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DAGOREPORT - BENVENUTI AL GRANDE RITORNO DELLA SINISTRA DI TAFAZZI! NON CI VOLEVA L’ACUME DI…
Silvia Fumarola per “la Repubblica”
Alle otto di sera, prima di andare a cena con due amici «per parlare d’altro, non di politica, perché mi voglio distrarre, voglio mettere la testa da un’altra parte» Rita Dalla Chiesa è quasi afona. Ha detto no a Giorgia Meloni, si sfila dalla corsa come candidata a sindaco di Roma. «Da ore non faccio che rispondere al telefono, mi ha fatto piacere scoprire tanto affetto nei miei confronti ma per fare il sindaco ci vogliono persone preparate: non è il mio mestiere».
Signora Dalla Chiesa, com’è nata la sua candidatura?
«Siamo andate con Giorgia Meloni a prendere un gelato da Giolitti, parlavamo della sua maternità, della solidarietà tra donne, ma evidentemente aveva in mente questa idea. A un certo punto mi fa: “Vorrei candidarti come sindaco a Roma”».
Sarà rimasta sorpresa.
«Le ho risposto: “Per carità di Dio”. Lei è stata molto carina ha insistito: “Dai Rita ci teniamo, io non posso per via del bambino, ma vorremmo che lo facessi tu. Sei la persona giusta”. Ha aggiunto: “Non lo diciamo a nessuno, deve rimanere tra noi”. E invece la notizia, non so come, è uscita su Dagospia: si è scatenato l’inferno».
Ma ci ha pensato davvero a diventare sindaco?
«Ci ho pensato, ma avevo dubbi fortissimi, non ci si improvvisa sindaco e amministratrice. Ho sempre fatto un altro lavoro, e lì non devo dimostrare niente a nessuno».
Porta un cognome importante per il nostro paese.
«È vero, è importante ma anche molto scomodo, molte porte si possono aprire e molte te le sbattono in faccia. Una cosa è certa: non mi faccio strumentalizzare».
Si era confrontata con la sua famiglia?
BERLUSCONI SALVINI MELONI BY BENNY
«Mio fratello Nando, a Berlino per una serie di conferenze, mi ha chiamato: “La politica è una brutta bestia. Se accettassi sapresti difenderti?”. Gli ho risposto: “Non credo”. È stato affettuoso. “Qui a Berlino – mi ha detto - ci sono persone di sinistra che ti voterebbero”. Poi mi sono confrontata con mia sorella Simona e con Giulia, mia figlia».
E ha deciso che era meglio vivere.
«Sì, all’una ho chiamato Giorgia e gliel’ho detto».
RITA DALLA CHIESA E FABRIZIO BRACCONERI
Quindi non ha più incontrato Berlusconi.
«L’appuntamento è saltato ma perché avevo avvertito Giorgia dicendole: “Non ce la faccio”. Il mio amico Umberto è arrivato dalla Spagna e mi ha tolto ogni dubbio: “Rita, è un ambiente non di leoni ma di iene”. Questa frase non me la scordo più ».
Lo sa che Matteo Salvini si era arrabbiato per la sua candidatura?
«L’ho saputo dopo, dalle agenzie e dalle telefonate, credo che ne facesse un problema di metodo. Sono fuori dalle logiche della politica. Mi dispiacerebbe che qualcuno abbia avuto da ridire sul mio nome. Ho sentito un tg che diceva “Salvini brucia Dalla Chiesa”, non mi ha bruciato nessuno. Mi sono sfilata ».
Che rapporto ha con la politica?
«Mi piace molto, la seguo in tv: da La 7, a “Ballarò” a “Porta a porta”. Sono una persona libera, ho le mie idee. Ma un conto è guardare la politica dalla poltrona un conto è essere coinvolta. Alla fine ho capito che i politici non dicono mai niente: difendono loro stessi ».
Cosa chiede a chi farà il sindaco a Roma?
«Di ridare dignità alla città, sanità e trasporti che funzionino e rispetto per gli anziani ».
rita dalla chiesa
rita dalla chiesa saluta fedele confalonieri
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