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LA DIPLOMAZIA CON UN CERTO SHARM – DA IERI SONO PARTITI I NEGOZIATI TRA ISRAELE E IRAN A SHARM EL-SHEIKH, IN EGITTO. AL SISI, ERDOGAN, AL THANI E TRUMP SPERANO CHE LA LOCATION PORTI FORTUNA: NEL 2005 FU LÌ CHE SHARON E ABU MAZEN FIRMARONO LA FINE DELLA SECONDA INTIFADA – SONO INIZIATI I COLLOQUI TECNICI, E SOLO NELLA SECONDA FASE ENTRERANNO IN CAMPO I PESI MASSIMI, OVVERO JARED KUSHNER, GENERO DI TRUMP, E STEVE WITKOFF, INVIATO SPECIALE USA. SARANNO LORO A RIFORMULARE DEFINITIVAMENTE IL PIANO E OFFRIRE L'ULTIMO AUT AUT: O SI FIRMA O SARÀ "L'INFERNO"
HAMAS PENSA DI MANTENERE IL POTERE A GAZA. LE FASI DEI NEGOZIATI A SHARM EL SHEIKH
Estratto dell’articolo di Micol Flammini per “il Foglio”
Donald Trump vuole l’accordo e l’accordo deve essere concluso. Il presidente americano ha messo in campo tutto, anche il genero Jared Kushner, uno dei negoziatori degli Accordi di Abramo, con grandi e profondi legami con i leader arabi e affari personali in medio oriente.
Il primo incontro di ieri tra Israele, Hamas e i mediatori di Egitto, Qatar e Turchia è stato tecnico e i giornali israeliani erano lievemente impensieriti da una coincidenza: l’inizio dei negoziati ha coinciso con il cinquantaduesimo anniversario della guerra del Kippur, giorno in cui l’Egitto celebra l’attacco a Israele del 1973.
DELEGAZIONE DI ISRAELE AI COLLOQUI CON HAMAS IN EGITTO
L’incontro è iniziato nel pomeriggio per discutere i dettagli tecnici e cominciare a misurare la distanza tra il piano di Trump e le richieste che Hamas continua a avanzare.
Kushner e l’inviato speciale per il medio oriente Steve Witkoff saranno coinvolti in un secondo momento.
Saranno probabilmente loro a riformulare il piano: a quel punto sarà un aut aut. O si firma o la guerra andrà avanti e, anche se sembra impossibile, potrà essere ancora più devastante. […]
CONSIGLIERI, SPIE, MEDIATORI, CHI PARTECIPA AI COLLOQUI INDIRETTI
Estratto dell’articolo di Greta Privitera per il “Corriere della Sera”
Viene da pensare che abbiano scelto Sharm el-Sheikh per buona sorte. Si deve andare indietro al 2005. In un grande albergo della città sul Mar Rosso — chiamata anche «della Pace» — , il presidente egiziano Hosni Mubarak, il primo ministro israeliano Ariel Sharon, il re giordano Abdullah II e il presidente dell’Autorità palestinese Mahmoud Abbas si accordano per la fine della Seconda Intifada.
Da ieri, le delegazioni d’Israele e di Hamas, con i mediatori di Egitto, Qatar e Turchia e Stati Uniti, si sono chiusi in un resort di lusso che si affaccia sul mare e hanno dato inizio ai colloqui indiretti più difficili degli ultimi decenni.
Hanno l’arduo compito di trovare un compromesso per la fine della guerra a Gaza e la liberazione degli ostaggi israeliani, partendo dal piano di venti punti proposto dal presidente americano Donald Trump già accettato da Israele e dai miliziani (con riserva).
DELEGAZIONE USA E ARABA AI COLLOQUI TRA HAMAS E ISRAELE IN EGITTO
[…] I colloqui sono iniziati alle 16 con l’incontro tra Hamas e i mediatori egiziani. La delegazione dei jihadisti è guidata da Khalil al Hayya, membro del politburo basato a Doha, unico nome confermato del gruppo e già a capo della squadra a gennaio, durante il primo accordo di tregua.
Non un dettaglio: è la sua prima apparizione pubblica (a parte il video di domenica) dal 9 settembre, giorno in cui Israele ha tentato di assassinarlo a Doha. Nell’attacco, invece, è morto il figlio, un uomo del suo ufficio, tre guardie del corpo e un poliziotto qatariota.
Al Hayya è il leader de facto del movimento, ed è uno dei cinque che compongono il «consiglio di governo», l’organo che guida da fuori l’organizzazione, formatosi dopo la catena di uccisioni che in questi due anni ha falcidiato i vertici jihadisti.
A Sharm el- Sheikh, accanto ad Al Hayya, ci potrebbero essere Ghazi Hamad, Bassem Naim e Mousa Abu Marzouk, altri membri di spicco dell’ufficio politico in Qatar. La loro partecipazione non è confermata — si pensa anche per questioni di sicurezza — , ma secondo i media arabi è presente «gran parte della leadership di Hamas all’estero».
[…] Se sui nomi che compongono la delegazione di Hamas c’è mistero, sono in chiaro quelli della controparte israeliana.
I PUNTI DA CHIARIRE NEL PIANO DI PACE DI TRUMP - VIGNETTA BY ROLLI - IL GIORNALONE - LA STAMPA
Nella località turistica egiziana sono arrivati Gal Hirsch, coordinatore del governo per gli ostaggi, Nitzan Alon, responsabile dell’esercito israeliano sempre per i prigionieri ancora a Gaza, due membri dello Shin Bet, i servizi d’intelligence, per ovvie ragioni anonimi, — «l’Agente M» e «l’Agente D» — e Ophir Falk, consigliere speciale di Benjamin Netanyahu. In questa fase dei negoziati, Ron Dermer, ministro agli Affari strategici, non è previsto e li raggiungerà nei prossimi giorni.
Per quanto riguarda i mediatori, invece, il Qatar è guidato dal primo ministro e ministro degli Esteri, Mohammed Al Thani, mentre, dal lato egiziano, è confermata la presenza «del capo dell’intelligence», quindi, molto probabilmente, si tratta di Hassan Mahmoud Rashad.
Non è chiaro se ieri gli americani abbiano già preso parte agli incontri oppure aspettino che entrino nel vivo. […]
donald trump e l'emiro sheikh tamim bin hamad al thani 5
A rappresentare Donald Trump, c’è Steve Witkoff, l’ex immobiliarista e inviato speciale della Casa Bianca, e Jared Kushner, genero del presidente (ha sposato la figlia Ivanka), che svolge un ruolo ufficioso di consigliere sul Medio Oriente. Ha rapporti stretti coi Paesi del Golfo ed è considerato la mente dietro agli Accordi di Abramo.
Sia Witkoff che Kushner sono tra gli ideatori dei venti punti che compongono il piano su cui si basano questi colloqui. Che, ricordiamo, sono indiretti. Significa: le due delegazioni si trovano in stanze sperate — probabilmente dello stesso albergo di lusso — e i mediatori, aiutati dai tecnici, si spostano da un luogo all’altro per confrontare proposte, proporre cambiamenti e sciogliere dubbi delle due parti che non si parlano e non si parleranno.
DELEGAZIONE DI HAMAS AI COLLOQUI CON ISRAELE IN EGITTO
[…] Sharm el-Sheikh è stata scelta perché è considerata una città sicura. Dopo gli attentanti terroristici del 2005 (87 vittime), intorno, hanno costruito un muro di 37 chilometri. Secondo le autorità, «dovrebbe mettere al sicuro la località turistica» che ogni anno ospita milioni di viaggiatori da tutto il mondo.
Negli anni, la «baia dello sceicco» — questa la traduzione in arabo — si è ritagliata un ruolo come piattaforma per la diplomazia multilaterale in Medio Oriente, accogliendo trattative di pace, incontri politici e conferenze, come la Cop27, nel 2022. Nell’ultima tregua di gennaio, le delegazioni ci hanno messo cinque giorni a trovare una quadra.
AL SISI BIN SALMAN
MILIZIANO DI HAMAS CON FELPA BOSS
donald trump e l'emiro sheikh tamim bin hamad al thani 2
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