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Grazia Longo per La Stampa
Tutti rubano, nessuno ruba. Ecco la filosofia sullo sfondo delle accuse che Franco Fiorito continua a rivolgere «a tutti i capigruppo, a tutti i partiti». Al momento è l'unico in carcere con l'accusa di peculato e, nonostante il gip Stefano Aprile abbia precisato nell'ordinanza di arresto che «l'inchiesta prosegue alla ricerca di eventuali ulteriori responsabili», le indagini della procura e del nucleo valutario della guardia di finanza non riguardano gli altri gruppi del consiglio regionale appena decaduto.
Prevale infatti un forte scetticismo sull'opportunità di indagare sull'operato degli altri gruppi in Regione solo sulla base delle dichiarazioni di Fiorito, ritenute generiche. Già nei giorni scorsi, del resto, da un primo sommario esame dei fondi gestiti dai vari gruppi alla Pisana, non erano emerse irregolarità così evidenti da avviare nuovi accertamenti.
Eppure l'ex capogruppo e tesoriere del Pdl regionale anche dal carcere di Regina Coeli prosegue il suo controattacco. «à il sistema ad essere marcio non io - ha detto ieri al garante dei detenuti, Angiolo Marroni -, a partire dalle elezioni. Io sono diventato consigliere regionale con 27 mila preferenze, il più votato d'Italia, ed altri invece erano blindati nel listino». Gentile e rispettoso con gli agenti della polizia penitenziaria, Francone ha chiesto «se è possibile avere qualche detersivo per mantenere la cella più pulita», un rasoio «per aggiustarmi la barba» e un rasoio «perché sono un credente abituato a pregare».
Per questo ha inoltre sollecitato un incontro con il cappellano del carcere. «Mi è parso molto sereno e fiducioso - osserva Marroni - convinto della sua innocenza: ritiene ingiusta l'accusa di peculato tanto che mi ha detto: "Posso essere accusato solo di appropriazione indebita e comunque di modesta entità economica"». La «modesta entità » sono quel milione e 357 mila euro sottratti dalle casse del Pdl regionale: appena l'altro ieri le Fiamme gialle gli hanno sequestrato beni per 1 milione e 300 mila euro (la villa al Circeo, 7 conti correnti italiani e 4 spagnoli, una Jeep, un Suv e la Smart).
Tanto che il procuratore aggiunto Alberto Caperna e il sostituto Alberto Pioletti hanno espresso parere negativo sulla richiesta di scarcerazione avanzata al gip dai legali - gli avvocati Carlo Taormina ed Enrico Pavia - del Batman di Anagni. Ma Francone ha da ridire anche sul suo soprannome. «Me l'hanno appioppato i giornali - s'è sfogato con il garante dei detenuti - mai nessuno prima mi aveva chiamato così. Dicono che derivi dalla mia caduta da un'Harley Davidson appena acquista.
Falso: non ho mai avuto quella moto». I medici gli hanno consigliato una dieta alimentare, vietando Coca Cola e merendine, ma lui ha sollecitato la possibilità di «ricevere un pacco da mia madre, con qualche vestito e qualche dolce».
E ancora: Fiorito sostiene di non aver mai avuto intenzione di fuggire in Francia e di non avere una casa in quel Paese. «Voleva comprarla ma poi l'acquisto non andò a buon fine, così almeno mi ha raccontato» precisa Angiolo Marroni.
Sempre ieri, ma a Viterbo, è stato interrogato il coordinatore regionale del Pdl Lazio, Vincenzo Piso. Il pm Massimiliano Siddi, titolare dell'inchiesta sulla falsificazione delle fatture relative alle spese del consigliere regionale, Francesco Battistoni (che ha denunciato le irregolarità di Fiorito), lo ha sentito come «persona informata dei fatti» . Piso - tirato in ballo da Fiorito durante il secondo interrogatorio a Viterbo, dov'è indagato per falso - ha ribadito la sua estraneità alla realizzazione del dossier falso realizzato da Francone.
fiorito barbara d'ursoFiorito sotto casa con lavvocato Taormina e la Finanza poco prima dellarresto Fiorito alla finestra di casa poco prima dellarrivo degli agenti che lo arresteranno FIORITO COME JABBA DI GUERRE STELLARI DA BALLAROSAMANTHA REALI EX DI FRANCO FIORITOFRANCO FIORITO E VITTORIO SGARBI jpeg
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