DAGOREPORT - A.A.A. ATTENZIONE ALLA MONETA: RITORNA MINACCIOSA SULLA SCENA GEOPOLITICA DEL MONDO -…
Monica Guerzoni per il “Corriere della Sera”
È buio e sotto il maestoso porticato dell’Acquario romano tira un vento ghiacciato, ma i tanti in fila per il debutto romano di Yanis Varoufakis non sembrano sentirlo. «È un vento di sinistra» ride un ragazzo, mentre Demetra, ventenne bionda e minuta, suona alla chitarra talkin’ bout a revolution di Tracy Chapman. «È la canzone che più somiglia a Varoufakis — spiega la ragazza — « Varù mi piace, lo voterei». È stata pagata per suonare qui? «No, ma mi faranno entrare a sentirlo».
Varcata la soglia e mostrato il biglietto, ecco i volontari che bussano a quattrini: «Se ci vuoi lasciare una piccola donescion ...». Nel piattino tintinnano spiccioli, il tesoretto raccolto supera di poco i 6.000 euro e una ragazza dell’accoglienza scandisce la formula magica: «Se donate 10 euro siamo molto felici».
Varoufakis è sbarcato in Europa a caccia di democratici per il suo nuovo movimento transnazionale, con cui si ripromette di «spazzare via i tecnocrati» e «superare il fallimento dell’Europa». Eppure a far notizia sono (anche) le modalità del crowfunding , scolpite sul sito alla voce «ricompense».
varoufakis a roma diem25 all acquario
Dieci euro per l’evento in streaming, 25 per la traduzione simultanea, 50 per un bicchiere di vino e un toast, 500 per avere in cambio dal leader «gratitudine eterna, una borsa in cotone e un bicchiere di vino». E la stretta di mano di Varoufakis per chi stacca un assegno a due zeri? «È una leggenda metropolitana» assicura una signora prima di andarsene perché, «purtroppo», ha visto spuntare Toni Negri.
varoufakis con filippo civati a roma diem25
Il filosofo, saggista e sociologo che fu accusato di aver fiancheggiato le Brigate rosse e condannato per associazione sovversiva è seduto in sesta fila e non ha voglia alcuna di raccontare perché sia qui: «Io sono Toni Negri, indipendente. E sono, rispetto alla stampa, assolutamente assente». Tra i presenti Antonio Ingroia, l’ex magistrato che ha fondato Azione civile, Nicola Fratoianni di Sel, l’ex no global Luca Casarini ora in Sinistra italiana, Roberto Musacchio, Salvatore Bonadonna. Non c’è Stefano Fassina perché «Diem non mi convince» e anche Alfredo D’Attorre è rimasto a casa: «Fumo con la manovella, si dice a Napoli».
Eppure sono venuti in tanti, gli orfani della sinistra alla disperata ricerca di un leader. E pazienza se l’ex ministro delle Finanze greco ha giurato che in Italia, sotto le insegne di Diem25, non nascerà un partito. Tanto, come dice il «free lance del web» napoletano Giovanni Pagano, «l’importante non è votare, è ricostruire il tessuto sociale dell’Europa». Perché Renzi non la rappresenta? «Perché è una nuova destra». In fila, tra la ragazzi con le treccine rasta e lo studente che si arrotola una canna c’è anche Emerenziana Iannoni, biologa: «Mi sento profondamente di sinistra, ma in Italia una sinistra non c’è ed è per questo che siamo qui».
La competizione con le sigle italiane resta sottotraccia. Al mattino, per l’assemblea con movimenti e associazioni, si era fatto vedere Pippo Civati, contento perché «Varoufakis non parla più di liquidazione dell’euro, ma investe sulle questioni politiche fondamentali dell’Europa».
Nato a Berlino il 9 febbraio, Diem25 fa la sua prima tappa nella Capitale grazie all’impegno di Lorenzo Marsili, fondatore dieci anni fa di European Alternatives. La voce italiana di Varoufakis cita tra i simboli Altiero Spinelli, bacchetta Fassina («non abbiamo ben compreso la sua politica europea») e giura che tra Yanis e Tsipras «non c’è alcun astio». Perché del Pd non è venuto nessuno? «Abbiamo invitato Sandro Gozi, ma non so se è in sala». E Toni Negri? «È considerato un grandissimo intellettuale in tutto il mondo, tranne che in Italia».
Quanto a Renzi, Marsili assicura che né lui, né Varoufakis, nutrono pregiudizi verso il premier italiano: «Va a Bruxelles solo per lamentarsi ed elemosinare un po’ di soldi da spendere in campagna elettorale, o vuole cambiare l’Europa?».
Diem punta a rivoluzionarla entro il 2025, trasformandola in un «continente pienamente democratico». Firmatari del manifesto fondativo: 17 mila. Fondi raccolti: ottomila euro in tutto, Italia compresa. In compenso la scalata di Varoufakis può contare sul sostegno di Brian Eno, Noam Chomsky, Ken Loach, Luciana Castellina e Julian Assange, il «padre» di Wikileaks che ieri sera ha parlato in collegamento da Londra.
il pubblico che ascolta varoufakis a roma diem25
assange in collegamento diem25
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