DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE…
giancarlo giorgetti raffaele fitto
Estratto dell’articolo di Tommaso Ciriaco per “la Repubblica”
[…] la ratifica del Mes è destinata a slittare fino a gennaio. È la certificazione di un’impotenza, l’effetto di uno scontro sotterraneo che divide l’esecutivo. Premono per sbloccare lo stallo […] i ministri che parlano quotidianamente con Bruxelles: Giancarlo Giorgetti, Antonio Tajani e Raffaele Fitto. Temono reazioni sui mercati, pensano che più del trattato pesi il principio: la parola data va rispettata, l’Italia non può sottrarsi.
giorgia meloni e ursula von der leyen in emilia romagna
Ma si sono scontrati anche nelle ultime ore con l’intransigenza di Matteo Salvini. Il leghista, però, non è il solo a opporsi. Conta soprattutto Giovanbattista Fazzolari, il sottosegretario alla Presidenza depositario dell’ortodossia meloniana. È stato lui a sentenziare in privato: il voto può slittare a inizio del 2024.
[...] Fazzolari [...] l’ha spiegato riservatamente a tutti i ministri: nulla può essere deciso prima di aver ottenuto modifiche soddisfacenti del nuovo Patto di stabilità.
E se l’Europa si indispettisce, visto che l’obiettivo di Bruxelles era far partire il Salva Stati dal primo gennaio, per mettere al sicuro il sistema bancario? Pazienza, è la tesi, si può gestire un nuovo rinvio all’anno nuovo. Fazzolari interpreta il sentimento di Meloni, questa è la verità.
Condensa le perplessità della presidente del Consiglio, causate dal confliggere di due obiettivi al momento divergenti. Il primo: ratificare un fondo (che probabilmente non sarà mai utilizzato) in modo da non rovinare il rapporto con Bruxelles. Il secondo: non ratificare senza contropartite per non perdere la faccia. «Non posso rinunciare a mostrarmi coerente», ha spiegato la leader a diversi interlocutori. Tradotto: Meloni ha bisogno di costruire una narrazione che riducal’impatto dei video del passato che circolano sui social – quelli pieni di slogan contro il Salva Stati - che le verrebbero subito rinfacciati. Il primo sarebbe Salvini.
RICCARDO MOLINARI MATTEO SALVINI
Ecco perché, in fondo, è Meloni a frenare il Mes, prima ancora del segretario leghista. Il vicepremier, paradossalmente, vuole sfruttare il passaggio in Aula per dire all’alleata: sei tu ad aver cambiato idea, tu che scegli l’Europa dei banchieri tradendo te stessa. È la filosofia di Riccardo Molinari, che parla sempre a nome del capo: «Il 14 dicembre non discuteremo di Mes. Giorgetti ha fatto giu stamente presente che è in calendario, ma esistono provvedimenti che vengono prima. La Lega pensa che sia uno strumento superato, ma aspetteremo di capire le indicazioni di Meloni».
[…] Ricorda innanzitutto che il più dialogante sul Mes - dunque poco in linea con la Lega - è stato il ministro dell’Economia (che in realtà, va detto, è concentrato sulla partita ben più seria del Patto di stabilità). Molinari dice però anche un’altra cosa: aspettiamo le indicazioni di Meloni. È lo scalpo politico a cui punta il Carroccio.
matteo salvini claudio borghi foto di bacco
Ma non basta. Anche Fitto […] cerca da mesi di spiegare l’ineluttabilità del via libera. «Abbiamo la trattativa sul Patto di Stabilità – si è limitato a dire ieri - le cose vanno raccordate». Più chiaro è stato Paolo Barelli, capogruppo di Forza Italia e uomo di fiducia di Antonio Tajani. Lui si è speso per un ok già il 14: «Può essere utile per rasserenare gli altri Paesi e ottenere una risposta positiva alle nostre richieste sul Patto».
[…] Al massimo, Meloni potrebbe impegnarsi a ridosso di Natale ad approvare a gennaio il Salva Stati, ma soltanto nel caso di una intesa soddisfacente sul Patto di Stabilità. E comunque a promettere una risoluzione che imponga di passare in ogni caso dal Parlamento a chiunque voglia accedere in futuro al Mes.
Ammesso che per la ratifica ci siano i numeri in Parlamento, va detto. La Lega rischia di spaccarsi, «non voterò mai il Mes – diceva ieri Claudio Borghi - piuttosto mi taglio una mano ». Anche il Movimento è dubbioso. L’approvazione potrebbe arrivare grazie al sotegno decisivo del Pd. […]Una circostanza che Meloni preferirebbe evitare con tutto il cuore.
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