certosa di trisulti steve bannon

BANNON E DANNATO – IL CONSIGLIO DI STATO SFRATTA  DALLA CERTOSA DI TRISULTI L'ASSOCIAZIONE "DIGNITATIS HUMANAE INSTITUTE", VICINA AL GURU DEI SOVRANISTI – L'ABBAZIA CISTERCENSE NEL COMUNE DI COLLEPARDO DA QUALCHE ANNO ERA FINITA AL CENTRO DI UN'INTRICATA VICENDA GIUDIZIARIA. SECONDO I PIANI DI BANNON E COMPAGNIA DOVEVA DIVENTARE IL FULCRO DI UN PROGETTO POLITICO SOVRANISTA IN EUROPA, MA ALLA FINE HANNO DOVUTO SLOGGIARE

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Andrea Tagliaferri per "Il Messaggero"

 

LA CERTOSA DI TRISULTI - PROVINCIA DI FROSINONE

Sovranisti sfrattati. E costretti a lasciare una delle oasi naturalistiche più suggestive della Ciociaria: La Certosa di Trisulti. Il gioiello cistercense (nel comune di Collepardo), da qualche anno finito al centro di un'intricata vicenda giudiziaria, tornerà presto al territorio e dovrà essere lasciato dall'attuale gestore, l'associazione sovranista Dignitatis Humanae Institute (Dhi).

 

LA CERTOSA DI TRISULTI

La sesta sezione del Consiglio di Stato, infatti, ha accolto il ricorso proposto dal Ministero per i beni culturali contro la sentenza dei giudici del Tar del Lazio che, lo scorso maggio, avevano confermato la legittimità della concessione affidata al Dhi nel 2017, a seguito di un bando firmato dall'allora ministro Franceschini.

 

LA CERTOSA DI TRISULTI

Il Consiglio di Stato, invece, scendendo nel merito, ha riconosciuto l'inesistenza di alcuni requisiti fondamentali per l'aggiudicazione del bando. In particolare il Dhi non è stato considerato come «associazione» giuridicamente riconosciuta dallo Stato; è stata inoltre ritenuta infondata la dichiarazione secondo cui l'associazione aveva già gestito dei beni culturali; infine non è stata considerata valida la dichiarazione secondo la quale il Dhi aveva alle spalle una esperienza di almeno 5 anni nella tutela e valorizzazione del patrimonio culturale.

 

LA CERTOSA DI TRISULTI

Ma non solo. I giudici del Consiglio di Stato hanno riconosciuto, altresì, l'appello incidentale presentato dalle tredici associazioni culturali della provincia di Frosinone che, lo scorso anno, erano state escluse dal dibattito nel primo grado di giudizio presso il Tar.

 

I giudici amministrativi, infatti, non erano scesi nel merito delle questioni sollevate dagli avvocati del Ministero né, tantomeno, avevano ammesso alla discussione le 13 associazioni, dichiarandole carenti di legittimazione in quanto non avevano partecipato al bando per l'affidamento della Certosa.

 

steve bannon

I giudici del Consiglio di Stato, dunque, hanno smontato, passo dopo passo, la sentenza di primo grado, ricostruendo minuziosamente in 39 pagine la lunga vicenda burocratico-legale che ha acquisito, negli ultimi anni, anche una rilevanza internazionale, dopo che Benjamin Harnwell, Presidente del Dhi e pupillo di Steve Bannon, ha dichiarato pubblicamente l'intenzione di far diventare l'antica abbazia cistercense il fulcro di un progetto politico di stampo sovranista in Europa.

 

steve bannon

IL PROGETTO

L'idea dell'istituto, infatti, era quella di avviare all'interno del gioiello duecentesco, due strutture formative: un'Accademia ispirata ai valori Giudaico-Cristiani dell'Europa e una vera e propria scuola di formazione per giovani sovranisti con l'esplicito appoggio economico del magnate Bannon.

 

steve bannon

Oltre a queste due attività, il nucleo della concessione prevedeva un ticket di ingresso per i visitatori, stabilita come unica fonte di ricavo per le necessità, non solo di gestione ma anche di manutenzione del bene. Il Dhi, infatti, da contratto, avrebbe versato 100 mila euro ogni anno al Ministero, detratte tutte le spese investite nella ristrutturazione e nella conservazione del bene, anche se i lavori non sono mai stati avviati.

 

steve bannon e donald trump

Rimangono aperte, adesso, altre questioni con il Comune di Collepardo per ciò che concerne il mancato versamento dei tributi locali. Ma, soprattutto, resta in piedi una indagine della Procura di Roma sulle dichiarazioni (ritenute non veritiere) e delle documentazioni rilasciate dal Dhi in sede di gara.

 

Il fulcro delle contestazioni mosse fin dall'inizio, dapprima dalle associazioni attraverso i propri legali, poi dall'Avvocatura dello Stato e, infine, prese in considerazione anche dalla Procura romana, risiede, infatti, nelle attestazioni e nelle dichiarazioni rese dal Dhi in risposta al bando Ministeriale del 2017.

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