FLASH! - FERMI TUTTI: NON E' VERO CHE LA MELONA NON CONTA NIENTE AL PUNTO DI ESSERE RELEGATA…
1 - NO AL REFERENDUM SULL’AUTONOMIA VIA LIBERA AI QUESITI SU LAVORO E DIRITTI
Estratto dell’articolo di Conchita Sannino per “la Repubblica”
ROBERTO CALDEROLI GIORGIA MELONI
Inammissibile. La Corte costituzionale sbarra la strada al referendum che puntava all’abrogazione totale dell’Autonomia differenziata targata Lega. Gelati gli entusiasmi della sinistra, ma a leggere le poche righe di comunicato della Corte, appaiono poco fondati anche il plauso e l’esultanza della Lega. Passano, invece, tutti gli altri quesiti referendari, su lavoro, diritti e cittadinanza, per i quali la Cgil, + Europa e società civile avevano raccolto oltre 4 milioni di firme.
Sette ore di camera di consiglio ma sembra siano state poche le divergenze interne sul sì o no all’Autonomia, superate poi nella decisione che viene sintetizzata in uno stringato comunicato.
RACCOLTA FIRME CONTRO L AUTONOMIA DIFFERENZIATA
Due pagine. Ma è la prima, quella con il diniego, a pesare di più, sul regionalismo. Relatore Marco D’Alberti, vicino al collega Cassese, allievo del maestro Giannini.
In attesa del deposito della sentenza, la Consulta scrive che ha stoppato «il quesito referendario sulla legge n. 86 del 2024, come risultante dalla sua sentenza n. 192 del 2024», perché ormai «l’oggetto e la finalità » di quel quesito non risultano chiari» e ciò «pregiudica la possibilità di una scelta consapevole da parte dell’elettore».
Se la legge Calderoli è stata demolita dalla stessa sentenza 192 della Corte – questo, in estrema sintesi, il ragionamento dei giudici – se insomma il disegno leghista che violava i principi di eguaglianza e sussidiarietà è stato reso fondamentalmente inapplicabile all’esito di quei pesanti rilievi di incostituzionalità, quale sarebbe la legge da abrogare? In realtà, è l’esame della Consulta, i cittadini finirebbero per esprimersi su un generico gradimento dell’autonomia, che invece è previsto dalla Costituzione.
opposizioni alla camera con il tricolore contro l autonomia
«Il referendum verrebbe ad avere una portata che ne altera la funzione, risolvendosi in una scelta sull’autonomia differenziata come tale – sottolinea ancora la Corte – e in definitiva sull’articolo 116, terzo comma, della Costituzione; il che non può essere oggetto di referendum abrogativo, ma solo eventualmente di revisione costituzionale».
Ecco perché arriva la bocciatura, insieme però al via libera per gli altri cinque referendum. Dopo l’ultima udienza pubblica, in cui sono stati ascoltati gli esponenti dei rispettivi comitati, ecco la raffica di sì per gli altri cinque quesiti che chiamano i cittadini alla consultazione popolare (quorum permettendo, certo) su un nuovo volto di diritti e lavoro nel Paese: sulla demolizione del Jobs act, sul dimezzamento dei tempi (da dieci a cinque anni di residenza) per l’acquisizione della cittadinanza italiana, e anche sulla responsabilità solidale di aziende (appalti e subappalti) in chiave di sicurezza anti-infortuni.
[…]
corte costituzionale magistrati
Subito dopo la pubblicazione del comunicato, è il governatore del Veneto Zaia a lanciarsi in un commento soddisfatto e nell’incitamento, “Avanti tutta”. Parole che provocano «stupore» dalle parti del Palazzo della Consulta, che si appresta a depositare le motivazioni tra pochi giorni, termine ultimo 10 febbraio.
Tempi serrati, quelli in cui si è mossa la Corte, anche per effetto dei prolungati ritardi della politica. La Consulta ha peraltro deciso con un quorum ridotto al minimo storico – solo 11 giudici su 15 – dopo aver invano atteso che il Parlamento compisse il suo dovere nell’elezione dei quattro membri che mancano, per i quali ci si attendeva l’accordo tra maggioranza ed opposizione entro martedì scorso. Il patto maggioranza-opposizione invece è saltato, in aula ci riproveranno giovedì. […]
2. PERCHÉ LA CORTE HA RITENUTO IL QUESITO INAMMISSIBILE CHE COSA SUCCEDERÀ ORA
Estratto dell’articolo di Martina Zambon per il “Corriere della Sera”
1 Cos’è la riforma dell’Autonomia differenziata?
matteo salvini roberto calderoli
Con la modifica del Titolo V della Costituzione (art. 116), si introduce la possibilità, per le Regioni che la chiedessero, di ottenere «maggiori e ulteriori forme di Autonomia» rispetto allo Stato. Le materie richiedibili dalle Regioni sono 23, dall’ambiente alla scuola.
2 Cos’è la legge Calderoli?
È una legge d’attuazione costituzionale riferita all’Autonomia. Di fatto è una legge quadro, una «cornice» che fissa regole di ingaggio e iter per arrivare alla stipula di Intese Stato-Regione su alcune o tutte le 23 materie.
RACCOLTA FIRME CONTRO L AUTONOMIA DIFFERENZIATA
3 La Consulta si era già espressa sull’Autonomia?
Sì, a dicembre i giudici della Corte costituzionale hanno depositato la sentenza sul ricorso contro la legge Calderoli presentato da 4 Regioni — Puglia, Campania, Sardegna e Toscana — rilevando alcuni profili di […]
4 Quali sono i punti oggetto di rilievo da parte della Consulta?
Pur confermando la legittimità della legge sotto il profilo costituzionale, la Corte ha rilevato 7 rilievi costituzionali basati sul concetto, centrale, di sussidiarietà, l’avvicinamento del livello di governo più efficace. […]
giorgia meloni roberto calderoli.
5 Perché ieri la Consulta si è dovuta pronunciare nuovamente sull’Autonomia?
«Perché era stata avanzata la richiesta di un referendum abrogativo dell’intera legge Calderoli. Il comitato referendario — composto, fra gli altri, da tutte le forze di opposizione, tranne Iv, e dalla Cgil — aveva superato abbondantemente le 500 mila firme richieste ottenendo un primo via libera dalla Cassazione.
6 Perché la Consulta non ha riconosciuto l’ammissibilità del referendum abrogativo?
Perché, dopo la sentenza di dicembre della Consulta che «riscrive» i punti contestati (servirà un passaggio in Parlamento), il quesito referendario di abrogazione di una legge già «riscritta» sarebbe risultato non corretto: il quesito deve avere lo stesso significato al momento della raccolta firme e al momento delle urne, ma la legge contestata è stata, di fatto, già modificata dal pronunciamento della Consulta.
RACCOLTA FIRME CONTRO L AUTONOMIA DIFFERENZIATA
7 E quindi cosa accade ora?
I negoziati fra Veneto, Liguria, Piemonte, Lombardia e lo Stato sulle 9 materie non Lep possono riprendere. Per le altre 14 materie, le cui funzioni necessitano della definizione dei Lep, si attende il lavoro della Ctfs, Commissione tecnica dei fabbisogni standard.
MATTEO SALVINI - ROBERTO CALDEROLI
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