TE LE FREGO LE TELEFREQUENZE - PER PROTEGGERE MEDIASET, PASSERA SPAZZA VIA LE PICCOLE EMITTENTI CON L’ESPROPRIO DELLE FREQUENZE - DISTRIBUITI RISARCIMENTI IDENTICI PER TUTTE LE PICCOLE TV (IL FONDO INDENNIZZI RIDOTTO DA 400 A 175 MLN €) - IL GOVERNO DÀ 5 MLN € SIA A TELESOLREGINA CHE HA TRE DIPENDENTI CHE A TELELOMBARDIA CON 135 - L’IRA DI PARENZO…

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Carlo Tecce per il "Fatto quotidiano"

Il mercato televisivo italiano uccide i piccoli per nutrire i grandi. È la regola perversa che il governo Berlusconi ha praticato per proteggere Mediaset e annichilire la concorrenza. Ha funzionato perfettamente: la Rai è appassita, La7 è in rimonta, Sky è sul satellite.

Come fare, però, a controllare le televisioni locali, ultimi rifugi per programmi sperimentali e boccate d'aria fresca? La soluzione più semplice: spazzarle via. E c'è pure un'occasione irripetibile per dimezzare l'offerta televisiva italiana senza intaccare il patrimonio di Mediaset e compagni.

Il Tesoro ha incassato 4 miliardi di euro con l'asta per la telefonia mobile, soltanto che le frequenze vendute non esistono: si devono recuperare con un esproprio che colpisce le emittenti locali, dislocate qua e là con il passaggio al digitale terrestre. Quelle che occupano i canali dal 61 al 69 in otto regioni: Lombardia, Campania, Lazio, Veneto, Piemonte, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige.

L'esproprio è studiato talmente bene che le televisioni nazionali ne escono indenni. Il governo di B. pensò di zittire le locali versando il dieci per cento incassato con l'asta: dunque, esattamente 400 milioni di euro. In giorni di sacrifici e sobrietà, in anticipo sul governo tecnico, anche il risarcimento è dimagrito: prima 240 milioni, poi scesi a 175.

Scomparso il Cavaliere, tocca al ministro Corrado Passera completare il lavoro. Il ministero dello Sviluppo economico ha scritto il decreto (esaminato già da Linkiesta) per dividere i 175 milioni stanziati che saranno distribuiti a pioggia : "Non contano né i telespettatori né il costo del personale e neppure la storia aziendale", dice Sandro Parenzo, editore di Telelombardia e promotore di Servizio Pubblico. Che significa?

Il governo paga la stessa cifra (5 milioni di euro) a Telelombardia con 135 dipendenti e a Telesolregina che conta un organico di tre persone e così per il Piemonte (penalizzata Telecupole) e Veneto. Per le parrocchie e le cooperative quei milioni sono un bel regalo (anni e anni di fatturato), quasi inatteso, ma per gli editori veri di Telelombardia e di Telecupole e via elencando si apre uno squarcio nel bilancio.

Adesso che si trasloca in posizioni sfavorevoli, e rischiando di interferire con le televisioni di confine, Parenzo spiega i suoi sospetti: "Il legislatore deve sapere che, all'improvviso, il telespettatore non trova più il suo programma, e noi mandiamo in onda Michele Santoro che abbiamo voluto e inseguito per anni. Noi abbiamo investito 39 milioni di euro per potenziare il nostro prodotto e ora subiremo danni irreversibili".

Telelombardia ha acquistato una pagina pubblicitaria del Corriere della Sera di oggi per protestare contro il testo di Passera: "Vogliamo credere e sperare che il governo nel rispetto dell'occupazione, della meritocrazia e della libertà di informazione sappia distinguere tra i danni riportati da chi ha quattro dipendenti e non fa televisione e una realtà come la nostra. Il rimborso previsto dal ministero sarebbe una vincita alla lotteria per qualcuno e la fine per chi fa davvero informazione".

Parenzo ricorda che, insieme a 25 emittenti locali, Telelombardia trasmette Servizio Pubblico perché, unite, le televisioni regionali possono competere con le nazionali.
Eppure ci sono cinque multiplex (pacchetti di frequenze) congelati per tre mesi. Una decisione a tempo, che Passera rivendica, per capire se il governo di Mario Monti potrà davvero impedire la farsa del beauty contest, il concorso di bellezza che assegna a zero euro nuove frequenze per Mediaset. Chissà se la regola perversa che comanda il mercato televisivo se n'è andata con il Cavaliere oppure è soltanto un'illusione ottica.

 

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