DAGOREPORT - PER RISOLVERE LA FACCENDA ALMASRI ERA SUFFICIENTE METTERE SUBITO IL SEGRETO DI STATO E…
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1. IL DOPPIOGIOCO DEL SINDACO
Con l'apertura alla destra, Vincenzo De Luca ha chiuso la partita primarie a sinistra. Che lo abbia fatto volontariamente o meno, è difficile dirlo. Ma l'endorsement del sindaco di Salerno alle liste e ai consiglieri in libera uscita dalla coalizione avversaria (“Se danno una mano, nessun imbarazzo”) sarà l'alibi perfetto per impedire la celebrazione della conta interna al Pd per la scelta del candidato governatore. Renzi, che pur è un contraente del Patto del Nazareno, non consentirà mai che le primarie in Campania, dopo i cinesi del 2011, siano inquinate o addirittura decise dai rivali.
Per questo, è sempre più vicina e possibile l'indicazione di una investitura esterna – concordata coi parlamentari e i vertici del partito campani – in vista della tornata del marzo 2015. In quest'ottica, va letta l'intervista di Simona Brandolini al prossimo conduttore della Leopolda, il renzianissimo Gennaro Famiglietti che, sul “Corriere del Mezzogiorno” di oggi, dice: “Per il clima che c'è non si possono fare le primarie.
Serve una figura che unifica e pacifica il partito. Non ho nulla contro De Luca e Cozzolino, ma con loro inevitabilmente si va alla conta, certifichiamo la divisione, non ne facciamo una grande festa, ma una guerra. E col passare dei giorni il clima di incertezza rende sempre più precaria la situazione”. Chiaro, no?
D'altronde, De Luca non ha mai nascosto una certa trasversalità nelle competizioni elettorali, e la richiesta ufficiale di voti allo schieramento nemico non fa che confermarlo. Probabilmente, lo ha fatto anche durante le scorse regionali, quelle perse nel 2010, se è vero quel che racconta a verbale Giuseppe Amato jr, rampollo della dinastia di industriali della pasta sott'inchiesta per bancarotta a Salerno.
Dice Amato jr che De Luca, avendo intuito che la nomination di Stefano Caldoro, poi eletto, era osteggiata dall'ala cosentiniana del Pdl, aveva provato il colpo di mano contattando nientemeno che Luigi Cesaro, allora potente coordinatore provinciale azzurro, per un accordo sottobanco.
“Parlammo con Aniello, il fratello maggiore, ma dopo tre minuti decise di non chiamare Cesaro”, racconta Amato jr. La proposta del sindaco non li aveva convinti. A distanza di qualche giorno, De Luca avrebbe “massacrato” Cesaro durante la sua infuocata requisitoria su “Giggino la polpetta” sterminatore di congiuntivi in piazza del Plebiscito.
2. LA REGIONE NOMINA PRESIDENTE DELLA SCUOLA DI POLIZIA LOCALE CONSIGLIERE INDAGATO PER TRUFFA
Co.Sa. per “La Repubblica”
Accusato di truffa aggravata per aver intascato rimborsi non dovuti per 31 mila euro, ammette tutto in Procura e va verso il rinvio a giudizio. Risultato? La Regione guidata da Stefano Caldoro, ormai in piena campagna elettorale, addirittura lo “premia” con nuovo e prestigioso incarico. Così il consigliere regionale Raffaele Sentiero - inizialmente della lista “Noi Sud”, ora entrato in Ncd - viene nominato ieri presidente della scuola regionale della polizia locale. Sembra una boutade, ma è realtà.
La scelta, attuata con decreto del governatore Caldoro, viene salutata con «personale e istituzionale soddisfazione» dall'assessore al Lavoro, Severino Nappi. Il cui entusiasmo sfiora l'involontaria comicità quando prevede - testuale - «il buon corso del suo incarico» in virtù « della sua esperienza di lungo corso», e auspica che il nuovo vertice porti la scuola «verso l'eccellenza campana».
Sentiero, beninteso, non è l'unico indagato nel capitolo fondi regionali: anzi la quasi totalità dei consiglieri è stata travolta dall'inchiesta del pm della Procura di Napoli Giancarlo Novelli che si articola ormai in vari filoni. Ma analoga totale rimozione è attuata dal sottosegretario di Stato alla Difesa, Gioacchino Aliano, nella sua veste di coordinatore regionale di Ned, che rivolge a Sentiero «auguri di buon lavoro per l'importante nomina, in una regione in cui la formazione delle future forze di polizia è particolarmente strategica per la lotta alla microcriminalità organizzata e alle mafie». In effetti, ci voleva un inquisito.
vesuviosegreto@gmail.com
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