COME SIAMO POTUTI PASSARE DA ELSA MORANTE E MATILDE SERAO A CARLOTTA VAGNOLI? È POSSIBILE CHE SI…
Francesco De Dominicis per "Libero"
La certezza è l'Iva. Che resta al 22%. L'incognita è l'Imu. Che le famiglie italiane potrebbero pagare a dicembre. Poi comincia il lungo elenco delle promesse, quelle del Governo. A partire dal taglio del cuneo fiscale, che vuol dire meno costi per le imprese e buste paga più generose per i lavoratori. Tuttavia, la coperta è corta e nella legge di stabilità , cioè la finanziaria, l'Esecutivo di Enrico Letta dovrà scegliere.
Pesa il monito dell'agenzia di rating, Moody's, convinta che i conti italiani non siano sotto controllo. vvedimento, da approvare entro il 15 ottobre. Su tutti: cassa integrazione e missioni internazionali. Complessivamente vanno trovati 5 miliardi di euro entro l'anno. Servono sforbiciate alla spesa pubblica e ci sarà pure qualche inasprimento di imposte esistenti oppure spunteranno nuovi balzelli.
E via con i duelli. Le larghe intese potrebbero non essere sufficienti a evitare il triste rito dell'assalto alla diligenza. I primi segnali ieri. Via "carta stampata", Confindustria ha presentato le sue richieste: 8-9 miliardi per la ripresa. I sindacati, che saranno ricevuti da Letta lunedì, hanno replicato a stretto giro: Susanna Camusso (Cgil) ha avvisato il Governo a non cedere a «tentazioni ragionieristiche» ricordando che i 5 miliardi tagliati al cuneo fiscale da Romano Prodi nel 2007 non ebbero effetti tangibili sull'economia. Acque agitate pure fra i sindaci, contrari all'ipotesi circolata ieri di applicare i rigorosi vincoli di bilancio (patto di stabilità ) pure ai piccoli comuni.
Il vero banco di prova sono le tasse, sulle quali si misura il consenso elettorale. Nonostante le richieste delle categorie, è da escludere un passo indietro sull'Iva: l'aliquota resterà al 22%, salvo mettere mano all'imposta sui consumi con un'ampia riforma dei «panieri» da far partire nel 2014. Il Pdl-Forza Italia punterà i piedi sull'Imu, chiedendo a Letta di mantenere le promesse. Ai pidiellini più attenti, però, non è sfuggito che nel discorso per la fiducia in Parlamento, mercoledì, il premier si è limitato a confermare solo «la rotta sugli impegni assunti».
Un modo per lasciarsi spazi di manovra: del resto, il titolare dell'Economia, Fabrizio Saccomanni, sta stringendo i cordoni della borsa e ha altre priorità , come gli 1,5 miliardi per correggere i conti e riportare il deficit sotto il 3% del pil a fine anno. Ma è stato il suo vice, Stefano Fassina (Pd), a gelare il centro destra sottolineando che sull'Imu «serve una valutazione complessiva». Obiettivo dei democratici è tassare il 10% degli immobili di maggior pregio, magari alzando le detrazioni. Poi dal 2014 c'è la service tax per tutti.
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LETTA, ALFANO, SACCOMANNI
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SILVIO BERLUSCONI E DIETRO LA SCRITTA TASSE jpeg
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