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Opuscolo informativo sul perché fare la guerra a Starlink
È solo perché Musk sta antipatico?
• No, assolutamente. Quella è la ragione per aizzare la folla e fare baccano. Le ragioni sono molto più profonde.
Tipo?
• Tipo che Starlink costerebbe meno di un decimo rispetto…
— Andrea Stroppa ? Claudius Nero's Legion ? (@andst7) January 6, 2025
1. OPUSCOLO INFORMATIVO SUL PERCHÉ FARE LA GUERRA A STARLINK
Andrea Stroppa ? Claudius Nero's Legion ?
Dal profilo “X” @andst7
È solo perché Musk sta antipatico?
GIORGIA MELONI E ELON MUSK NELLO SPAZIO - IMMAGINE CREATA CON L INTELLIGENZA ARTIFICIALE DI GROK
• No, assolutamente. Quella è la ragione per aizzare la folla e fare baccano. Le ragioni sono molto più profonde.
Tipo?
• Tipo che Starlink costerebbe meno di un decimo rispetto agli altri servizi ipotetici che ad oggi nemmeno esistono.
Ma Starlink è veramente il top?
• Governo cinese tramite la controllata China Satellite Network Group o Qianfan in diversi report hanno affermato che bisogna assolutamente recuperare il divario tecnologico con Starlink.
Ma quindi chi è che non vuole l’accordo?
ELON MUSK GIORGIA MELONI ANDREA STROPPA
• Quindi quelli che si sfregavano le mani e che promettevano su carta un servizio simile a Starlink da realizzare in non meno di 8 anni, si vedono portati via un sacco di soldi. Miliardi di euro.
E chi sono questi? Aziende italiane?
• Ma certo che no! Le aziende stra-interessate a sostituirsi a Starlink - anche se non hanno nulla fra le mani - sono aziende francesi e tedesche.
Ma non è che crea problemi alle società italiane di telecomunicazioni che installano la fibra o agli operatori?
• No, sono servizi complementari. È avere più opzioni proprio per essere più indipendenti e poter rispondere a esigenze particolari.
Ma quindi in definitiva a chi non va giù questo possibile accordo?
• Guarda le dichiarazioni. Guarda chi è uscito allo scoperto: parlamentari stranieri, giornali a Bruxelles, parlamentari italiani che hanno fatto da consulenti per aziende tecnologiche e di comunicazioni straniere. Siamo addirittura arrivati al punto di parlamentari tedeschi che si preoccupano per la sicurezza dell’Italia.
Magari sono preoccupati per davvero, no?
• Sì, certo. Strano che però non è mai successo questo polverone per gli appalti del cloud, delle infrastrutture delle telecomunicazioni, dell’acquisto di tecnologie. Contratti da miliardi e miliardi che però non si è mai letto una riga in giro e nessuno ha detto ‘Ah’.
Ma tu sei di parte?
• Sì, per questo ti invito a fare le tue ricerche indipendenti e verificare quello che scrivo.
LE PAURE DELL'EUROPA
Estratto dell'articolo di Marco Bresolin per “la Stampa”
[…] Lo scorso 16 dicembre la Commissione ha firmato il contratto con il consorzio SpaceRise per realizzare Iris², vale a dire «l'infrastruttura per la resilienza, l'interconnettività e la sicurezza via satellite». Porterà in orbita 290 satelliti per offrire un servizio di connettività sicura ai governi che servirà per esempio a gestire le frontiere e le situazioni di crisi, ma anche per assicurare la banda larga ad alta velocità alle imprese e ai cittadini.
DONALD TRUMP - ELON MUSK - GIORGIA MELONI
Per la concessione – che avrà una durata di 12 anni – sono stati stanziati 10,6 miliardi di euro. Ma 4,1 miliardi sono a carico delle aziende private che partecipano al programma, 500 milioni li versa l'Agenzia spaziale europea e 6 miliardi provengono dal bilancio dell'Ue che è finanziato con i contributi di tutti i 27 Stati membri.
Il che vuol dire che il costo per le casse dello Stato italiano è di circa 750 milioni di euro, vale a dire la metà di quanto Roma verserebbe a Musk per usare i suoi satelliti durante i prossimi cinque anni.
L'Italia ha un ruolo chiave in Iris² perché tra le imprese coinvolte c'è Telespazio, controllata da Leonardo, e soprattutto perché il Centro spaziale del Fucino (vicino L'Aquila) sarà il principale centro di controllo del programma satellitare. Tanto che, meno di un anno fa, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy aveva celebrato l'annuncio descrivendo il programma come un passo «cruciale per la sicurezza e la sovranità digitale del nostro continente».
A spingere il governo tra le braccia di Starlink potrebbero essere stati i ritardi che hanno fatto slittare l'avvio di Iris². Inizialmente previsto per il 2027, il lancio avverrà soltanto nel 2030.
Ma nei prossimi cinque anni i governi Ue si sono impegnati a collaborare tra di loro con un'iniziativa temporanea che assicurerà l'integrazione attraverso «un approccio incrementale».
Per superare la frammentazione, quest'anno partirà il programma GovsAtCom che prevede la messa in rete e la condivisione della capacità satellitare dei singoli Stati membri.
Ma è chiaro se uno di questi dovesse scegliere di imboccare la nuova Via della Seta satellitare tracciata da Musk, il tentativo di fare fronte comune nel nome dell'autonomia e della sovranità digitale finirebbe per disintegrarsi.
2. ELON SUI SATELLITI VA DI FRETTA, PER SCHIANTARE I RIVALI EUROPEI
Estratto dell’articolo di Carlo Di Foggia per “il Fatto quotidiano”
GIORGIA MELONI - DONALD TRUMP - ELON MUSK - IMMAGINE CREATA CON L IA E PUBBLICATA DA ANDREA STROPPA
[…] Della trattativa si parla da tempo. In ballo c’è un contratto quinquennale da 1,5 miliardi per fornire un sistema di comunicazione satellitare sicuro.
Il governo ha spalancato la strada a Musk a giugno con la legge sull’economia dello spazio (ora in discussione alla Camera) che consente di dotarsi di una rete internet di riserva via satelliti a bassa quota, da affidare a società europee o di Paesi Nato.
Musk ne è quasi monopolista. L’attenzione per l’affare è emersa per caso nell’inchiesta della Procura di Roma sulla presunta corruzione nel colosso pubblico Sogei.
Gli uomini della Finanza hanno intercettato l’ufficiale di Marina Antonio Masala, distaccato allo Stato Maggiore della Difesa, a passare informazioni a Stroppa sulla commessa miliardaria per un sistema di comunicazioni satellitari di tipo militare per connettere ambasciate e sedi di intelligence. Entrambi sono indagati per corruzione.
L’inchiesta non ha fermato i colloqui, che però non si sono chiusi. A giugno in SpaceX hanno festeggiato la legge sullo spazio, perché oggi in bassa orbita sono gli unici a fornire quel servizio sia in ambiti civili (Starlink) sia militari (Starshield). Musk è partito prima, ha investito di più, ha già in orbita 7 mila satelliti e nel 2025 progetta di lanciarne altri 180.
L’alternativa Ue, il progetto franco-spagnolo-lussemburghese Iris 2 sta partendo solo ora e punta per il 2030 a 290 satelliti operativi, di cui 270 in orbita bassa. Dieci miliardi i fondi previsti, ma il ritardo accumulato, specie sui lanciatori, è enorme, al punto che quelli del sistema Ue Galileo ad aprile scorso li ha mandati in orbita SpaceX (il francese Ariane 6, costoso, è solo all’inizio).
L’Italia è fuori dal consorzio, ma è tra i subappaltatori con Thales Alenia Space (joint venture tra la francese Thales al 67% e Leonardo al 33%) e Telespazio (Leonardo al 67% e Thales al 33%). Proprio un accordo tra SpaceX e Telespazio, a giugno scorso, ha aperto la porta di Starlink in ambito civile a diversi ministeri, dalla Difesa agli Esteri, con i primi (piccoli) contratti. Leonardo dialoga da tempo con SpaceX, tanto più che non si riesce a chiudere l’accordo con Thales/Airbus per una piattaforma comune sullo spazio.
La richiesta di una rete di riserva satellitare è arrivata da Palazzo Chigi, condivisa dalla Difesa, ma è difficile capire se l’esigenza imponga davvero tempi così stretti o se a pesare sia soprattutto la possibilità di accontentare il miliardario più vicino al futuro presidente Usa, l’uomo di punta nei programmi spaziali dove il tycoon promette investimenti miliardari.
Di certo Musk ha fretta, non vuole rivali nemmeno potenziali, tantomeno a livello europeo, e vuole sfruttare gli ottimi rapporti con Meloni per chiudere il primo accordo del genere con un Paese Ue.
La stessa legge italiana aprirebbe poi a Starlink la possibilità di entrare nei bandi Pnrr per portare la connessione ultraveloce nelle aree rurali del Paese. In quelle “grigie”, a parziale fallimento di mercato, l’ex Tim Fibercoop (venduta al colosso Usa Kkr) e Open Fiber (controllata dalla pubblica Cdp) gestiscono 1,8 miliardi di fondi Ue, ma finora hanno collegato solo un terzo degli edifici previsti. […]
elon musk con la capsula dragon crew elon musk festeggia il lancio della crew dragon di spacex
lancio satelliti starlink spacexiris2lancio satelliti starlink spacex GIORGIA MELONI - DONALD TRUMP - ELON MUSK - IMMAGINE CREATA CON L IA E PUBBLICATA DA ANDREA STROPPAlancio satelliti starlink spacex lancio satelliti starlink spacex lancio satelliti starlink spacex lancio satelliti starlink spacex
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