NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON…
Gianluca Roselli per il “Fatto Quotidiano”
La sua è una nave da guerra perfettamente funzionante. Con il capitano al timone e gli ufficiali ai posti di combattimento. Parliamo di Denis Verdini, che questa settimana ha piazzato il colpaccio di entrare ufficialmente nella maggioranza di governo.
Ma chi sono i marinai più fidati dell' ex "Mister Wolf, risolvo problemi" di Forza Italia? Verdini ha portato con sé il metodo che usava nel partito berlusconiano: rapporti con tutti, grande ascolto delle persone, organizzazione capillare, nulla lasciato al caso. "Verdini era sprecato in Fi. E ora lo sta dimostrando…", dice sorridendo un suo fedelissimo.
Da Forza Italia l' ex banchiere si è portato in Ala (Alleanza liberalpopolare autonomie) la sua capo-segreteria Luciana Scalzi , ex consigliera regionale in Campania; Paolo Zonfrilli, l' uomo dei numeri, il mago di flussi e sondaggi; e il più bravo dell' ex ufficio stampa azzurro, Francesco Sciotto.
Sulla comunicazione a dare la linea è anche Luca D' Alessandro , deputato, ex capo ufficio stampa di Fi. È lui che a Montecitorio intrattiene i rapporti con i cronisti, spiega i motivi di questa o quella decisione, bacchetta con il sorriso per gli articoli troppo cattivi.
Poi ci sono i toscani, i fedelissimi di Denis, il suo "giglio magico": il pratese Riccardo Mazzoni, l' ex sindaca di Castiglion della Pescaia Monica Faenzi e il fiorentino Massimo Parisi, segretario del partito e autore del recente libro Il patto del Nazareno (Rubettino), presentato in pompa magna al Tempio di Adriano: è il vero braccio destro di Verdini, il suo Luca Lotti.
Poi ci sono gli altri. Saverio Romano , palermitano, ex ministro, è l' ufficiale di collegamento con la Sicilia e tiene drizzate le antenne per captare ogni fibrillazione tra i centristi. Ignazio Abrignani , invece, ha la delega alle truppe laziali e, da tesoriere, è l' uomo dei soldi.
Va da lui chi vuole "contribuire". Poi ci sono Pino Galati (Calabria) e Francesco Amoruso (Puglia). "Sempre più amministratori locali di Fi e Ncd vogliono passare con noi, fuori dalla porta c' e la fila", assicura un parlamentare verdiniano.
Ala vorrebbe puntare al territorio. Perché finora "la nostra è stata un' operazione tutta parlamentare, ma domani chissà…". Dopo la celeberrima colazione da Ciampini (i commensali cambiano, a rotazione), Verdini, cravatta viola e passi felpati in mocassini di camoscio blu, arriva nella sede di via Pola alle 10 in punto. E da lì non si schioda per tutto il giorno, fino al venerdì, quando torna a Firenze.
Al partito è stato arruolato un uomo-macchina di peso, il deputato Giovanni Mottola, per anni pilastro del Mattinale di Forza Italia, attivo quanto abituato a lavorare nell' ombra. Molto consultato per la sua esperienza giuridica è pure il senatore napoletano Ciro Falanga. Con gli imprenditori lombardi parla, invece, il bresciano Riccardo Conti .
Il migliore a curare i rapporti, però, è Denis. Sempre pronto ad ascoltare lamentele e malumori di parlamentari altrui, non tralascia amicizie storiche come quella con Antonio Angelucci, deputato forzista, patron della sanità laziale ed editore di Libero. I due si vedono spesso. Amicizia, politica e affari. Nel 2011 l' imprenditore romano aprì il portafogli e scucì 5 milioni di euro per ripianare un debito che l' allora coordinatore azzurro aveva con il Credito Fiorentino, banca di cui era stato proprietario e presidente.
Più un finanziamento di altri 10 milioni, assicurati con ipoteche immobiliari. Secondo alcuni, Angelucci è il tramite attraverso cui Berlusconi e Verdini comunicano.
L' unico motivo di scontro tra i due sono gli attacchi che Libero ogni giorno dedica al governo. Attacchi a Renzi ma quasi mai a Verdini.
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