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Andrea Tarquini per "la Repubblica"
Maledetta domenica per Angela Merkel, in tutta Europa: tre schiaffi in un solo giorno contro il suo rigore a oltranza, è lei la vera sconfitta della superdomenica euroelettorale. A Parigi il suo pupillo Nicolas Sarkozy gettava la spugna, in Grecia vincevano le voci più estreme contro l´austerità alla tedesca, e a casa, nello Schleswig-Holstein, il suo centrodestra ha perso la maggioranza.
Il resto d´Europa chiede alla Germania, in modi diversi, di essere più ascoltato, di accettare cedimenti e compromessi. E da Berlino ieri sera è arrivato il primo segnale: «Adesso con la Francia di Hollande lavoreremo insieme per un patto europeo per la crescita», ha detto ieri sera il ministro degli Esteri Guido Westerwelle, definendo «un evento storico» la vittoria del candidato socialista all´Eliseo. Un patto per la crescita, dunque un´idea che già Mario Monti ha esposto ad "Angie".
à una Berlino indebolita sul fronte europeo e interno, quella che esce dalle elezioni simultanee di ieri in Francia, in Grecia e nello Schleswig-Holstein. Dove il prossimo governatore potrebbe anche essere il leader socialdemocratico (Spd) locale Torsten Albig, in una maggioranza risicata con i Verdi e col partito della minoranza danese. Oppure verrà una grosse Koalition tra Cdu e Spd.
Maledetto maggio elettorale per "Angie", al confine danese come oltre Reno e al Pireo. Pessimi auspici per il rigore stile Bundesbank a una settimana dalla prova decisiva nel Nordreno-Westfalia (lo Stato più popoloso, cuore industriale-minerario della Germania) dove la Spd è favorita.
Secondo i risultati parziali, elaborati dagli exit poll, la Cdu guidata a Kiel da Jost de Jager scende dal 31,5 al 30,6 per cento. Primo partito, ma di misura. I liberali suoi alleati precipitano dal 14,9 all´8,3. A sinistra, i socialdemocratici guidati dal riformista Torsten Albig salgono dal 25,4 al 29,9 o al 30,3 secondo le diverse proiezioni, tallonano quindi la Cdu.
Volano i Verdi, al 13,6 per cento, e i Pirati all´8,1 per cento, confermandosi ancora una volta nuova forza alternativa. Sparisce la Linke, la sinistra radicale, che crolla al 2,5 per cento e non entra nel nuovo Landtag (il Parlamento dello Stato). Vi eleggerà deputati invece la Ssw, il partito della minoranza etnica danese.
Allarmante il calo della partecipazione al voto, sceso al 60 per cento. Oggi a Kiel, domani a Berlino e nel resto d´Europa, Merkel non sembra più avere i numeri per dettar legge e dovrà negoziare mille compromessi per restare leader del continente.
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