1. CAMORRISTI, FIGLI DI BOSS, SPACCIATORI DI COCA: CE N’ERA DI GENTE PARTICOLARE, INTORNO ALLE GNOCCHE & ZOCCOLE CHE ALLIETAVANO LE “CENE ELEGANTI” DEL BANANA E POI, CON REGOLARITÀ, PASSAVANO ALL’INCASSO DAL POVERO E PIO RAGIONER GIUSEPPE SPINELLI 2. DA BARI A MILANO, PASSANDO PER NAPOLI, L’ENTOURAGE DELLE “SIGNORINE” SPESSO ERA IN CONTATTO CON IL MALAFFARE O – PEGGIO – CON LA VERA E PROPRIA MALAVITA 3. FRANCESCO LEONE, CAPOBANDA DEL SEQUESTRO SPINELLI, HA UN LEGAME CON LA FRAZIONE DI BARI IN CUI ABITA PATRIZIA D’ADDARIO, CHE OLTRE A POMPARE IL CAVALIER POMPETTA REGISTRÒ ORE E ORE DI INCONTRI. E GUARDA CASO LA STESSA PATTY SUBÌ UNO STRANO FURTO, NEL 2009, IN CUI SPARÌ IL SUO PC. COSA C’ERA IN QUEL COMPUTER?

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Antonio Massari per il "Fatto quotidiano"

Camorristi, figli di boss, spacciatori di coca: ce n'era di gente particolare, intorno alle donne che allietavano le serate di Silvio Berlusconi e poi, con regolarità, passavano all'incasso dal fidato ragioner Giuseppe Spinelli. Da Bari a Milano, passando per Napoli, l'entourage delle ragazze - che appartenessero o non al club delle olgettine - spesso era in contatto con il malaffare o - peggio - con la vera e propria malavita.

Se e quanto, l'ambiente del "bunga bunga", possa avere un nesso con il sequestro lampo di Spinelli, non è possibile dirlo né emerge dagli atti d'indagine, ma è certo che un filo rosso lega il capo banda, Francesco Leone, con la città di Bari, nella quale Gianpi Tarantini tanto attinse, per convogliare a Palazzo Grazioli fanciulle per il premier. Di più: Leone ha un forte legame con Carbonara, la frazione i cui abita Patrizia d'Addario, la donna che - per prima - ammise pubblicamente di aver fatto sesso con Berlusconi registrandone, se non bastasse, ore e ore d'incontri.

Se riavvolgiamo il nastro all'estate 2009, dobbiamo ricordare che fu proprio lei ad essere additata, dai giornali più vicina all'ex premier, come ricattatrice. Eppure - depositando i nastri in procura e testimoniando pubblicamente - era impossibile che in quel modo ricattasse qualcuno.

Era la stessa d'Addario che, parlando con Barbara Montereale , nel dicembre 2008 fu intercettata mentre si sfogava: "Voglio fare uscire fuori un po' di cose". Raccogliendo il consenso telefonico dell'amica. La Montereale, all'epoca, era fidanzata con il figlio di Savino Parisi, storico boss della mafia barese.

Nessuna allusione: sono soltanto dialoghi che servono a comprendere come, l'ipotesi di un ricatto, intorno ai bunga bunga del Cavaliere, non era certo una fantasia peregrina. In fondo, avendo tra le mani una prova delle sue notti a luci rosse, il gioco era fatto quasi fatto. E nella casistica dei fatti anomali va segnalato uno strano episodio: il furto subìto da Patrizia d'Addario nel 2009.

Le rubarono - questa è la versione da lei fornita all'epoca - un pc, dei cd, vestiti e biancheria intima. Non la tv, per esempio, che avrebbe invece fruttato molto di più. "Stranissimo furto - commentò in un'intervista a Repubblica - che avvenne in maggio. Pochi giorni dopo che avevo confidato a un amico che ero in possesso delle registrazioni dei miei incontri con il premier".

E quindi: il furto era legato alle registrazioni? E se quel materiale fosse giunto in mani sbagliate? Procedendo per ipotesi: qualcuno avrebbe potuto utilizzarlo per ricattare il premier. Anche attraverso il fidato ragionier Spinelli. Trattasi però di una mera supposizione: il dato non emerge dalle indagini milanesi.

Né Francesco Leone, né alcuno della sua banda, è accusato d'avere un legame con il furto in casa d'Addario o con video legati ai bunga bunga. Ciò che storicamente emerge invece - ed è un dato inoppugnabile - è che intorno al duo Spinelli-Berlusconi covava un rischio: spesso s'aggiravano donne in contatto con la malavita.

Nella cantina di Marysthell Polanco - quella dell'appartamento pagato da Spinelli - furono sequestrati chili di cocaina: appartenevano al suo compagno, Ramirez della Rosa, che - stando alle intercettazioni - trasportava droga anche nell'auto dell'inconsapevole Nicole Minetti.

Non fu un sequestro da poco: parliamo, in totale, di ben 12 chili di cocaina. Nello stesso condominio - in via Olgettina 65 - abitava anche Eleonora de Vivo, sorella gemella di Imma, entrambe ospiti delle serate di Arcore. Il compagno di Eleonora, Massimo Grasso, è stato coinvolto in un'indagine per associazione a delinquere di stampo camorristico. Trafficanti di coca, uomini vicini alla camorra o alla mafia barese, era anche questo il backstage delle notti di Arcore.

 

 

PATRIZIA D'ADDARIODaddariodaddario silvio-party a parigipatrizia daddario - per gentile concessione di Novella 2000il set del servizio fotografio di Patrizia D'Addario, dal blog di Novella 2000il set del servizio fotografio di Patrizia D'Addario, dal blog di Novella 2000Barbara Montereale BARBARA MONTEREALE