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EIAR, EIAR, ALALÀ – L’USIGRAI E L’OPPOSIZIONE VANNO ALLA GUERRA CONTRO TELE-MELONI, DOPO LA NORMA CHE PERMETTE  A MINISTRI E SOTTOSEGRETARI DI AGGIRARE I LIMITI IMPOSTI DALLA PAR CONDICIO – IL PD PARLA DI “DERIVA ORBANIANA”, IL SINDACATO DEI GIORNALISTI RAI DI “SERVIZIO PUBBLICO RIDOTTO A MEGAFONO DEL GOVERNO” – LA FEDERAZIONE NAZIONALE DELLA STAMPA: “LA RAI OGGI ASSOMIGLIA DI PIÙ ALL’EIAR: BASTERÀ UNA SIGLETTA E IL GOVERNO POTRÀ FARE PROPAGANDA SENZA LIMITI…”

Estratto dell’articolo di Matteo Pucciarelli per “la Repubblica”

 

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Il servizio pubblico televisivo «ridotto a megafono del governo », è la denuncia senza mezzi termini dell’Usigrai, il sindacato dei giornalisti della tv di Stato.

 

Ministri e sottosegretari […] non avranno alcun vincolo di tempo […] e potranno dire ciò che vorranno purché sia riferito all’attività istituzionale.

 

Un escamotage perfetto per far parlare a ruota libera i leader della destra. Con la norma approvata dalla maggioranza […] in commissione di Vigilanza due sere fa, cioè il regolamento sulla par condicio per le europee dell’8-9 giugno, nei programmi di approfondimento giornalistico pubblico «si ritorna all’Istituto Luce», dice la rappresentanza giornalistica Rai, la quale «da oggi assomiglia di più all’Eiar: basterà una sigletta e il governo potrà fare propaganda senza limiti», è il parere netto del presidente di Fnsi, Vittorio Di Trapani.

 

LA RAI DI GIORGIA MELONI - VIGNETTA BY ELLEKAPPA

La “deriva orbaniana” di Giorgia Meloni, come la definisce il Pd […], fa scatenare in maniera compatta le opposizioni, visto come detto che si potranno ampliare a dismisura gli spazi per premier e ministri.

 

«Se il diritto a informare e ad essere informati anche sulle attività del governo è sempre stato garantito […], modificare […] le delibere per far sì che si dia sempre la parola al governo dentro un dibattito politico-elettorale è una distorsione evidente, un segnale assai preoccupante », ragiona Antonio Nicita, vicepresidente dei senatori pd e membro della commissione Vigilanza Agcom.

 

Per questo «ci prepariamo ad una battaglia durissima, in tutte le sedi competenti, nella quale entriamo già con un’attitudine editoriale partisan di alcuni tg del servizio pubblico, peraltro in crisi di ascolti». […]

 

LA DERIVA ORBANIANA DELLA RAI - LA SCHEDA DEL PD

Toccherà all’Agcom monitorare, oltre che quelle delle forze politiche, le presenze di rappresentanti istituzionali durante la par condicio sulla base delle previsioni di legge, in particolare quella del 1993, e dei regolamenti approvati ed eventualmente invitare al riequilibrio o irrogare sanzioni.

 

Domani si riunirà il Consiglio dell’Autorità per dare il via libera definitivo alla delibera approvata e trasmessa alla Vigilanza, valida per le emettenti private.

 

Andrà a finire che per le reti private le regole saranno più restrittive, mentre in Rai impazzerà TeleMeloni.

 

Questo grazie alla riforma del 2015 voluta dall’allora premier Matteo Renzi: il cda della Rai è composto non più da cinque consiglieri nominati dai presidenti di Camera e Senato ma da sette consiglieri, due di nomina governativa: quattro su sette quindi sono espressione della maggioranza.

ANTONIO NICITA

 

Anche l’ad è di nomina del cda ed è lui a sua volta a investire dirigenti di primo livello e direttori vari. Insomma, alla fine la destra sta agendo con una perfetta manovra a tenaglia.

PROTESTA CONTRO IL DDL DIFFAMAZIONE VITTORIO DI TRAPANI