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Emilio Randacio per “la Repubblica”
Al massimo una "lobby", ma non una associazione a delinquere. Il gip di Milano boccia la ricostruzione della procura su Infront Italia, la società che gestisce i diritti televisivi per il calcio della massima serie e quella cadetta.
I magistrati nelle scorse settimane hanno formalizzato tre richieste d' arresto, proprio con la nuova accusa di associazione a delinquere. Una impostazione diversa rispetto a quando, nell' estate 2015, era stata avviata un' indagine con perno fondamentale la presunta turbativa d' asta e ostacolo alla vigilanza per l' assegnazione dei diritti per il periodo 2015-18.
Nel mirino, i tre ex manager di Infront Italia - Marco Bogarelli e gli ex soci Giuseppe Ciocchetti e Andrea Locatelli - il responsabile diritti di Rti, Giorgio Giovetti, il numero uno della stessa società Mediaset, Marco Giordani, Riccardo Silva, che con la sua società rivende all' estero i diritti della serie A, oltre ai presidenti Enrico Preziosi (Genoa), Gianluca Paparesta (Bari) e Claudio Lotito (Lazio).
In questi mesi di indagine, i pubblici ministeri Pellicano, Filippini e Polizzi hanno analizzato soprattutto la volutary disclosure (una sorta di scudo fiscale) presentata dagli indagati per mettersi al sicuro con l'erario. Stando all'analisi dei flussi finanziari - affidati al Nucleo di polizia tributaria - emergerebbero triangolazioni poco trasparenti del denaro, con restituzioni di somme a soggetti di primo piano del calcio italiano.
Tracce che hanno spinto la procura a formalizzare le richieste di arresto di manager legati a doppio filo alla vecchia gestione di Infront. Un ruolo di primo piano lo ricoprirebbe anche l' attuale amministratore delegato del Milan Adriano Galliani - lascerà a fine settimana con l' avvento della nuova proprietà rossonera - anche se il suo nome al momento non risulta ancora nel registro degli indagati.
INFRONT PREZIOSI GALLIANI BOGARELLI
Il gip - da quanto trapela - avrebbe anche ridimensionato l' accusa di turbativa d' asta, non identificando pubblici ufficiali i soggetti che hanno organizzato la gara per l' assegnazione dei diritti tv. Una decisione, al di là delle bocche cucite, che non trova d' accordo la pubblica accusa. Nei prossimi giorni, i magistrati sono intenzionati a fare ricorso al Tribunale del Riesame.
A quel punto, i difensori degli indagati per cui è stato chiesto il provvedimento cautelare avranno la possibilità di accedere ad atti, fino a oggi rimasti segreti. È possibile che, al di là della rilevanza penale, le scoperte investigative possano alzare più di un polverone sul modo in cui sono stati gestiti in questi ultimi anni i fiumi di denaro che hanno accompagnato l' assegnazione dei diritti televisivi del calcio di serie A.
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