cesare battisti

ABBIAMO SCHERZATO! I GIUDICI DO BRASIL RIMETTONO IN LIBERTA’ CESARE BATTISTI - IL TRIBUNALE DI CORUMBA' HA ACCOLTO IL RICORSO DELL’EX TERRORISTA DOPO L'ARRESTO - NEI PIANI DEL BRASILE CI SAREBBE LA CONSEGNA DI BATTISTI ALL’INTERPOL MA SI ALLONTANA L’ESTRADIZIONE IN ITALIA

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1 - IL GIUDICE RIMETTE IN LIBERTÀ BATTISTI SI ALLONTANA IL RITORNO IN ITALIA

Rocco Cotroneo per il Corriere della Sera

 

CESARE BATTISTI A CORUMBA

Cesare Battisti è di nuovo libero. Fermato tre giorni fa mentre cercava di fuggire in Bolivia, è stato rimesso in libertà quando in Italia era di poco passata l' una di notte, per decisione del giudice José Marcos Lunardelli, al quale avevano presentato ricorso i suoi legali.

 

A meno di ulteriori colpi di scena l' ex terrorista dovrebbe lasciare il commissariato di Corumbà nelle prossime ore e tornare a casa. Il giudice del ricorso ha smontato la tesi che aveva trasformato il fermo iniziale in arresto, cioè «trasgressione» alle norme che regolano la sua presenza come residente in Brasile e «offesa all' ordine pubblico». Opinioni del giudice di primo grado, dopo il reato del fermo iniziale (esportazione illegale di valuta) non consentiva di tenere Battisti in custodia, in quanto di tipo amministrativo.

 

CESARE BATTISTI

Nelle prossime ore sapremo se resterà in piedi il piano del presidente Michel Temer di rimandare al più presto Battisti in Italia, rispondendo alle richieste del nostro governo.

 

Tutto sembrava correre in questa direzione nella giornata di ieri. Un' aereo militare è fermo sulla pista di Corumbà, si infittiscono le trattative con Roma, tramite la nostra ambasciata a Brasilia. Temer starebbe aspettando soltanto il via libera definitivo dei suoi consiglieri giuridici, per firmare la consegna di Battisti all' Interpol.

 

Per far ciò ha bisogno di sapere se è legittimo ribaltare la decisione del suo predecessore Lula, il quale nel 2010 si rifiutò di eseguire l' estradizione stabilita dal Supremo tribunale e garantì all' ex terrorista un visto di residente fisso in Brasile. La procedura sarebbe stata più semplice con un Battisti dietro le sbarre, naturalmente.

cesare battisti

 

Intanto emergono retroscena sulla cattura e lo strano tentativo di fuga in Bolivia. Potrebbe essere stata una operazione preparata con cura, puntando sulle debolezze psicologiche di un uomo in fuga da 40 anni, in eterna paranoia.

 

Le domande sono molte: perché la sua automobile è stata fermata due volte sulla strada verso la Bolivia; come mai un aereo della Fab, l' aviazione militare brasiliana, è su quella pista da giorni pronto a portarlo verso l' Italia?

 

E infine: come mai la convalida del suo arresto è finita sulla scrivania di un giudice che ha pescato nel passato di Battisti piuttosto che giudicarlo sui fatti per cui è stato fermato? L' ipotesi di una trappola organizzata dalle autorità brasiliane per agevolare la soluzione finale, qualcosa che assomiglia ad una deportazione blitz, si poggia sulla sequenza degli avvenimenti nelle ultime settimane.

 

cesare battisti in brasile

A partire dalle notizie pubblicate dal quotidiano O Globo, lo scorso 24 settembre, indicando che il governo italiano aveva nuovamente posto a quello brasiliano la questione dell' estradizione di Battisti, e che in quest' ultimo, a differenza del passato, tirasse un' aria favorevole.

 

Poiché la richiesta italiana è di parecchi mesi prima, è legittimo pensare che la diffusione della notizia adesso sia stata un messaggio indirizzato proprio a Battisti. Unita all' esito sfavorevole del primo habeas corpus presentato dai suo avvocati, e a vari problemi di ordine personale, la paura di essere spedito in Italia avrebbe scatenato nell' ex terrorista la decisione di mettersi in viaggio verso la Bolivia.

CESARE BATTISTI SULLA SPIAGGIA DI RIO IN UNA FOTO PUBBLICATA DA PARIS MATCH

 

Una mossa quasi disperata. I soldi che gli sono stati trovati in tasca (il corrispettivo di 8.000 euro) non sono certo sufficienti a garantirgli un nuovo capitolo dell' eterna latitanza, gli amici che lo hanno accompagnato in auto sono apparsi ancora più sprovveduti di lui, come risibili le motivazioni del viaggio (pesca, shopping).

 

Non è quindi da escludere che Battisti fosse seguito da giorni e sia stato lasciato arrivare tranquillamente fino alla frontiera con la Bolivia, dove a quel punto è stato facile trovare un capo di imputazione per fermarlo.

 

 

2 - «UCCISE MIO FRATELLO NEL GIORNO IN CUI SI ERA COMPRATO L' ALFASUD I VERI PROLETARI ERAVAMO NOI»

Giampiero Rossi per il Corriere della Sera

 

Cesare Battisti esce dal carcere brasiliano di Papuda

Maurizio Campagna, cosa si aspetta dalla nuova svolta del caso Cesare Battisti, condannato all' ergastolo per l' assassinio di suo fratello Andrea nel 1979?

«Esiste una giustizia italiana. Ad alcuni piace ad altri no. Ecco, io vorrei semplicemente che Cesare Battisti tornasse qui per regolare i suoi conti con questa giustizia: un mese o 13 anni, quello che verrà stabilito. Non chiedo altro».

 

Cesare Battisti

Maurizio Campagna ha 56 anni, un lavoro alla Telecom, una moglie e un figlio di 18 anni. Esattamente la stessa età che aveva lui quando, nel primo pomeriggio del 19 aprile 1979, suo fratello Andrea fu freddato con cinque colpi di 765 magnum. Aveva 24 anni, lavorava in polizia, alla Digos di Milano. Faceva l' autista, ma nella rivendicazione firmata Pac (Proletari armati per il comunismo) veniva definito «torturatore di proletari». Per quel delitto Cesare Battisti è stato condannato all' ergastolo in contumacia, perché quattro anni prima era evaso dal carcere di Frosinone. Ma anche da latitante non è mai uscito dalla vita di un figlio di una famiglia di immigrati calabresi.

 

Come ricorda quel giorno?

ANDREA CAMPAGNA CON LA FIDANZATA CECILIA

«Era il 19 aprile, io avevo compiuto i 18 anni il 16 e quello era il terzo giorno delle visite per il servizio militare. Non ero andato a scuola e avevo pensato di raggiungere Andrea a casa della sua fidanzata Cecilia, perché aveva appena ritirato la sua prima auto, una Alfasud di seconda mano, e speravo di poterla provare. Però c' era anche la novità della televisione a colori, così ho deciso di andare a casa».

 

E per questo non è andato in via Modica?

«Esatto. Lì c' era il padre di Cecilia e fu lui poi a riconoscere Cesare Battisti. Lo rincorse e non si beccò un proiettile soltanto perché l' arma era ormai scarica. Battisti ha sempre rifiutato il confronto all' americana con lui».

MAURIZIO CAMPAGNA

 

Come vive le notizie che stanno arrivando in questi giorni dal Brasile?

«Guardi, vado ogni anno a visitare la tomba di mio fratello in Calabria e faccio parte del direttivo dell' Aviter, l' associazione delle vittime del terrorismo: questa vicenda mi riguarda eccome, quindi la seguo da vicino. Sono in contatto con alcuni giornalisti brasiliani ma non ho smania di vendetta».

 

E qual è il suo atteggiamento?

Andrea Campagna ucciso a Milano dai pac

«Sarò soddisfatto se mio figlio diciottenne vedrà completare il percorso della giustizia per l' omicidio dello zio che non ha mai conosciuto e che lavorava in polizia per portare uno stipendio in una casa di veri proletari».

 

C' è un ostacolo: in Brasile l' ergastolo è incostituzionale.

«Ma noi lo abbiamo soltanto sulla carta. Ditemi quale terrorista ha scontato mai il carcere a vita? E al compimento dei 75 anni si viene scarcerati, quindi anche Battisti, nella peggiore delle ipotesi, uscirebbe dopo 13 anni. Gli altri dei Pac, sono tutti fuori da tempo e nessuno di noi familiari delle vittime ha mai obiettato.Certo, sarebbe