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PAOLA TOMMASI per Libero Quotidiano
Uscire con le ossa rotte da un Consiglio Ue può capitare, ma venire battuti dopo un tour di quattro giorni in Europa in cui il Presidente Giuseppe Conte è andato ad umiliarsi perfino a Lisbona sa proprio di beffa. Perché se è vero che abbiamo il debito pubblico più alto di tutti e i conti per niente in ordine, restiamo pur sempre la terza economia dell' Unione.
Il Pil del Portogallo è poco più di un decimo del nostro e quello dell' Olanda poco più di un terzo, per fotografare i Paesi in cui Conte si è recato col cappello in mano pensando di dare una svolta alla trattativa sul Recovery Fund. Invece ha perso su tutta la linea. Un danno in termini di credibilità dell' Italia perfino più pesante del mancato ottenimento delle risorse, nella cui definizione, è ormai chiaro, la posizione del governo giallorosso è completamente ignorata, nonostante le illusioni del premier.
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Giuseppe Conte si era detto disponibile a un taglio dell' ammontare complessivo del piano da 750 miliardi purché venissero diminuiti i controlli e rischia invece di passare la linea opposta non solo di riduzione degli importi ma anche di aumento della sorveglianza sulle riforme.
Tanto più che, se insiste sul fondo perduto, è ovvio che chi paga pretenda di valutare l' utilizzo dei denari, mentre se prevalgono i prestiti, chi li concede non ha alcuna voce in capitolo visto che quelle somme saranno restituite.
Aveva chiesto un "ponte" per poter avere le disponibilità finanziarie prima del 2021 e chissà invece se, quando e come arriveranno, specie se lo stallo non si sblocca. Ma soprattutto, aveva un modo per mettere all' angolo i Paesi che si oppongono all' Italia, Olanda in testa, con il taglio degli sconti di cui beneficiano nella contribuzione al bilancio europeo e la revisione del regime fiscale agevolato con cui fanno concorrenza sleale agli altri Stati membri, e probabilmente non riuscirà ad ottenere neanche questo.
Ed è Conte stesso che, con le decisioni di politica economica del suo governo, si è messo in tale posizione negoziale sfavorevole visto che mentre da un lato chiede all' Europa risorse a fondo perduto prima possibile, dall' altro non utilizza quelle già disponibili del Mes. Mentre da una parte chiede aiuto all' Ue perché non ha un euro, dall' altro spende e spande per nazionalizzare le aziende, da Autostrade ad Alitalia ed Ilva. Ed ha impiegato gli spazi di bilancio derivanti dalla sospensione del Patto di stabilità per distribuire bonus a pioggia o per comprare monopattini.
O forse crede che in Ue abbiano tutti l' anello al naso? In ogni caso, se non l' Europa, ci osservano i mercati che domani mattina faranno i prezzi proprio sull' esito fallimentare del vertice di Bruxelles.
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