CODA DI PAGLIA - LA TEORICA DEL POSTFEMMINISMO CAMILLE PAGLIA SMONTA I MODELLI FEMMINILI DI SUCCESSO, KATY PERRY E TAYLOR SWIFT - “SIAMO TORNATI ALL’IMMAGINE DELLE RAGAZZINE TIMIDE E MODESTE DEI BORGHESISSIMI ANNI 50” - ED ESALTA LO STILE “BITCH” DELLE NERE RIHANNA E BEYONCÉ, EREDI DI JENNIFER LOPEZ, “ENTRATA NELLA STORIA PER QUELLA FOTO DOVE MOSTRAVA LE SUE ROTONDISSIME CHIAPPE DI LINGERIE AVVOLTE”...

Vai all'articolo precedente Vai all'articolo precedente
guarda la fotogallery

Angelo Aquaro per "la Repubblica"

Tremate tremate Katy Perry e Taylor Swift: contro di voi si scaglia la grande Camille Paglia. Oh yes, la teorica del postfemminismo è tornata e a 65 anni nel suo mirino finiscono ancora i miti dello showbusiness. Solo che verso le dive di oggi la sociologa non ha certo la stessa simpatia che ai tempi dimostrò verso Madonna. La signora Ciccone fu celebrata giusto vent'anni fa come il simbolo di provocazione & liberazione in quel testo fondamentale che fu Sex, Art and American Culture. Ma quale liberazione ci propongono invece le sue emule? Nessuna. Al contrario invece delle loro rivali nere: da Beyoncé a Rihanna.

Camille sfoglia la classifica delle donne più ricche di Forbes e riflette: «È sconcertante che la 22enne Taylor Swift guadagni 57 milioni e Katy Perry 45 milioni di dollari. Ma soprattutto: cosa può dirci l'ascesa e il trionfo di Swift e Perry sull'immagine attuale della donna nel mondo dello spettacolo?». Detto fatto: «Malgrado la distanza passata da quando, alla fine dei 60, irruppe la seconda ondata femminista, oggi siamo tornati all'immagine delle ragazzine timide e modeste dei borghesissimi anni 50».

Non è una critica: è una bomba. Che naturalmente divide subito l'America. Quei conservatori del New York Post, il tabloid di SuperRupert Murdoch, ne approfittano per dare addosso all'icona liberal, accusandola di cercare la provocazione per lanciare il suo libro appena uscito, Glittering Images.

Ma il dubbio è che a fare impallidire i conservatori sia il razzismo all'incontrario dell'analisi affidata al The Hollywood Reporter. Perché Katy & Taylor - paragonate nientemeno che «alla trinità delle tiranne bionde» degli anni 50, e cioè Doris Day, Debbie Reynolds e Sandra Dee - sono stese con il più classico dell'uno-due. Prima si smonta l'appeal di «questa generazione di ricche ragazze bianche»: e poi si esalta al contrario «l'autentico e bollente erotismo» delle loro rivali nere. A partire da Rihanna e Beyoncé: eredi di quella Jennifer Lopez «entrata nella storia» per «quella foto di Vanity Fair, 1988, dove mostrava maliziosamente all'obiettivo le sue rotondissime chiappe di lingerie avvolte».

Nero insomma sì che è sexy: tanto più se multiracial. «Con le sue radici multiculturali (padre delle Bahamas e madre creola di Lousiana) Beyoncé attinge alla profondità emozionale del gospel nero e all'insolenza spudorata dell'hip hop». Mentre Rihanna, «nata e cresciuta alle Barbados, ha un elemento di intensità erotica e una sensualità ispirata al sole e al mare dei Caraibi». Serve aggiungere altro? Forse no: Camille è grandissima e la sua prosa seducente (quasi) come le curve di JLo: ma il femminismo da cartolina non sarà un po' troppo?

 

Camille PagliaKATY PERRYRIHANNA SU TWITTERRIHANNA SULL AEREO MTV EUROPEAN AWARDS: TAYLOR SWIFT