DAGOREPORT - CHI L’HA VISTO? ERA DIVENTATO IL NOSTRO ANGOLO DEL BUONUMORE, NE SPARAVA UNA AL…
Tommaso Ciriaco per la Repubblica
Di fronte alle telecamere, Matteo Renzi sceglie un approccio quasi neutro: «Sarebbe facile per me dire "avete visto...". Ma non lo farò, ho totale fiducia nella magistratura». Il Renzi privato, invece, è scosso. Anzi, è uno strano mix di preoccupazione e soddisfazione, perché rivelazioni inquietanti hanno distrutto un tassello decisivo dell' inchiesta Consip sul padre. «Ho tatuato addosso cosa accaduto in questi quattro mesi ».
Un interrogativo, però, continua ad assillarlo: «Da dove arriva questa roba. E perché?», si domanda con gli amici più fidati. Intravede i confini di qualcosa di poco limpido. Certo, la Procura di Roma ha impedito che lo sgambetto riuscisse. Ma resta lo spettro di un' operazione di depistaggio, condotta per di più nelle settimane della sua massima debolezza politica. «Non lo nego - scandisce in privato - sono fatti che angosciano».
Quando le agenzie battono le prime notizie, il leader compone immediatamente il numero del padre. La risposta, giura, sono soprattutto le lacrime di Tiziano. E d' altra parte è difficile dormire sonni tranquilli di fronte a un falso pedinamento, intercettazioni falsificate e fughe di notizie. Non sembra l' errore di un singolo, ma ci si può addirittura spingere fino a ipotizzare l' esistenza di una regia?
«Vogliamo sapere tutto», guida la carica Davide Ermini. È il dilemma del renzismo che riprende fiato, dopo mesi da incubo. La risposta non sembra lasciare margini al dubbio: «Adesso il capitano del Noe ci dirà anche chi gli ha chiesto di falsificare i verbali - riflette a voce alta la vicecapogruppo dem Alessia Morani - chi è insomma il mandante di tutto questo».
Ecco il nodo dei nodi. E non basta aggiungere - come fa sempre Morani - che «il tempo è galantuomo». I renziani, dopo aver ascoltato il capo, passano al contrattacco. E si tratta di un' offensiva violenta. «Ma quello delle cene segrete nelle bettole - domanda Ernesto Carbone - che fine ha fatto?». Si riferisce ad Alfredo Mazzei, commercialista napoletano ed ex esponente dell' ala migliorista del Pci, poi Pd. È un salto di livello, dopo mesi di prudente low profile.
C' è il dito puntato contro qualcosa che per gli uomini dell' ex segretario non sembra troppo lontano da un complotto. «Diteci cosa è successo», si limita a ripetere Renzi. Non proprio come quando si è vicini al duello finale, ma l' aria sembra comunque elettrica. Siccome parla anche in veste di ex presidente del Consiglio, il leader di Rignano non si spinge pubblicamente oltre le colonne d' Ercole del sospetto.
ALFREDO MAZZEI E GIORGIO NAPOLITANO
E infatti a "Porta a Porta" dice: «È molto strano quello che sta avvenendo, ma ho fiducia nella magistratura, la verità verrà a galla. Non credo nei complotti e nelle manovre». Resta però la sensazione di aver sfiorato qualcosa di poco raccomandabile, anche se verso i Carabinieri non esce una sola parola ostile: «L' ufficiale Gianpaolo Scarfato? Se non risponde è un problema suo, io credo nell' Arma».
Almeno per un giorno, comunque, le buone notizie - dal filotto nelle primarie dei tesserati fino a queste novità investigative - fanno dimenticare la botta da incubo del referendum e un' inchiesta che sembrava aver colpito al cuore il Giglio Magico. «Chi costruisce teoremi - picchia duro un' altra renziana come la senatrice Francesca Puglisi - oggi avrà materia per riflettere». Nelle chat più vicine al capo si brinda all' inizio della riscossa. E le rivelazioni segnano comunque un cambio di strategia. Soprattutto nei confronti dei cinquestelle, il vero avversario a pochi mesi dalle elezioni politiche, secondo Renzi. «Prima di aprire bocca leggete almeno le carte. E prima di sputare sentenze sui social aspettate la magistratura. A Grillo che ha messo in discussione il rapporto con mio padre dico: "vergogna"».
francesca puglisi senatrice pd
C' è naturalmente da tenersi in equilibrio, il terreno su cui muoversi continua a sembrare scivoloso. E però il desiderio di Renzi è quello di allontanare, finalmente, le ombre che hanno accompagnato la sua famiglia in mesi complicati. «Papà ha pianto - racconta a sera - è pur sempre un uomo di 65 anni. Questa vicenda è una cosa grossa, che colpisce. Infatti sto andando a casa, voglio portare i miei figli a cena dal nonno».
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