RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA…
Stefano Filippi per “la Verità”
L' altro giorno Vittorio Sgarbi ha detto alla Verità che si sarebbe dovuta condurre una campagna di comunicazione «positiva» contro il virus. Una provocazione sottoscritta da Luca Ricolfi, sociologo, docente di analisi dei dati, presidente e responsabile scientifico della Fondazione Hume, e tra i firmatari di una petizione con 10 punti da attuare immediatamente nel contrasto al Covid.
Professore, è d' accordo con Sgarbi?
«In parte sì, e in parte no. Dove sono pienamente d' accordo è quando dice: "Il governo doveva contenere la malattia, non drammatizzarla". Perché se il governo, pluri-avvertito e pluri-consigliato dagli studiosi negli ultimi 6 mesi, avesse fatto il suo dovere sui 10 punti della nostra petizione, la malattia sarebbe stata contenuta, non avremmo avuto la seconda ondata, e oggi non ci sarebbe paura. E, in assenza di paura, l' economia girerebbe a regime quasi pieno, compresi musei, scuole ed eventi culturali. Il mio dissenso con Sgarbi è tecnico, non ideologico».
Che intende?
«Secondo me la paura non si combatte dando credito agli esperti più tendenziosi e riduzionisti, tipo Zangrillo e Bassetti, ma eliminando alla radice le due paure fondamentali, che sono quella di infettarsi e, ancor più, quella di essere completamente abbandonati al mostro kafkiano della burocrazia sanitaria digitalizzata in caso di infezione.
FLAVIO BRIATORE ALBERTO ZANGRILLO
Se sapessimo che il rischio di infezione è molto basso, e che in caso di infezione ai primi sintomi qualcuno verrebbe a casa a visitarci e curarci, avremmo pochissima paura, vivremmo quasi normalmente, e non intaseremmo i pronto soccorso».
GIUSEPPE CONTE ROBERTO SPERANZA
Perché il governo sente la necessità di terrorizzare gli italiani?
«È ovvio: perché l' unica cosa in cui sono maestri è rinchiuderci, e pensano che solo se siamo terrorizzati a dovere obbediremo».
La Fondazione Hume e Lettera150 hanno sottoposto al governo 10 cose da fare e che il governo non ha fatto. A quali si sarebbe dovuto dare la precedenza?
roberto speranza perche guariremo libro sul coronavirus
«Intanto vorrei sottolineare la natura bipartisan della petizione, arrivata a 13.000 firme, che sta raccogliendo consensi da persone di tutti gli orientamenti politici. A mio parere le cose non fatte più importanti sono due.
Primo, l' attivazione dei medici di base con dispositivi di protezione, strumenti per effettuare i tamponi, e soprattutto un protocollo di intervento al primo apparire dei sintomi. Secondo, attuazione del piano Crisanti per portare il numero di tamponi per abitante a livelli europei, almeno 3 volte i livelli degli ultimi mesi».
Il governo è ancora in tempo per realizzarle ancora?
«No, ormai la situazione è sfuggita di mano. Si può solo sperare che, nonostante sia troppo tardi, faccia ugualmente quel che andava fatto nei mesi estivi. Perché ormai il problema non è evitare la seconda ondata, ma porre le condizioni per evitare la terza, inevitabilmente seguita dall' ennesimo lockdown: una vera catastrofe per l' economia».
DOMENICO ARCURI CON LA MASCHERINA CALATA SOTTO IL NASO
Se il governo avesse agito per tempo, oggi in quali condizioni ci troveremmo?
«Saremmo tranquillissimi perché i nuovi casi giornalieri sarebbero poche centinaia, nessuno sarebbe terrorizzato, e la gente saprebbe che in caso di infezione non sarà abbandonata».
Nessuno vieta di guidare l' auto per evitare incidenti: come si può applicare questo principio alla lotta contro il virus?
«È semplice: portando il numero di contagiati e il numero di morti da Covid-19 a livelli paragonabili (o inferiori) a quelli degli incidenti automobilistici. È perfettamente possibile e, come Fondazione Hume, abbiamo anche delle ipotesi sui valori soglia da adottare».
LA CHIUSURA DEI RISTORANTI BY GIUSEPPE CONTE
Il vostro approccio è stato applicato in qualche Paese del mondo? E là come vanno le cose?
«Non esiste un approccio della Fondazione Hume, ma esistono tesi che quasi tutti gli esperti indipendenti sostengono, e che in alcuni Paesi sono state prese sul serio».
Ad esempio?
«Ad esempio, l' importanza di tenere il numero dei casi giornalieri abbastanza basso da consentire il tracciamento (cavallo di battaglia del professor Andrea Crisanti): una strategia che presuppone un numero di tamponi per abitante triplo rispetto a quello italiano, e un sistema di tracciamento tempestivo e non fallimentare come quello dell' app Immuni».
Chi si è comportato meglio nel contrastare il virus?
«Fra i 30 Paesi di tradizione occidentale sono circa la metà quelli che hanno applicato strategie sensate, e ora non sono investiti da una seconda ondata paragonabile alla prima.
In Europa: Germania, Danimarca, Finlandia, Norvegia, Irlanda ma in parte anche Grecia e Svezia. Fuori dell' Europa: Australia, Nuova Zelanda, Giappone, Corea del Sud, Singapore, Taiwan.
La più grossa bugia dei maggiori governi europei è stata di presentare l' epidemia come una catastrofe inevitabile e ingovernabile, anziché come un evento che poteva essere fronteggiato».
Lei insegna analisi dei dati. Che cosa pensa della divisione dell' Italia in zone colorate in base a dati e parametri sconosciuti?
«Intanto dico che la sbandierata trasparenza non sussiste, perché i dati sulla cui base si decide sono pubblici, ma l' algoritmo che li trasforma in zone non è pubblico: se lo è, ci dicano dove trovarlo!
GIUSEPPE CONTE HA UN ART ATTACK
È come se uno dicesse: decido se uscire di casa oppure no in base a umidità e temperatura, ma non vi dico come combino queste due informazioni per prendere la decisione. Anche su questo punto, comunque, la penso come Sgarbi, che parla di misure diverse all' interno delle singole regioni.
La zonizzazione per regioni o macro-zone poteva avere un senso nel primo lockdown, quando la propose inascoltato il Comitato tecnico scientifico sulla base dell' ovvia considerazione che la situazione del Sud era completamente diversa da quella del resto d' Italia».
E adesso?
«Ammesso che si abbiano gli strumenti per differenziare (cosa non chiara, perché i dati comunali sono secretati), forse avrebbe più senso imporre misure diversificate all' interno di ogni regione, su base comunale.
Ma la dura realtà è che è troppo tardi: quel che era razionale e fattibilissimo ancora 1-2 mesi fa, ora è maledettamente difficile perché il governo ha fatto pochissimo quando era ancora in tempo, e si è ostinato a non riconoscere il rapido deterioramento della situazione quando - all' inizio di ottobre - la seconda ondata in arrivo era chiaramente visibile all' orizzonte».
Governo di incapaci?
«È la nostra disgrazia: i nostri governanti non sono semplicemente incapaci, purtroppo sono anche un po' struzzi. È ingenuo credere che loro sappiano la verità ma non ce la dicano: la realtà è che la nascondono anche a sé stessi. Se così non fosse, il ministro Speranza si sarebbe ben guardato dal pubblicare un libro auto-elogiativo, che ha poi dovuto precipitosamente ritirare. Evidentemente, non aveva capito la situazione. Pensi in che mani siamo».
IL DPCM DI CONTE - MEMEGIUSEPPE CONTE DPCM MODE BY CARLIluca ricolfi 2GIUSEPPE CONTE E LA CHIUSURA DEI BAR BY CARLI
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