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M.Antonietta Calabrò per il "Corriere della Sera"
E' stato firmato venerdì scorso, 26 luglio, il Protocollo d'intesa tra l'Autorità di Informazione Finanziaria (AIF) dello Stato della Città del Vaticano e l'Unità di informazione finanziaria (Uif) della Banca d'Italia nel quadro della collaborazione internazionale antiriciclaggio. Si tratta di un accordo che permette lo scambio automatico delle informazioni su operazioni sospette di riciclaggio o di finanziamento del terrorismo.
Una «svolta» nei rapporti tra la Banca d'Italia e le Autorità vaticane dopo tre anni di «gelo» seguiti al sequestro di 23 milioni di euro dello Ior avvenuto, su segnalazione dell' Uif, da parte della Procura di Roma nel settembre 2010. E al blocco di tutti i Pos e bancomat istallati in Vaticano dalla filiale italiana della Deutsche Bank ,per decisione della Banca d'Italia, il 1 gennaio del 2013. L'accordo è stato firmato dal presidente dell'Aif, il cardinale Attilio Nicora, e dal direttore della Uif Claudio Clemente, anche se non sarà sufficiente perché Bankitalia elimini il divieto (in vigore dal 2010) di transazioni dirette tra le banche con sede in Italia e lo Ior.
La cooperazione amministrativa tra le due autorità costituisce il modo più veloce ed efficace per accedere a dati bancari sensibili, piuttosto che passare attraverso rogatorie giudiziarie internazionale. Come sottolinea una nota della Banca d'Italia l'indipendenza operativa dell'Aif vaticana è stata ristabilita nel dicembre 2012, quando è stato cancellato l'obbligo dell'Aif di sottoporre preventivamente al «nulla osta» della Segreteria di Stato vaticana, i protocolli d'intesa.
Il direttore dell'Aif René Bruelhart ha commentato: «Il Vaticano e l'Italia sono Paesi confinanti e quindi è importante per entrambi intrattenere rapporti amichevoli e costruttivi, fondati sulla reciprocità . Sono convinto che questo sia l'inizio di una cooperazione fruttuosa e di lunga durata tra le due giurisdizioni nella lotta alla criminalità economica».
Quello con l'Uif è il quinto accordo internazionale: c'è ne è stato uno analogo con gli Stati Uniti e l'entrata dell'Aif nell'Egmont Group (che riunisce le autorità di intelligence finanziaria di 130 Paesi), il 3 luglio scorso. «à il riconoscimento che il Vaticano ha un sistema antiriciclaggio equivalente a quello degli altri Stati», conclude Bruelhart.
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