putin hacker

DIETRO L'ATTACCO HACKER CHE HA PARALIZZATO GLI AEROPORTI C'E' LO ZAMPONE DI PUTIN? - LA STRANA "COINCIDENZA": MENO DI UNA SETTIMANA FA, L'AZIENDA CHE PRODUCE IL SOFTWARE MANDATO KO DAI PIRATI INFORMATICI HA FIRMATO UN CONTRATTO CON LA "NATO" PER LA "PIANIFICAZIONE E LA GESTIONE DELLA GUERRA ELETTRONICA" - LA SOCIETA' AMERICANA SI CHIAMA  "COLLINS AEROSPACE" E PRODUCE IL PROGRAMMA CHE GESTISCE LE PROCEDURE DI IMBARCO DEGLI AEROPORTI DI LONDRA, BRUXELLES E BERLINO, CHE IERI SONO ANDATI IN TILT - GLI HACKER NON HANNO CHIESTO UN RISCATTO, SEGNO CHE NON VOLEVANO SOLDI MA SOLO CREARE IL PANICO - KEIR GILES, ESPERTO INFORMATICO CONSULENTE DELLA NATO, CONFERMA CHE DIETRO L'ATTACCO CI POTREBBE ESSERE PUTIN: "MOSCA HA FINANZIATO PIÙ VOLTE GRUPPI TERRORISTICI PER ATTENTATI IN OCCIDENTE..."

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SISTEMI BLOCCATI MA NESSUN RISCATTO CHI HA COLPITO VOLEVA CREARE PANICO

Estratto dell'articolo di Giuliano Foschini per “la Repubblica”

 

vladimir putin

Per una volta: non seguite soltanto i soldi. Ma guardate anche alla paura. Per capire cosa c'è dietro la giornata di tensione che ieri ha messo in ginocchio l'Europa, facendo cancellare centinaia di voli e mostrando al mondo la vulnerabilità del nostro sistema, non serve probabilmente «follow the money».

 

Chi ha colpito non voleva un riscatto, come spesso accade in queste storie. O per lo meno non soltanto. Voleva farci tuffare nel terrore. Sono stati i russi? C'è la mano di uno Stato o di una gang criminale? Difficile dirlo. Certo è che, chiunque sia stato, c'è riuscito. E ha dimostrato che non è così difficile colpire senza sparare. E paralizzare milioni di persone.

 

hacker - russia ucraina

Mentre si cerca di riavviare i sistemi (oggi ci saranno ancora disservizi) , le intelligence occidentali ieri hanno messo sul tavolo una serie di elementi per ricostruire «l'incidente», convincendosi che non ci troviamo di fronte a una classica azione per ottenere un riscatto come tante ce ne sono state in questi anni. Il meccanismo però è lo stesso.

 

A essere colpite sono state le reti della Collins Aerospace, una società americana che produce un software, Muse, in grado di gestire le procedure di imbarco in alcuni dei più grandi aeroporti europei: Londra, Bruxelles. Ma anche San Pietroburgo, circostanza questa che, sfanno notare alcuni analisti, allontanerebbe il sospetto dagli hacker russi che operano nel terreno della guerra ibrida.

 

HACKER RUSSI

Gli hacker sono entrati da una porta secondaria: hanno cioè bucato una società più piccola che lavora come appaltatrice della Collins, e da lì — dopo essere stati probabilmente per mesi all'interno della rete, in modo da poterne carpire i segreti — hanno sferrato l'attacco. La società americana ha sostenuto di non aver ricevuto alcuna richiesta di riscatto.

 

«Ma anche se lo avessero fatto, difficilmente lo avrebbero comunicato», spiega a Repubblica una fonte qualificata italiana. Ci sono però un paio di elementi che fanno pensare che l'attacco a fini estorsivi non sia l'unica pista da seguire.

 

PUTIN E GLI HACKER

Il software utilizzato, seppur sofisticato e protagonista di alcuni attacchi che hanno fruttato milioni di euro, era ormai «bruciato». Perché nei mesi scorsi era stato messo a disposizione sul mercato nero e dunque accessibile non solo a centinaia di hacker esperti ma anche a chi lavora come «difensore» per le grandi aziende. «Significa che una gang di un certo livello non lo usa più». Di più: sempre sul mercato nero ci sono tracce che la Collins sia stata bucata più di 18 mesi fa, con dati messi in vendita. Perché colpire proprio oggi?

 

Potrebbe non essere un caso che meno di una settimana fa Collins avesse annunciato di aver firmato un contratto con la Nato per offrire un software mirato alla «pianificazione e gestione della guerra elettronica»: un programma progettato per pianificare, dirigere, coordinare, sincronizzare le azioni di un conflitto ibrido. Un sistema — avevano spiegato — in grado di automatizzare le operazioni congiunte.

hacker russi

 

Se fosse una coincidenza, sarebbe certo una coincidenza singolare. È altrettanto vero però che — come ha segnalato la Commissione europea — al di là dei disagi si è trattato di un attacco circoscritto. [...]

 

"C'È L'OMBRA DI MOSCA LA LORO GUERRA IBRIDA SI ALIMENTA DI SABOTAGGI"

Estratto dell'articolo di An. Gu. per “la Repubblica”

 

Il problema è che, anche se fossero stati i russi a scatenare gli attacchi cyber di ieri contro gli aeroporti, i governi europei potrebbero non dircelo: un grave errore. Ma una cosa è certa: Mosca pianifica da tempo attacchi ad aerei occidentali». A parlare è Keir Giles, 57 anni, uno dei più grandi esperti britannici di Russia e di cyber war, già consulente della Nato e ora di Chatham House, il più importante think tank del Regno Unito.

 

hacker russi

Giles, che idea si è fatto degli attacchi cyber di ieri?

«Difficile dirlo, con le scarse informazioni che abbiamo. Non sappiamo nemmeno se si tratti di un attacco ransomware (che presuppone un ricatto per soldi, ndr) o distruttivo. E non abbiamo per ora alcuna evidenza che ci sia stato un coinvolgimento di Mosca.

 

Anche se ovviamente in molti speculano su questo, perché tutti sanno che la Russia ha da tempo in atto una guerra cyber e una campagna di sabotaggi, incendi e disagi in Europa, con criminali che talvolta vanno anche oltre gli obiettivi del Cremlino. Tutte cose che Mosca persegue da molto tempo, e non solo negli ultimi tre anni dopo l'invasione dell'Ucraina.

putin hacker russi meme

 

Negli ultimi tre decenni, Mosca ha finanziato più volte gruppi terroristici per attentati in Occidente. Ma per ora non abbiamo prove sull'attacco cyber di ieri».

 

Che tipo di attacchi contempla la Russia all'Occidente?

«Per esempio, contro aerei di linea. Lo abbiamo già visto in passato (vedi gli abbattimenti del volo MH17 nel 2014 e in Kazakhstan a Natale scorso, ndr), si stanno addestrando per questo e ora potrebbero riprovarci, in caso di escalation tra Russia e Nato».

 

Mosca sta intensificando la sua "guerra ibrida"?

hacker russia

«Difficile dirlo, perché molto spesso le autorità occidentali non attribuiscono ufficialmente simili attacchi alla Russia e il pubblico riceve pochissime informazioni. Se per esempio l'intelligence polacca è molto trasparente e a inizio anno ha denunciato i piani della Russia per bombardare aerei europei, Paesi come Regno Unito, Germania o anche gli Stati Uniti se ne sono ben guardati. Perché credono che sarebbe controproducente e instillerebbe panico nel pubblico.

 

Del resto, sappiamo ancora poco o nulla dell'incendio nella centrale elettrica di Heathrow dello scorso marzo, o di alcune esplosioni in fabbriche di munizioni inglesi o dei recenti blackout elettrici in Spagna e Portogallo». [...]

hacker russia