Medioriente.
Se da un lato dichiarano di voler combattere il terrorismo islamico, nei fatti mantengono saldi rapporti con i due principali Paesi del Golfo, l' Arabia Saudita in particolare che sta conducendo una guerra contro lo Yemen in completa violazione del diritto internazionale, e sulla quale i media italiani e internazionali continuano a tacere i devastanti effetti sulla popolazione civile.
La stessa Hillary appare in una posizione imbarazzante su questo versante, se si considera che per tutta la sua campagna elettorale ha rivolto le sue attenzioni più contro il ruolo della Russia in Siria, che contro gli estremisti islamici, e per giunta Arabia Saudita e Qatar hanno finanziato attivamente la sua campagna elettorale, versando rispettivamente 25 e 5 milioni di dollari alla Clinton Foundation.
Solamente i sauditi da soli, finanziano il 20% della campagna elettorale della candidata democratica. In un' altra email pubblicata recentemente da Wikileaks, Hillary sottolinea la necessità per un politico di avere un comportamento pubblico e uno privato.
il secondo confronto tv tra trump e hillary clinton 6
Almeno in questo la Clinton sembra perfettamente coerente: mentre in pubblico mantiene rapporti ufficiali con stati che finanziano il terrorismo e percepisce da questi cospicui fondi per la sua campagna, in privato riconosce la necessità di limitare la loro sfera di influenza attraverso il sostegno di «forze moderate» che fino ad ora in Siria non sembrano distinguibili molto da quelle del Daesh.
Forse l' Apocalisse in questa campagna elettorale deve ancora arrivare, e si trova dentro le prossime email della Clinton che Wikileaks ha annunciato di voler rivelare.
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