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DAZI AMARISSIMI PER L’UE! LA RISPOSTA ALLA GUERRA COMMERCIALE USA SPACCA L’EUROPA - FRANCIA, AUSTRIA, GERMANIA E POLONIA SONO PER LA LINEA DURA, ITALIA, SPAGNA UNGHERIA E PAESI BASSI PREFERISCONO MEDIARE – GIORGETTI CHIEDE DI SOSPENDERE IL PATTO DI STABILITÀ EUROPEO E AMMONISCE: “UNA POLITICA DEI CONTRO-DAZI E' DANNOSA PER TUTTI”- L'ESECUTIVO COMUNITARIO METTE A PUNTO TARIFFE ALLE HARLEY-DAVIDSON E AI PICK-UP "MADE IN USA", STRETTE SUL BOURBON E PENSA DI COLPIRE I GIGANTI DEL WEB…
Emanuele Bonini Federico Capurso per la Stampa - Estratti
giancarlo giorgetti giorgia meloni foto lapresse.
Agire con determinazione e soprattutto con concertazione. La risposta dell'Ue ai dazi Usa vuole essere ferma e concordata. La Commissione europea vuole evitare divisioni in un momento in cui serve una compattezza tutt'altro che scontata. Francia, Austria e Germania vorrebbero una risposta muscolare, Ungheria, Italia e Paesi Bassi vorrebbero mediare, e la Repubblica Ceca preferirebbe negoziare, ma non si tira indietro di fronte all'idea di uno scontro commerciale.
L'esecutivo comunitario cerca di serrare i ranghi dell'Europa degli Stati al momento sparpagliati lavorando con le capitali ad una strategia che dovrebbe essere svelata lunedì. E in fin dei conti è quel che cercano di fare anche Giorgia Meloni e il suo ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, chiamati a trovare una sintesi tra la Lega che chiede di aprire trattative bilaterali Roma-Washington, bypassando l'Europa, e Forza Italia che invece continua a sostenere un negoziato europeo.
«Bruxelles è in contatto continuo e dettagliato con gli Stati membri» proprio per definire la risposta appropriata ed evitare fughe in avanti di alcuni Paesi, ha voluto chiarire Olof Gill, portavoce responsabile per le questioni commerciali della Commissione Ue. Si vogliono fare le cose per bene: non cedere ma neppure innescare una spirale anti-crescita e inflattiva per il bene della tenuta economica. Allo stesso tempo si cercano di scongiurare divisioni interne che farebbero il gioco del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump.
Il presidente francese, Emmanuel Macron, suggerisce di sospendere gli investimenti negli Stati Uniti, ma «non è la Francia che negozia a nome dell'Ue», è il secco commento che arriva dalla Commissione, attenta a evitare una delegittimazione e a scongiurare iniziative bilaterali, siano esse contro-dazi o negoziati. Anche Ungheria e Slovacchia iniziano a ragionare a soluzioni bilaterali. Come Matteo Salvini, che rilancia: «In attesa di portare a casa una trattativa utile con gli Usa, azzeriamo le politiche suicide europee, che stanno massacrando le nostre imprese».
giancarlo giorgetti giorgia meloni al senato
Ma il leader di Forza Italia, Antonio Tajani frena sull'idea di un negoziato Roma-Washington: «Trattare con gli Usa in materia commerciale è competenza esclusiva della Commissione europea». Giorgetti è d'accordo: «Il governo deve portare i suoi interessi in Europa, nella consapevolezza che la politica commerciale è di competenza europea».
Ma chiede anche, per lasciare uno spazio di manovra alla "sua" Lega, di sospendere il Patto di stabilità europeo in modo da sostenere i settori produttivi più colpiti dalle nuove tariffe americane e ammonisce: «Una politica dei contro-dazi sarebbe dannosa per tutti».
L'esecutivo comunitario sta mettendo a punto quello che può. Tariffe alle Harley-Davidson e ai pick-up "Made in Usa" in risposta ai dazi americani su ferro e alluminio europei, strette sul bourbon, la possibilità di avviare un contenzioso dinanzi all'Organizzazione mondiale per il commercio (Wto) e ricorrere allo speciale Strumento anti-coercizione Ue, che può imporre limitazioni di mercato alle aziende di servizi, incluse quelle del settore tecnologico e finanziario.
La Commissione Ue riflette anche sulla possibilità di colpire i giganti del web come Google o X, gli operatori di Wall Street, e le banche. «Ogni opzione è sul tavolo», ripetono a Bruxelles. Non si esclude nulla, fermo restando l'obiettivo di una soluzione concordata che eviti guerre commerciali e l'imperativo di una risposta coordinata con gli Stati membri, una prova di unità a 27 in un momento di esistenziale importanza. I contatti continui tra Bruxelles e le altre capitali serve proprio a questo, anche in vista dalla riunione del consiglio Affari esteri dedicato al commercio in programma lunedì a Lussemburgo.
Le relazioni con Washington sono in agenda, con la presidenza polacca sul piede di guerra. Varsavia vorrebbe «risposte adeguate», con Austria, Francia e Portogallo pronti alla linea dura.
giancarlo giorgetti giorgia meloni foto lapresse.
A questo gruppo sono pronti ad aggiungersi Germania e Repubblica Ceca, se i tentativi negoziali e di conciliazione non dovessero produrre gli effetti desiderati.
Ma l'alleanza dei cauti appare più numerosa: Italia, Spagna, Ungheria, Slovacchia, Belgio, Paesi Bassi, Lussemburgo, Lituania, Svezia, Finlandia, Irlanda.
E proprio come per la gestione del conflitto in Ucraina, anche il Regno Unito sta conoscendo una nuova stagione di feeling con l'Ue grazie alla decisione Usa di dazi sui prodotti europei. Il premier britannico Keir Starmer si è intrattenuto col presidente francese Macron e anche se sostengono che «una guerra commerciale non è nell'interesse di nessuno» hanno aggiunto che «nulla deve essere escluso».
In un momento storico in cui l'Ue perde un alleato tradizionale, un vecchi partner torna ad essere amico.
URSULA, LA KAISER DI BRUXELLES - L ACTION FIGURE CREATA CON CHATGPT
keir starmer
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