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Elena Tebano per il "Corriere della Sera"
Basta poco, molto poco per allungarsi la vita e ridurre il rischio di infarto o ictus: duemila passi al giorno. Un chilometro e mezzo, 20 minuti. I patiti dello shopping milanesi li percorrono quasi senza accorgersene: una delle strade più amate per gli acquisti, corso Buenos Aires, è lunga poco meno. Duemila passi sono circa quelli necessari per andare e tornare tra Piazza Venezia e il Colosseo, a Roma, magari approfittando della nuova area pedonale.
A calcolare per la prima volta il percorso minimo salva-vita è uno studio dell'università britannica di Leicester, appena pubblicato sulla rivista The Lancet , che ha preso in considerazione oltre novemila persone di 40 Paesi. I dati dicono che con duemila passi la probabilità di sviluppare disturbi cardiovascolari mortali diminuisce dell'8%. I ricercatori hanno analizzato pazienti affetti da intolleranza glucidica, la scarsa capacità di metabolizzare gli zuccheri considerata un precursore del diabete (affligge l'8% della popolazione mondiale, 344 milioni di persone che saliranno a 430 nel 2030).
«Chi ne soffre è più a rischio di malattie cardiovascolari - spiega il professor Thomas Yates, che ha coordinato la ricerca -. Mentre altri studi hanno riscontrato che l'attività fisica li aiuta a stare in salute, questo è il primo che quantifica in modo specifico quanto un cambiamento del tempo passato a camminare possa influire concretamente sul rischio di morte per infarto e ictus». Ogni duemila passi in più al giorno lo fanno scendere di un ulteriore 10%.
Sono camminate alla portata di chiunque, anche in città : basta prendere un po' meno la macchina o scendere qualche fermata prima se si viaggia con i mezzi. «Non occorre andare di fretta, la camminata tranquilla fa bene ed evita anche di contrarre i muscoli del collo o della schiena: è il modo migliore per accendere il corpo e insieme è una forma di meditazione dinamica», conferma Gabriele Corradi, personal trainer e fondatore della «Palestra del riposo», a Milano.
Ne è convinto anche lo scrittore Antonio Moresco, 66 anni, vincitore del premio Andersen 2008 per la letteratura per ragazzi e tra i fondatori del blog letterario Nazione Indiana , che cammina da quando era trentenne. «Ho iniziato in modo un po' istintivo, perché non riuscivo a dormire, avevo delle grandi tensioni dentro che mi facevano stare male - racconta -. I primi tempi uscivo nel mio quartiere di sera. Presto mi sono accorto che non solo stavo meglio fisicamente, ma mi regalava un vuoto creativo per la mente. I miei libri li ho scritti con i piedi», sorride.
Oggi Maresco ha messo su un'associazione, «Cammina cammina», che fa di questo «gesto automatico e naturale per la nostra specie» un impegno civile: ha organizzato pellegrinaggi di denuncia da Milano a Scampia, fino all'Aquila, dall'Italia a Strasburgo. L'unico rischio dei duemila passi al giorno è che non bastino più.
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