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CONTE, LA PACCHIA E' FINITA! - GUALTIERI E CONTE AVEVANO PREPARATO LE LORO “SQUADRE” PER DECIDERE COME IMPIEGARE LA CUCCAGNA DEL RECOVERY FUND, TAGLIANDO FUORI ZINGA, DI MAIO, RENZI. QUI E’ NATA L’IDEA DEI PARTITI DELLA MAGGIORANZA DI SFANCULARE CONTE E GUALTIERI E ALLARGARE I PROCESSI DECISIONALI APRENDO A FORZA ITALIA - IN QUEST’OTTICA VA LETTA LA PROPOSTA DI LEGGE DEM PER LA RIFORMA DELL’INTELLIGENCE CHE PUNTA INTRODURRE L'OBBLIGO DELL'AUTORITÀ DELEGATA (“GIUSEPPI” DOVRÀ MOLLARE LA DELEGA AI SERVIZI)
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giuseppe conte roberto gualtieri
Il Recovery fund è ancora ostaggio delle lagne di Orban e dei capricci dei polacchi ma in Italia le forze politiche stanno già impegnando gli euro-miliardi stilando ciascuno la sua corposa lista della spesa. Ogni ministero ha la sua ma anche le grandi aziende come Eni, Enel, Tim e Fincantieri hanno le idee chiare su come allocare il malloppone.
Per evitare la solita esondazione di richieste, capricci e sperperi all’italiana, il ministro Gualtieri ha messo a punto una squadra, guidata dal direttore generale del Tesoro Alessandro Rivera, che dovrà fare una prima cernita dei progetti di spesa.
A quel punto, la palla passerà a palazzo Chigi dove Giuseppe Conte con i suoi fidati dioscuri, il segretario generale Roberto Chieppa e il capo di gabinetto Alessandro Goracci, procederà a una seconda scrematura, controllando di fatto la destinazione finale dei fondi. Il Pd, che non vuole restare in panchina, si è messo di traverso e ha sfanculato di brutto sia Conte sia il suo ministro Gualtieri.
"Io sono il capodelegazione del Pd e non so niente!", ha drignato la dentiera Dario Franceschini. Dall’irritazione del Pd all'incazzatura di Di Maio, passando per Renzi, è nata l’idea di un tavolo di confronto con l’opposizione: l’idea è allargare i processi decisionali per impedire a Conte di procedere in solitaria. Tradotto: rafforzare il governo con Forza Italia, dato che la maggioranza del governo in Senato è risicatissima
In quest’ottica - detta anche "Conte hai rotto il cazzo!" - si spiega anche la proposta di legge dem per la riforma dell’intelligence che punta introdurre l'obbligo dell'autorità delegata. Il volpino Conte non potrebbe tenere per sé la delega ai servizi ma dovrebbe nominare un sottosegretario (come un tempo furono Letta e Minniti). Il premier per caso, per ora, fa buon viso a cattivo gioco: finché c'è pandemia, resta a Palazzo Chigi. Ma ora è tampinato da tutti e l'era del "decido tutto io" è finita.
Alessandro Goracci e giuseppe conte
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