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1 - LA STRANA FUGA DI DELL'UTRI/1
Maurizio Belpietro per "Libero quotidiano"
Ma se da mesi la magistratura sapeva che Dell'Utri voleva prendere il volo e se gli uomini della Dia non lo hanno mai perso di vista, tanto che da giorni si trovavano a Beirut, non è che si aspettasse proprio la sua fuga disperata per legittimare la condanna e buttare la chiave?
2 - ORLANDO: TORNI IN ITALIA MA SULL'ESTRADIZIONE SARÃ BATTAGLIA LEGALE
Liana Milella per la Repubblica
Ma Dell'Utri quando tornerà in Italia? à questo il problema su cui, già da ieri, sta lavorando il Guardasigilli Andrea Orlando. Rientrato a Roma a precipizio per firmare subito la richiesta di arresto provvisorio ai fini dell'estradizione, il ministro ha assicurato «che sono già state avviate tutte le procedure necessarie per garantirla».
Il primo passo è attendere la sentenza della Cassazione. Conferma della pena e quindi condanna definitiva: in questo caso scatterà entro 30 giorni la richiesta di estradizione vera e propria, che dovrà tenere conto di una nuova e definitiva richiesta di arresto della procura generale di Palermo per eseguire la condanna. Qualora la Cassazione annullasse la sentenza, Dell'Utri sarebbe libero. Se annullasse con rinvio a nuovo appello toccherà sempre a Palermo decidere se confermare o meno la richiesta di arresto per pericolo di fuga.
Tempi e possibili ostacoli, che appaiono minimi, nel caso dell'estradizione. Italia e Libano sono legati da un trattato di assistenza giudiziaria siglato nel 1970, ratificato nel â74 e in vigore dal â75. Lì è scritto con nettezza, all'articolo 16, che l'estradizione è possibile in tutti i casi di imputati che rischiano una pena di «almeno un anno per crimini o delitti puniti dalle leggi delle parti contraenti» e di condannati «per crimini o delitti puniti dalla legge dello Stato richiesto con pena restrittiva di almeno di almeno sei mesi».
La pena di Dell'Utri rientra ampiamente nella casistica. Non solo: la formulazione del trattato dovrebbe escludere le preoccupazioni di chi teme che il reato contestato, il concorso esterno in associazione mafiosa, non possa essere oggetto di estradizione in quanto non ha un omologo delitto nel codice libanese. Ma, a leggere bene, il trattato parla, nel caso dei condannati, di legge dello Stato richiedente, quindi l'Italia. In ogni caso, anche in Libano esiste il delitto di "associazione dei malfattori", la nostra associazione a delinquere, rispetto alla quale il concorso esterno è un crimine di rango inferiore per gravità . à facile prevedere una battaglia legale, ma l'Italia dovrebbe spuntarla e ottenere l'estradizione di Dell'Utri.
3. LA STRANA LATITANZA IN HOTEL CON CARTA DI CREDITO E CELLULARE
Mariateresa Conti per "il Giornale"
Questa è la storia di una finta «cattura », se per cattura si intende quella di un latitante che si è dato alla macchia e viene scovato. La finta cattura di un latitante, Marcello Dell'Utri, che tale non sembra davvero, visto che gli inquirenti sapevano benissimo che era in Libano («dal 3 aprile», è scritto nell'ordine d'arresto).
Un latitante a dir poco sui generis , e che da latitante non si è comportato, considerato che stava in uno degli alberghi più noti di Beirut, e usava telefonino cellulare e carta di credito, cioè i mezzi più tracciabili al mondo. Uno che vuol nascondersi e si comporta così, non ha chance : o è stupido, e tutto si può dire dell'ex senatore Pdl tranne che sia uno sciocco; o ha una voglia matta di essere catturato, e fa di tutto per essere rintracciato; oppure ancora, semplicemente, non è un latitante, e quindi non prende precauzioni perché non si nasconde.
Ci sono troppe incongruenze e aspetti che non tornano nella latitanza di un Marcello Dell'Utri che sino all'ordine d'arresto chiesto dai giudici palermitani lo scor¬so 7 aprile e che ha avuto il via libera il giorno dopo, l'8 aprile,era un normale cittadi¬no, condannato,sì,in tre processi-quello di primo grado e i due d'appello-ma ancora un presunto innocente, se l'articolo 27 della Costituzione non è solo un'opinio¬ne, in attesa di sentenza definitiva. Esaminiamo i fatti.
Il caso esplode due giorni fa, quando lo scoop del cronista Riccardo Arena, sulla Stampa e sul Giornale di Sicilia , rivela la notizia: la corte d'appello di Palermo ha emesso un ordine di arresto di Dell'Utri, ma non è stato possibile eseguirlo perché l'ex senatore Pdl non è stato trovato. Può essere in Guinea Bissau, a Santo Domingo, oppure in Libano. Da Beirut arriva una smentita: l' Ansa cita «fonti ben informate a Beirut» che escludono che il ricercato sia nella capitale libanese.
Ma che Dell'Utri si trovi a Beirut, o che almeno a Beirut si trovasse il 3 aprile,dunque pochi giorni prima dell'ordine di arresto che porta la data del 7 aprile, lo dicono i giudici.Guardate cosa scrive il pg nella richiesta d'arresto: «La Dia, grazie a particolari indagini tecniche effettuate, ha localizzato in data 3 aprile un'utenza mobile sicuramente riferibile a Dell'Utri proprio nei dintorni della città libanese di Beirut ».
E dove sta Dell'Utri?à ospite di qual¬che amico compiacente? à in qualche casa isolata, cellulare disattivato (anche i bambini sanno che il telefonino, se non togli la batteria, dice dove sei anche da spento) e pile di libri a fargli compagnia? Ma no,Dell'Utri sta nel centro di Beirut,in un notissimo hotel a cinque stelle, il Phoenicia, panorama mozzafiato sul Mediterraneo, piscina da mille e una notte e altre amenità .
E che fa Dell'Utri,oltre ad accen¬dere il telefonino e a far sapere, appena appreso di essere diventato un latitante, che non intende sottrarsi alla sentenza? Usa pure la carta di credito. Anche se ha con sé,dicono da Beirut,«alcune decine di migliaia di euro» in contanti. Decisamente più pratici se non devi lasciare tracce. Proprio un dilettante, come latitante.
Che accadrà ora? Tutto dipende dall'udienza di convalida del fermo, fissata per domani. Dell'Utri potrebbe essere trattenuto sino all'estradizione. Oppure potrebbe essere rimesso in libertà . Di certo difficilmente, come vorrebbero i giudi¬ci, sarà in Italia per il verdetto di martedì della Cassazione.
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