DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL…
Superbonus per Dagospia
Ai tempi della politica spettacolo il ministro Pier Carlo Padoan deve aver pensato che e' meglio rischiare di passare per incompetenti che per tifosi della Lazio. Così ieri ha presentato un Documento di programmazione economica e finanziaria (Def) sforzandosi di non ridere quando descriveva le coperture (assai illusorie) per 16 miliardi, a fronte di mancati introiti (reali) per la stessa cifra.
Le dimissioni, l'aquilotto Padoan le ha minacciate solo quando Renzie ha alluso a una sua presunta fede biancazzurra. Uno sketch da Bagaglino ai tempi di Twitter che ha trovato il suo punto più alto quanto il premier ha detto: "Ci siamo mantenuti bassi sulle stime di crescita", aumentando le proiezioni del Fondo monetario internazionale per il 2014 "soltanto" del 25%.
Il povero Lurch Cottarelli (addetto all'ormai mitologica Spending review) deve aver vissuto in diretta il film delle proprie dimissioni quando e' stato annunciato un taglio della spesa di 4,5 miliardi nel solo secondo semestre 2014. Il governo di Lettanipote, dove pure c'era un certo Gelatina Saccomanni che quanto a ottimismo era messo bene, di miliardi ne aveva stimati solo tre.
Questi quattro miliardi e mezzo di Pittibimbo vorrebbero quindi dire un taglio di spese di 9 miliardi nel 2015 (2 semestri), una manovra finanziaria in piena regola che si basa tutta sulle spalle di un uomo che non e' neanche stato eletto. Ma queste ormai sono sottigliezze da politologi, evidentemente.
Il sogno della Renzi-nomics si basa sulla velocità e sulla sfida continua da cartone animato, in perfetto stile Willy Coyote e Beep Beep. "Prova a prendermi!" è il grido di battaglia di Beep Beep Renzi. Cosi' si inventa 12 miliardi di privatizzazioni fatte di partecipazioni in aziende di Stato con in testa le Poste e soprattutto gli immobili pubblici, probabilmente includendoci dentro anche laghi e spiagge. Un piano che si dovrebbe sviluppare in due anni, per ricavare più soldi di quanti se ne siano raccolti negli ultimi 20.
La congrega degli eletti, dei nominati, degli alti mandarini di Stato e dei commentatori liberi e accettati, già per propria natura poco propensa alle prove di forza, ha paura a contraddire più di tanto il Rottam'attore perché non vuole essere dipinta coma una banda di vecchi gufi menagrami.
L'ex campioncino della â'Ruota della fortuna'' viaggia veloce sui numeri delle promesse elettorali verso le elezioni europee e poco importa che il quadro macroeconomico del Def sembri scritto all'asilo Mariuccia. Per rimpinguare un documento che al momento somiglia più alla cabala napoletana che a un vero atto di governo, sono state allegate tutte quante le raccomandazioni della Commissione europea. Un copia e incolla che al Tesoro italiano non si era visto neanche ai tempi dell'ex compagno di partito di Renzi, il mitico Cirino Pomicino.
Ma abituiamoci a questo spettacolo, fino a quando le banche centrali continueranno a stampare moneta a nastro, i Renzi di tutto il mondo potranno portare la fantasia a prevalere sui numeri e le spese elettorali ad affondare i conti pubblici. La Francia del Duca di Orleans visse un periodo felice e prospero grazie alla stampa di denaro. Poi quando la bolla scoppiò, qualcuno fece la Rivoluzione.
Renzie ha la gran fortuna che da noi, al posto di Robespierre, c'è solo Beppe Grillo.
RENZI E PADOAN PADOAN FIDUCIA AL GOVERNO RENZI IN SENATO FOTO LAPRESSE COTTARELLI SACCOMANNI E LETTA RENZIMATTEO RENZI E PIERCARLO PADOAN BEPPE GRILLO E MIKE BONGIORNO MATTEO RENZI E PIERCARLO PADOAN
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