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Francesco Mimmo per "la Repubblica"
Le curve stanno diventando una fabbrica di antisemitismo. Non solo nei paesi dell'Est Europa, ma anche nei ricchi e superseguiti campionati dell'Europa occidentale. A cominciare dall'Inghilterra. Un fenomeno che sta crescendo, che non si può più circoscrivere a sporadici episodi e che anzi ha trovato negli ultimi mesi una regìa. L'allarme viene dal Centro Wiesenthal che ha stilato una top ten dell'antisemitismo nel mondo. Le curve di calcio sono al quarto posto, considerate più a rischio per la libertà e la pace dei partiti neonazisti e di ultradestra di Grecia, Ucraina, Ungheria.
Il centro creato dal cacciatore di nazisti, sopravvissuto all'Olocausto e morto nel 2005, con base a Los Angeles, ha pubblicato la classifica due giorni fa. Al primo posto nella top ten mondiale dell'antisemitismo ci sono i Fratelli Musulmani egiziani, seguiti dal regime degli Ayatollah iraniani. Al terzo posto un vignettista brasiliano sotto accusa per le caricature del premier israeliano Netanyahu durante l'ultimo conflitto di Gaza.
Al quarto le tifoserie di calcio, che lo stesso Centro segnala come «una sorpresa». L'antisemitismo nelle partite di calcio che «era ultimamente rimasto limitato all'Europa dell'Est, è tornato anche nei Paesi dell'Europa occidentale». Il rapporto cita un caso: la tifoseria del Tottenham, la squadra del quartiere ebraico di Londra, e in particolare l'ultimo derby, a novembre, contro il West Ham.
Durante tutto il match gli "Hammers", i famigerati ultras del West Ham hanno intonato cori che inneggiavano al nazismo. «Le camere a gas sono pronte», oppure «Hitler sta arrivando », cantavano. «Non una frangia isolata, ma gran parte della tifoseria del West Ham in trasferta in curva ha partecipato a questi cori», si legge nella cronaca della partita fatta dal "Telegraph" e citata nel rapporto.
I tifosi del Tottenham erano stati protagonisti già qualche giorno prima per l'aggressione subìta a Roma, in un pub, la sera prima della partita di Uefa contro la Lazio. Un'aggressione a sfondo razziale, secondo gli inquirenti. Un altro episodio, al quale proprio ieri se ne è aggiunto un altro, al quale è stato dato grande risalto sulla stampa israeliana. In Polonia questa volta. Nel negozio di merchandising del Widzew Lodz (l'ex squadra di Zibi Boniek) la polizia polacca ha trovato magliette e sciarpe con scritte antisemite. Una di queste recitava: «Nella casa del Widzew gli ebrei non possono entrare».
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