
JOHN KENNEDY E’ STATO IL PIÙ INFEDELE PUTTANIERE DEL XX SECOLO MA SUA MOGLIE JACQUELINE S’ATTACCAVA…
Laura Cesaretti per "il Giornale"
Lo voterà alle primarie, perché «lo conosco, lo stimo, è una persona per bene», e anche perché «mi dà un senso di tranquillità e stabilità , più di qualsiasi altro» (e soprattutto più di quel peperino irriverente di Renzi, che non si è riusciti a far ballare al ritmo di Repubblica).
L'endorsement dell'Ingegnere per Pier Luigi Bersani è arrivato, e non certo inaspettato: Repubblica la sua campagna pro-segretario la fa da mesi. E d'altronde uno dei più stretti consiglieri di Bersani, lo storico Michel Gotor, è uomo della scuderia Repubblica e autore, appena due giorni fa, di un'entusiastica recensione dell'ultimo libro di Carlo De Benedetti, «Mettersi in gioco», come minimo «un testo pieno di passione civile».
Endorsement a doppio taglio, però, perché sotto sotto De Benedetti continua a tifare per Monti, l'uomo che «ha ridato credibilità a questo Paese», anche se ora il futuro «è in mano agli elettori». Ieri, ospite in tv da Fabio Fazio, l'editore di Repubblica è stato prudente. A ottobre, quando già aveva annunciato il voto pro-Bersani alle primarie, era stato più esplicito: «Monti ce lo invidiano ovunque, e io mi auguro che dopo le elezioni possa rimanere e continuare il suo lavoro». In sintonia con la dichiarazione di voto del candidato premier della Spd Steinbruck: entrambi vogliono che Bersani vinca le primarie, ma che a Palazzo Chigi resti Monti.
Di certo, però, De Benedetti ha (per il momento) archiviato i giudizi pesanti che, sullo stesso Bersani aveva espresso in altre occasioni: «Eccellente persona, ottimo ministro, ma come comunicatore è più efficace nella versione Crozza che in quella originale», diceva in una intervista al Corriere nel 2011. E nel 2010, nel libro-intervista di Paolo Guzzanti, lo aveva definito «totalmente inadeguato come leader», aggiungendo che «lui e D'Alema stanno ammazzando il Pd».
Ieri, risparmiato Bersani, l'Ingegnere ha preferito dedicare il suo sarcasmo all'ad Fiat Marchionne, «grande ristrutturatore» di aziende, ma con metodi a dir poco degni di Hitler: a proposito dei 19 operai messi in mobilità dal Lingotto, ironizza, «è andata anche bene: poteva fare uno ogni dieci come i tedeschi». Pomigliano come le Fosse Ardeatine, insomma.
Le primarie sono ormai al via: ieri si sono aperte le «preiscrizioni» per votare alle primarie. Ma dopo la pronuncia del Garante della Privacy (che a detta della portavoce bersaniana Moretti «non cambia nulla») il Pd è stato costretto a mandare al macero e a ristampare ben 6 milioni di moduli, già spediti in giro per l'Italia. Il Garante ha infatti imposto di modificare l'appello pubblico che gli elettori devono sottoscrivere, mettendo in chiaro che i nomi dei firmatari non potranno essere resi pubblici. Un duro colpo, soprattutto per il tesoriere Misiani che dovrà pagarli.
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