DAGOREPORT - TONY EFFE VIA DAL CONCERTO DI CAPODANNO A ROMA PER I TESTI “VIOLENTI E MISOGINI”? MA…
Salvatore Cernuzio per “la Stampa”
La tensione sembra essere già calata dopo la bagarre di domenica scorsa che ha visto Cei e governo scontrarsi sul divieto delle funzioni religiose nella «Fase 2».
Messi da parte i toni duri, come mai si erano visti in questi anni di presidenza del cardinale Gualtiero Bassetti, l' episcopato è ora al lavoro con il Viminale e la ministra Luciana Lamorgese per pubblicare «il più presto possibile» il protocollo per la partecipazione dei fedeli alle celebrazioni liturgiche.
Ovvero l' accordo annunciato da Palazzo Chigi domenica dopo aver «preso atto» della protesta dei vescovi.
Come apprende La Stampa, è intervenuto il Vaticano per mitigare gli animi. Il cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, ha avuto nelle ultime ore una interlocuzione diretta con il premier Giuseppe Conte per chiedergli di trovare una soluzione al dilemma delle «messe vietate» che tanto malumore ha creato tra i cattolici in Italia.
Nell' enorme complesso di Circonvallazione Aurelia, sede romana della Conferenza episcopale, le trattative procedono a tambur battente.
Dopo una breve pausa ieri per rispettivi impegni, il tema viene «ripreso in mano oggi» spiega don Ivan Maffeis, portavoce Cei. Per ora sembrano non esserci date ufficiali, ma dal Viminale lasciano trapelare che si vorrebbe dare il via libera alle messe «con il popolo» già domenica 10 maggio. Ben due settimane prima della data indicata dal Comitato Tecnico Scientifico del 25 maggio, distante abbastanza per valutare l' impatto delle riaperture parziali.
Il giudizio tecnico
Gli stessi tecnici nelle scorse ore ribadivano le «criticità ineliminabili» che rendono prematuro il riavvio delle funzioni religiose. E proprio con il Comitato scientifico c' è stato ieri un lungo confronto in video collegamento con i rappresentanti della Conferenza episcopale.
PAPA BERGOGLIO E GIUSEPPE CONTE
Il nuovo documento vuole essere in sostanza una risposta alle obiezioni degli scienziati. Uno dei nodi principali rimane la distribuzione della comunione. Per evitare contatti ravvicinati, si studia l' ipotesi che il sacerdote raggiunga la gente ferma sul posto e che poggi l' ostia sulle mani, senza toccarle. Altre questioni sono il luogo di celebrazione (dentro la chiesa o fuori nei campetti di calcio), la disposizione dei fedeli (due per panca e uno dietro, al centro), l' impegno a sanificare gli ambienti. Si discute anche sul numero di fedeli a cui permettere l' accesso: come contingentarli? Come dire ad un parrocchiano tu entri e tu no? Chi controlla gli accessi?
I vescovi cercano risposte tra le proposte giunte in questi giorni dalle Diocesi. Alcuni preti parlano infatti di prenotazioni via mail o di App per segnalare celebrazioni «libere». Anche al governo sono arrivati suggerimenti: il presidente della Lombardia, Attilio Fontana, ha fatto sapere di aver scritto una lettera a Conte con «una serie di proposte» avanzate alla Regione dall' Arcidiocesi di Milano e condivise con le autorità sanitarie.
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