DEFICIENTI SENZA DEFICIT: L’ITALIA ESCE DALLA LISTA DEI CATTIVI MA RESTA SORVEGLIATA SPECIALE

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Fa. Sav. per "Corriere.it"

Il presidente del Consiglio, Enrico Letta e della commissione europea, Barroso (Ansa)
«L'uscita del nostro Paese dalla procedura europea per i disavanzi eccessivi è motivo di grande soddisfazione». Parole e pensieri del presidente del Consiglio, Enrico Letta, che aggiunge: «Il merito è dello sforzo sostenuto da tutti gli Italiani, che devono essere orgogliosi di questo risultato».

Enrico Letta poi osserva: «Raccogliamo il frutto del lavoro dei precedenti governi, in particolare di quello presieduto da Mario Monti, al quale va il mio personale ringraziamento. Quanto all'attuale esecutivo, l'impegno è quello di rispettare gli obblighi assunti in sede europea e di applicare il programma sul quale il Parlamento ha votato la fiducia».

LA CHIUSURA DELLA PROCEDURA - La Commissione Ue questa mattina aveva raccomandato ai ministri finanziari europei di chiudere la procedura per deficit pubblico eccessivo a carico dell'Italia, che era stata aperta nei confronti nel 2009, dopo che i conti pubblici avevano sforato il tetto del 3% del rapporto deficit/pil fissato dai parametri di Maastricht. La raccomandazione adottata oggi dalla Commissione Ue dovrà ora essere formalmente approvata dall'Ecofin e dal Consiglio europeo.

LA SVOLTA SUL DECRETO IMU/CIG - Il punto di svolta è stato raggiunto con approvazione del decreto Imu-Cig», ha detto invece il ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni, commentando la chiusura della procedura per deficit eccessivo dell'Italia. «Da un un lato - spiega - il decreto ha fissato le nuove disposizioni dell'Imu e poi il sostegno alla cig ma anche l'obiettivo di riforma della tassazione e degli ammortizzatori sociali. Ha messo infine clausole di salvaguardia molto chiare sull'obiettivo di finanza pubblica».

LA DECISIONE - Bruxelles ha preso questa decisione in quanto il deficit italiano, secondo le previsioni macro-economiche, resterà - anche se di poco - sotto la soglia del 3% per quest'anno e il prossimo. L'Italia resta comunque sorvegliata speciale. L'esecutivo Ue raccomanda infatti al governo di andare avanti sulla strada delle riforme strutturali rendendo tra l'altro più flessibile il mercato del lavoro, spingendo sulle liberalizzazioni, snellendo la burocrazia e riformando la giustizia civile per dare più certezza agli investitori.

«NON ALLENTI GLI SFORZI» - Tuttavia il presidente della Commissione Ue Josè Barroso ha smorzato i facili entusiasmi: «Non possiamo dire che l'Italia deve allentare i suoi sforzi, ha un alto livello di debito e ha anche problemi di competitività simili a quelli della Francia, negli ultimi due decenni ha perso quote di mercato, ha un grande lavoro da fare».

MARGINI STRETTI - E gli ha fatto eco il commissario agli affari economici Olli Rehn: L'Italia ha margini molto stretti sui conti perché deve tenere il deficit sotto il 3, e «ha già usato la maggior parte dei margini che aveva per pagare i debiti della pubblica amministrazione».

«È molto importante - ha aggiunto ancora Rehn - che l'Italia abbia accettato di introdurre forti garanzie che possono scattare durante quest'anno per assicurare che il deficit si mantenga sotto il 3% del Pil. Questa - ha aggiunto - era una delle condizioni perché noi potessimo proporre l'abrogazione della procedura di deficit eccessivo per l'Italia». Quanto al margine di manovra, «una gran parte è stata utilizzata per il ripagamento dei debiti della pubblica amministrazione, per fornire liquidità alle piccole e medie imprese, uno stimolo all'economia».

 

 

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