“CHIARA, TI RICORDI QUANDO HAI AMMESSO A FEDEZ CHE TI SEI SCOPATA ACHILLE LAURO?” - IL “PUPARO” DEL…
Leonard Berberi per il "Corriere della Sera"
Qualche chilometro più in là c'è chi, alcuni giorni fa, ha fatto comparire delle scritte sataniche. Come se non bastassero le vittime, i feriti, gli incidenti e i pezzi d'auto che in quel tratto di strada si sono accumulati negli anni. E che ricordano le vite spezzate. I progetti sfumati in un colpo di sonno, in una curva affrontata male, in una frenata arrivata tardi.
Un lungo bollettino. Registrato dalle cronache locali e dalle agenzie stampa. E in un tratto di strada della A16 che da Avellino scende verso Nola. Poco più di trenta chilometri d'asfalto. Negli ultimi anni di morti, da quelle parti e senza considerare quelli di ieri notte, se ne contano una quarantina. Famiglie in vacanza e pendolari, camionisti e studenti. «Quante volte su quel tratto di A16 ho tremato, immaginando di perdere il controllo dell'auto in quelle maledette curve. Senza fiato», twitta nella notte Mimmo D'Onofrio.
Il viadotto Acqualonga, quello del disastro di ieri, è uno dei pezzi dell'autostrada che non sfugge agli archivi. E in quel chilometro 32 - prima di questa comitiva - altri hanno perso la vita. Altri ancora si sono salvati per poco. Come il 46enne che lo scorso 22 giugno nel cuore della notte ha sbandato con l'auto, poi s'è ribaltato e quindi è finito in bilico sulla scarpata. Bloccato dalle lamiere, è stato salvato da due unità dei vigili del fuoco.
Di quel pezzo di A16 ne sa qualcosa anche Sandra Lonardo, moglie di Clemente Mastella. Anche lei, il 13 luglio 2006 - mentre era presidente del Consiglio regionale della Campania - è stata coinvolta in un tamponamento con un Tir.
Bisogna però tornare al 23 luglio 2003 per avere un bilancio ancora più grave. A quella comitiva - di genitori, nonni e fratelli - partita da Andria e diretta a Roma per assistere alla discussione della tesi di laurea di un parente. A quel pulmino che all'alba è andato a sbattere contro un camion pieno di lastre di marmo.
In cinque hanno perso la vita subito. La sesta vittima, una ragazza di 15 anni, è morta poco dopo il ricovero in ospedale. Mentre altri cinque feriti portano i segni fisici di quello schianto. Pochi chilometri più in là c'è la galleria di Monteforte Irpino. Anche lì è un lungo bollettino di auto in testacoda, Tir in fiamme, schianti mortali, veicoli che si ribaltano e sbattono contro i guardrail. Stesso copione. Stesso strazio.
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