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“COSÌ MOSCA VUOLE DESTABILIZZARCI" – IL MINISTRO DELLA DIFESA CROSETTO SQUADERNA UN DOSSIER DI OLTRE CENTO PAGINE CON TUTTI I RISCHI LEGATI ALLA GUERRA IBRIDA DELLA RUSSIA E A POSSIBILI ATTACCHI SU TRE FRONTI: TRASPORTI, RETI ENERGETICHE E SISTEMA POLITICO, ATTRAVERSO “CAMPAGNE DI DISINFORMAZIONE PORTATE AVANTI CON FAKE NEWS” – SI IPOTIZZA ANCHE LA CREAZIONE DI UN "MURO DIFENSIVO" PER DIFENDERE GLI AEROPORTI: SI RAGIONA SULLA POSSIBILITA' DI COSTRUIRE UNA FLOTTA ITALIANA DI DRONI MILITARI – L’IDEA DI MOBILITARE UN ESERCITO DI HACKER. PER CROSETTO, DOVREBBERO ESSERE INQUADRATI SOTTO IL SUO MINISTERO. MA PALAZZO CHIGI…
Tommaso Ciriaco per “la Repubblica” - Estratti
Il dossier circola veloce attorno al tavolo del Quirinale. E fa impressione. Parla soprattutto della Russia, di quanto rappresenti un «rischio» per l'Europa. Di come la sua «leadership sia disposta a utilizzare tutti gli strumenti, da quelli informatici alla pressione economica, pur di indebolire la resilienza occidentale».
E di come progetti di colpire anche l'Italia. Per fiaccarla. Per «destabilizzarla» - al pari degli altri partner - «al suo interno». È il cuore della minaccia ibrida descritta nel documento del ministero della Difesa, di cui Repubblica può anticipare alcuni stralci grazie a fonti meloniane.
È una fotografia da brividi, anche se nessuno dei presenti è stupito dalla descrizione del problema. Non Sergio Mattarella, né Giorgia Meloni, Antonio Tajani o Alfredo Mantovano. Perché nelle poco più di cento pagine volute da Guido Crosetto e anticipate doverosamente al Capo dello Stato, prima di essere trasmesse oggi alle Camere e ai gruppi parlamentari, la Difesa indica un'offensiva che da diversi mesi è in cima alle preoccupazioni degli apparati di sicurezza del Paese.
L'offensiva portata avanti da Mosca, c'è scritto nel testo, è allarmante perché frutto di un «approccio sistemico spregiudicato». Mosca progetta di colpire senza tregua l'Italia, l'Unione europea e l'Occidente con una guerra cyber e asimmetrica decisa da Vladimir Putin. C'è un anno segnalato nel dossier come punto di svolta: è il 2024. In quei dodici mesi è stato «registrato un rafforzamento di attività ibride» su diversi terreni: quello «informatico», «diplomatico», «cybernetico», «economico», «militare».
È un'escalation allarmante che ha registrato una «frequenza quotidiana» di queste incursioni (secondo alcune stime non contenute nel documento, l'Italia sarebbe il bersaglio del 10% del totale degli attacchi). L'elenco degli atti offensivi più «ricorrenti» include «sabotaggi», «roghi dolosi» nei pressi di centri strategici e «campagne di disinformazione». Tutto pur di «minare» e «influenzare il dibattito democratico occidentale».
Un ampio capitolo è dedicato all'Italia, «esposta a diversi profili di rischio». Sono tre i fronti finiti da tempo nel mirino dell'offensiva russa: «Energia, infrastrutture critiche ed ecosistema politico e sociale». Colpire l'ecosistema politico e sociale significa utilizzare «campagne di disinformazione» portate avanti con «fake news» capaci di influenzare l'opinione pubblica.
Tra gli esempi citati, quello delle elezioni presidenziali in Romania.
Per quanto riguarda il capitolo del gas, la situazione è sufficientemente nota: Roma ha sostituito il petrolio russo con altre fonti di approvvigionamento, ma è comunque un terreno su cui si tocca con mano una vulnerabilità.
Ancora più allarmante è l'elenco delle infrastrutture critiche considerate a rischio: «Porti, aeroporti, reti e sistemi di comunicazione».
Guido Crosetto - istituti di formazione dell'esercito a Torino
Gli scali aeroportuali, per adesso soprattutto quelli del Nord Europa, sono già da qualche tempo nel mirino di questa offensiva a colpi di droni. Una strategia che causa ritardi e preoccupazioni negli utenti, tanto da aver spinto Roma e gli altri partner a ipotizzare anche la creazione di un "muro difensivo". Come? Non è indicato nel testo, ma da qualche tempo si ragiona della possibilità di costruire una flotta italiana di droni militari.
(…)
Il dossier della Difesa prova anche a fornire possibili soluzioni per reagire. L'idea è mettere in piedi una sorta di arma cyber, con un centro per il contrasto alla guerra ibrida. Mobilitando un esercito di hacker. Per Crosetto, dovrebbero essere inquadrati sotto il suo ministero.
Non è detto che Palazzo Chigi non pretenda invece di mettere la struttura sotto il suo diretto controllo.
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