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DOSSIERINI E VELENI CONTRO LA SINDACA DI GENOVA SILVIA SALIS: FRATELLI D’ITALIA TEME L’ALLARGAMENTO DELL’INCHIESTA CHE HA PORTATO L’EX ASSESSORE MELONIANO GAMBINO, INDAGATO PER RIVELAZIONE DI  SEGRETO DI ATTI D’UFFICIO, A AUTOSOSPENDERSI. IL “FASTIDIO” DEI VERTICI DI VIA DELLA SCROFA PER I RISCHI CHE COMPORTEREBBE LA VICENDA: “IN QUESTO MOMENTO, NON POSSIAMO PERMETTERCI CASI DI QUESTO GENERE” - LA SINDACA ATTACCA: “IL FILONE CHE RIGUARDA ME TRA I TANTI È IL MENO IMPORTANTE, MA SE VERIFICATO SAREBBERO GRAVISSIMO”

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Matteo Macor per repubblica.it - Estratti

antonino gambino

Una comunicazione di «autosospensione» dal partito ma non (per ora, almeno) dal Consiglio comunale. Con 24 ore di differita, dopo le perquisizioni disposte dalla Procura nell’inchiesta per corruzione e rivelazione di segreto di atti d’ufficio che ha coinvolto la polizia locale, in Fratelli d’Italia c’è un primo effetto politico del caso dei presunti dossieraggi mirati a screditare la campagna elettorale della neo sindaca progressista di Genova Silvia Salis.

 

Antonino Sergio Gambino, l’ex assessore oggi consigliere comunale dei meloniani a Genova indagato (tra le altre cose) per aver fornito al quotidiano La Verità i verbali relativi a un incidente stradale causato da Salis un anno fa, pubblicati il mese scorso a due giorni dal voto delle elezioni comunali, si è autosospeso da FdI.

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Un passo indietro a metà, visto che ieri nella sua veste di consigliere Gambino si è fatto comunque trovare sui banchi della prima seduta del Consiglio comunale, che ha alzato il livello della tensione nel partito, anche a livello nazionale. Dove si giura che a Giorgia Meloni non sia neanche arrivata la notizia dell’inchiesta, ma non si nasconde «il fastidio» per i rischi che comporterebbe la vicenda.

silvia salis antonino gambino

 

Se ieri la stessa Salis è tornata a parlare sul tema («Il filone che riguarda me tra i tanti è il meno importante, ma se verificato sarebbero gravissimo») rivolgendosi allo stesso consigliere indagato («Al suo posto avrei riflettuto sul fatto di sospendermi anche dal consiglio: la città merita trasparenza e integrità istituzionale»), e da Avs su X attacca Nicola Fratoianni («pensano di cavarsela così, con una autosospensione, che meschinità»), in FdI si teme che ulteriori possibili sviluppi dell’inchiesta rendano meno locale un caso che fino ad oggi è rimasto localissimo.

 

 

Dalle novità emerse ieri sul fronte giudiziario, del resto, lo scandalo che ha coinvolto Gambino si potrebbe allargare anche ad altri assessorati dell’ex maggioranza di centrodestra a Genova, per primo quello alle Politiche sociali guidato fino a pochi mesi fa dall’ex assessora di area leghista (al momento non indagata) Lorenza Rosso.

antonino gambino

 

In via della Scrofa a Roma, tra i pretoriani meloniani al lavoro nella sede nazionale del partito, c’è chi spiega la sospensione di Gambino con «una presa di consapevolezza», ancora «prima di prendere i provvedimenti del caso», del fatto che la sua situazione sia «inconciliabile con i valori del partito». Una formula di mestiere per far capire come al consigliere genovese, il passo indietro sia stato sostanzialmente chiesto per «sterilizzare» il prima possibile, è l’espressione che viene usata, la situazione.

 

Al di là delle posizioni ufficiali («Per noi è stato un fulmine a ciel sereno, ma confidiamo nella giustizia e siamo convinti che Gambino si possa dimostrare estraneo ai fatti», dice il deputato Matteo Rosso, coordinatore di FdI in Liguria), ai vertici locali del partito da Roma sono arrivate del resto disposizioni chiare. «In questo momento, non possiamo permetterci casi di questo genere», suona l’avvertimento arrivato a Genova. 

 

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