DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO…
Francesco Verderami per il Corriere della Sera
«Andare alle elezioni a giugno o peggio ad aprile rappresenta a mio avviso un serio rischio per la tenuta del Paese». Carlo Calenda sottolinea di parlare «a titolo personale, non essendo iscritto ad alcun partito». Ma non c' è dubbio che le parole del titolare per lo Sviluppo economico aprano uno scenario inedito nel governo. «In realtà - precisa il ministro - la posizione del governo sulla questione elettorale è chiara: a decidere saranno il Parlamento e il presidente della Repubblica».
E se il Parlamento varasse un sistema di voto in tempo per andare alle urne entro giugno?
«Il tema non è in quanto tempo si riuscirà a fare la legge elettorale, che è condizione necessaria ma a mio avviso non sufficiente. Il vero tema è mettere in sicurezza il Paese e le riforme fatte del governo Renzi. Infatti la mia prospettiva è più economica che politica. E ritengo sia imperativo riflettere sui rischi collegati alla scelta di andare subito alle elezioni».
Che significa?
«Quando dico che andare al voto in giugno o peggio in aprile rappresenta un rischio, è perché di qui ad allora il governo avrà una serie di appuntamenti ineludibili: bisognerà attuare le iniziative per stabilizzare il sistema bancario, andrà implementato il piano Minniti sull' immigrazione per fronteggiare gli sbarchi estivi, andrà impostato il lavoro sulla ricostruzione nelle aree terremotate, andranno fronteggiate alcune difficili e fondamentali crisi industriali. Pensare di gestire tutto ciò e molto altro con un esecutivo dimissionario, nel mezzo di una campagna elettorale, mi pare un azzardo».
Dopo un governo, ce n' è sempre un altro.
«Potremmo forse pensare di correre il rischio se all' orizzonte si profilasse la vittoria netta di uno degli schieramenti. Ma con la legge elettorale in vigore dopo la sentenza della Consulta, tutti i sondaggi sembrano indicare come scenario più probabile uno stallo "alla spagnola" che consegnerebbe l' Italia all' ingovernabilità. In questo contesto il rischio che lo spread acceleri la salita già iniziata mi sembra molto concreto. Questi sono i rischi interni. Poi non va dimenticato che viviamo un' epoca di enormi incertezze anche a livello internazionale».
Ora c' è la Brexit e c' è soprattutto Trump.
«Ecco. Tanto per citarne una: se Trump imponesse dazi protezionistici verso Cina e Messico, gli Stati Uniti metterebbero in discussione il Wto. E il meccanismo di governance degli scambi commerciali mondiali finirebbe con conseguenze che è difficile prevedere. D' altro canto in Europa quest' anno il ciclo elettorale sarà durissimo e potrebbe minare le fondamenta dell' Unione. Se non stiamo attenti l' Italia rischia di diventare l' anello fragile di un Occidente diviso e sbandato. E un governo dimissionario che presiede il G7 ne sarebbe una plastica rappresentazione».
LAPO ELKANN SOSTIENE CARLO CALENDA CONTRO I BUROCRATI
Così mette il mondo sulle spalle di Renzi, che vorrebbe invece andare subito al voto.
«Renzi ha le spalle larghe. A lui ho offerto le mie opinioni. Non mi sarei espresso pubblicamente, se prima non lo avessi fatto. Gli anni della crisi sono stati per l' Italia peggiori rispetto a ogni altro grande paese europeo. Dal punto di vista economico e sociale l' esito è stato paragonabile a quello di una piccola guerra. Solo negli ultimi due anni e mezzo, anche grazie al lavoro del governo Renzi, abbiamo iniziato un lento processo di recupero. Ma le fratture e le fragilità sono ancora tutte qui. L' Italia è stata già provata nell' ultimo anno - dal referendum sulle trivelle in poi - da continui ed esasperanti appuntamenti elettorali. Fermarsi per dodici mesi mi sembra saggio e auspicabile. Il mio suggerimento è costruire un percorso che tenga insieme il governo e il Partito democratico. Immagino che Renzi stia considerando la soluzione».
Altri ministri la pensano come lei?
carlo calenda nel film cuore del nonno luigi comencini
«Non parlo per altri colleghi e ripeto di esprimermi a titolo personale. Penso esista un percorso alternativo rispetto alle elezioni subito. Non privo di rischi, ma certamente più sicuro di quello che si va profilando. Usiamo i mesi da qui all' estate per mettere in sicurezza i dossier più difficili. Nel frattempo lavoriamo a una legge elettorale solida e condivisa. Apriamo subito la discussione sulla prossima legge di bilancio costruendo un vero e proprio piano industriale per l' Italia che abbia al centro gli investimenti e misure incisive sull' inclusione sociale, capaci di accelerare il percorso di crescita del Paese».
Servirebbe una legge di Stabilità che tagliasse le tasse e mettesse in conto uno sforamento dei parametri europei.
«Al di là dei numeri, serve una Finanziaria che dia una scossa al Pil. Sarebbe importante anche per l' Europa, perché si darebbe un segnale di tenuta delle forze non populiste. E su questo piano dovremmo iniziare in Italia un confronto proprio con la parte più responsabile dell' opposizione, per presentarci ai mercati in modo forte e coeso.
A questo punto le elezioni di febbraio potrebbero avere un esito molto diverso rispetto a quello che si prospetta oggi».
Non teme che il trumpismo-lepenismo abbia già preso il sopravvento?
«Proprio per scongiurare il rischio servirebbe una convergenza delle forze responsabili che nel Paese si oppongono ai populismi. Ma per riuscire a fare questo percorso abbiamo bisogno che il Pd lavori "spalla a spalla" con il governo Gentiloni, definendo insieme gli obiettivi e le priorità e soprattutto chiarendo qual è l' orizzonte temporale dell' esecutivo. Credo che Renzi abbia tutto l' interesse a seguire questa strada, essendo tra l' altro questo governo largamente coincidente con il suo. Mettere in sicurezza le tante, fondamentali, riforme fatte nei mille giorni del suo governo e costruire un ritorno alla guida dell' Italia fondato sulla responsabilità e su un progetto "lungo" e inclusivo, rappresenta un passaggio che è legittimo attendersi da parte di un leader con le sue qualità in un momento tanto difficile per l' Italia».
Nel frattempo Renzi verrebbe grigliato da avversari e alleati...
«Non credo proprio. Se si lavorasse a un piano ambizioso, Renzi ne verrebbe rafforzato e avrebbe dato al Paese una grande prova di responsabilità nazionale».
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