renzi conte zingaretti

“MI SI NOTA DI PIÙ SE VADO O SE NON VADO?” - PER RINSALSARE LA MAGGIORANZA CONTE PRONTO A CHIUDERSI IN CONCLAVE CON LEADER E MINISTRI PER UN WEEKEND. IL PROBLEMA SARA’ CONVINCERE RENZI ALLERGICO COM’E’ A OGNI SORTA DI CAMINETTO. CI PROVO’ ANCHE ENRICHETTO LETTA A SPINETO. 9 MESI DOPO ANDO’ A CASA: INDOVINATE PER OPERA DI CHI? DI MATTEUCCIO…

Monica Guerzoni per il “Corriere della sera”

 

MATTEO RENZI GIUSEPPE CONTE

Per rinsaldare i cocci della maggioranza, prima che il vaso del governo vada in pezzi e dopo il varo della manovra economica, Giuseppe Conte inviterà leader e ministri a una gita fuori porta. Un «weekend di lavoro» per parlare «fuori dai denti», raccogliere gli obiettivi dei partiti e mettere nero su bianco un «cronoprogramma dettagliato». È la trovata con cui il presidente del Consiglio spera di stringere i bulloni della sua rissosa maggioranza e di vincolare Movimento Cinque Stelle, Pd, Italia viva e Leu a sostenerlo fino al termine della legislatura.

 

Il problema sarà convincere Matteo Renzi a fare i bagagli e unirsi alla comitiva, allergico com' è a ogni sorta di caminetto. Ma poiché la data ancora non c' è e la destinazione nemmeno, può attendere anche il tema del «mi si nota di più se vado o se non vado?», per dirla con il Nanni Moretti di Ecce Bombo . La questione è tutta politica e in barba ai precedenti, che tanto bene non hanno portato, Conte è pronto a chiudersi in conclave con Di Maio, Zingaretti, Speranza, Renzi e i rispettivi ministri e capi delegazione.

 

MATTEO RENZI GIUSEPPE CONTE

Il perché il professore pugliese lo ha spiegato a Marco Travaglio, sul Fatto quotidiano : «Alcuni distinguo e accenti diversi sono fisiologici, fra quattro forze politiche che non avevano mai collaborato tutte insieme, anzi si erano spesso combattute». Le liti sulla legge di Bilancio però hanno dimostrato che il governo è a rischio implosione e Conte vuole correre ai ripari, prima che sia tardi. Basta con «dichiarazioni estemporanee, smarcamenti tattici, rivendicazioni di bandiera marginali». Basta parlare attraverso le interviste, le dirette Facebook e le sparate su Twitter, magari per rincorrere Matteo Salvini. L' idea di Conte è rimboccarsi le maniche e «marciare compatti».

 

renzi conte

Ci provò anche Enrico Letta, con un meeting nell' abbazia medievale di Spineto, in Toscana, «per fare spogliatoio». Nell' invito via Twitter era scritto proprio così, per dare il senso di quel clima informale e confidenziale che si crea tra gli atleti prima e dopo una partita. Nove mesi più tardi il governo Letta tornava a casa, per opera di quel Matteo Renzi che al weekend di Conte potrebbe non prender parte.

 

Ma tant' è, le cronache parlamentari confermano quanto sia difficile per capi-partito e governanti resistere al fascino del conclave. Nel 1994 Silvio Berlusconi chiamò a Fiuggi i neoletti di Forza Italia e non perché avessero urgenza di passare le acque. Ma il leader più esperto in materia è Romano Prodi, ideatore del celebre ritiro nell' antico castello di Gargonza. Correva l' anno 1997 e il fondatore dell' Ulivo era pieno di progetti e di speranze, ma Massimo D' Alema (allora segretario del Pds) si prese la scena, tuonando contro la società civile in politica e sradicando, metaforicamente, l' alberello del centrosinistra. Quasi dieci anni dopo, anno 2006, ecco il coraggioso remake. Il premier è di nuovo Prodi e la scena del weekend è la collina umbra di San Martino in Campo, dove il professore emiliano porta in trasferta tutti i big dell' Unione, che contava una buona decina di partiti.

LA STRETTA DI MANO TRA ENRICO LETTA E MATTEO RENZI

Adesso tocca a Giuseppe Conte, che non ne può più delle risse quotidiane. Il ministro della Salute e segretario di Leu, Roberto Speranza, ha già i bagagli pronti: «Il weekend di lavoro è una buona idea, l' aria va riscaldata...

Bisogna aumentare la gradazione politica di questo governo. Più si sta insieme, ci si confronta e si condivide un orizzonte e meglio è».