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massimo cacciari accordi e disaccordi 2
Roberto D’Agostino per vanityfair.it
Lo chiamano “delirio sanitario”. E tuonano: “Il green pass, la campagna vaccinale, la pressione psicologica verso l’immunizzazione anti-Covid, sono un attentato alla democrazia”. E non si tratta mica di no-vax da bar sport al quinto spritz. No, tale voci si levano da filosofi acclarati come Massimo Cacciari, Giorgio Agamben, Gianni Vattimo.
Protetti dal “chiagni e fotti” filosofico, si inalberano: “Come è potuto avvenire che un intero Paese sia crollato politicamente ed eticamente di fronte a una malattia?”. Una volta davanti all’insegna di una farmacia, lo spirito critico dei nostri sapienti grida all’apocalisse: ‘’L'agire politico ha lasciato il posto alla Scienza medica col risultato che siamo totalmente prigionieri della farmacopea’’. In breve, facciamola finita: indietro il vaccino, avanti l’estrema unzione, la salma è la virtù dei morti e salutame ‘a soreta.
Ogni limite ha una pazienza, ironizzava Totò, e cosa abbia fatto di male a tali sofisti la Scienza medica e il suo braccio più amato, la farmacia, non riusciamo a immaginarlo, nemmeno con l’Intelligenza Artificiale.
Anzi, vista la venerabile età dei nostri filosofi li vediamo festosi mettersi in fila a far incetta di pillole betabloccanti per scongiurare la pressione alta onde evitare di finire fulminati da un attacco cardiaco; oppure mettersi in tasca una capsula blu di Viagra, che ha concesso alla senilità dell’uomo di poter godere dei tempi supplementari per la sua vita sessuale.
Essì, in molti casi funziona più un Cialis che un pensiero di Heidegger. Il sole dell’avvenire, anziché dalle rivoluzioni politiche, è arrivato – e senza spargimenti di sangue – da un vaccino. L'umanità è cambiata non perché Karl Marx abbia scritto il Manifesto ma perché Gregory Pincus e John Rock hanno inventato la pillola anticoncezionale, che ha fornito una fortissima identità sociopolitica alle donne (più del femminismo).
Le rivoluzioni non le fanno le idee ma gli strumenti in grado di cambiare la realtà. La storia della civiltà umana si può ripercorrere attraverso gli oggetti: tipo la ruota, l’aratro, le armi da fuoco; l’invenzione della stampa di Gutenberg nel 1400 fu una mossa rivoluzionaria che ebbe immani conseguenze, leggi Rinascimento; l’auto e il treno hanno fondato la civiltà industriale, etc.
Negli Anni ‘70 il guru della rivoluzione digitale, Stewart Brand, disse: “Volete provare a cambiare la testa delle persone? Perderete tempo. Cambiate gli strumenti, i dispositivi, gli oggetti che hanno in mano e cambierete il mondo”. Certo, il pensiero è azione, nulla è producibile che non sia pensato.
Ma più ancora che i grandi movimenti artistici, le ideologie, la letteratura, sono i prodotti della Scienza medica che hanno separato la vita dalla morte, scongiurandola, e condotto tutti noi in una nuova chiesa, la farmacia, alla ricerca continua di un antidoto alla fine. Datemi retta, cari filosofi, inoculatevi una dose di “AstraSeneca”, il nuovo vaccino contro la variante ignorante.
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