DAGOREPORT - PER LA RUBRICA “OGNI MATTINA S’ALZA UN FREGNO E LA SPARA A SALVE”, OGGI CI TOCCA…
        
        ELLY, UNA DONNA SOLA ALLO SBANDO – FABRIZIO RONCONE: “SE SI ESCLUDONO I COMPAÑEROS BONELLI&FRATOIANNI, UN PO’ TUTTI SUL CAMMINO DELLA SCHLEIN DISSEMINANO TRAPPOLE POLITICAMENTE MICIDIALI” – “È ALLA GUIDA DEI DEM ORMAI DA QUASI TRE ANNI E NON SEMBRA ANCORA AVER ACQUISITO LA FORZA MEDIATICA (LEADERSHIP?) NECESSARIA PER AMBIRE ALLA POLTRONA DI PALAZZO CHIGI. COSÌ S’ARRIVA A IMMAGINARE FIGURE DI ‘FEDERATORI’ ALTERNATIVI COME GAETANO MANFREDI O, ADDIRITTURA, SILVIA SALIS. LA SINDACA DI GENOVA È AMBIZIOSA. MOLTO. QUALCUNO DICE TROPPO. DAGOSPIA L’HA PERÒ OSSERVATA DA LILLI GRUBER L’ALTRA SERA GIUDICANDOLA PIATTA ‘COME UN BOLLETTINO METEO’” – IL CORRENTONE BY FRANCESCHINI/ORLANDO/SPERANZA CHE SA TANTO DI CORDONE DI SICUREZZA…
DAGOREPORT - IERI SERA ABBIAMO ASSISTITO ATTENTAMENTE ALLA OSPITATA DI SILVIA SALIS A “OTTO E MEZZO”, L’EX LANCIATRICE DI MARTELLO CHE DALLA LEOPOLDA RENZIANA E DAL CONI DELL’ERA MALAGÒ HA SPICCATO IL VOLO NELL’OLIMPO DELLA POLITICA, SINDACO DI GENOVA E SUBITO IN POLE COME LEADER CHE SBARACCHERÀ ELLY SCHEIN - ECCITANTE COME UN BOLLETTINO METEO E LA PUBBLICITÀ DI TECHNO-GYM, MELONI PUO' DORMIRE SONNI TRANQUILLI - VIDEO
I RISCHI DELLA CONSULTAZIONE, LE CORRENTI E I «FEDERATORI» LE TRAPPOLE PER SCHLEIN
Estratto dell’articolo di Fabrizio Roncone per il “Corriere della Sera”
Elly Schlein, avete presente? C’è da rimettere insieme, da rileggere e interpretare articoli ritagliati e tenuti da parte. Ma […] per cominciare a capirci, la scena è questa: nel centrosinistra, o nel cosiddetto Campo largo, se si escludono i compañeros Bonelli&Fratoianni, un po’ tutti […] sul cammino della Schlein disseminano trappole politicamente micidiali. Che vengono ritenute — «Purtroppo...» — necessarie. Perché? A questa domanda, di solito, parte il rosario, serrato, delle critiche. Così riassumibili.
DARIO FRANCESCHINI - ELLY SCHLEIN 
Primo: Elly ha certamente avuto il merito di risollevare il Pd, ma la sua spinta propulsiva è ormai esaurita e, infatti, il partito rimane inchiodato al 20,9%; mentre, con un governo tanto destrorso, è legittimo immaginare che possa ambire a percentuali ben più alte.
Secondo: Elly, con pulsioni movimentiste, l’ha comunque spostato troppo a sinistra, dimenticando che nasceva dalla fusione tra i Ds e La Margherita (il disagio di molti parlamentari riformisti, e definirlo disagio può apparire persino riduttivo, è ormai enorme: al punto che l’ipotesi di una «scissione» non viene troppo evocata solo ed esclusivamente perché non sfugge che sarebbe un regalo alla Meloni).
Terzo: Elly è impermeabile a qualsiasi consiglio (padri fondatori del Pd, prima basiti e ora furibondi, con Prodi il più arrabbiato, e deluso, di tutti).
Quarto: Elly è alla guida dei dem ormai da quasi tre anni e non sembra ancora aver acquisito la forza mediatica (leadership?) necessaria per presentarsi alle elezioni politiche e ambire alla poltrona di Palazzo Chigi (così s’arriva a immaginare figure di «federatori» alternativi come Gaetano Manfredi o, addirittura, Silvia Salis, con Conte/Camaleonte — di botto moderato, rassicurante, di nuovo con la pochette — che pensa: «Beh, no, scusate: allora ci sono io che, tra l’altro, sono già stato presidente del Consiglio per due volte, e so come si fa»).
Non sono teoremi. […] Ma fatti, circostanze, piccole certezze. Come quella che «ormai non abbiamo più i tempi tecnici per pensare di sostituire la segretaria: la quale, tra l’altro, deve subito affrontare la decisiva campagna referendaria che si aggancerà, inevitabilmente, a quella delle elezioni politiche»: per questo, Dario Franceschini (che pure individuò in Elly, ed ebbe ragione, il personaggio capace di tenere in vita un partito moribondo) ha deciso insieme ad Andrea Orlando e Roberto Speranza di far nascere un correntone.
Si vedranno a Montepulciano dal 28 al 30 novembre e ci diranno che è un correntone di maggioranza nato «per stimolare etc etc...»: in realtà, come tutti sanno, è un cordone politico che ha l’obiettivo di «abbracciare» e «condizionare» («Almeno speriamo, eh») la segretaria.
LA GALASSIA DELLE CORRENTI DEL PD 
Elly ha capito tutto. Ed è molto, molto seccata. Sbuffano e hanno facce livide la sacerdotessa e i monaci a guardia del suo tempio: e cioè Igor Taruffi, Marco Furfaro, Gaspare Righi, Flavio Alivernini e Marta Bonafoni (nelle ultime settimane, stanno cercando di arruolare anche Francesco Boccia, che però non è tipo da farsi imbrigliare, specie se vede il cielo basso e nero).
Questo correntone, comunque, non sarà l’unico fronte. Ne è stato aperto un altro, importante, a Milano, la settimana scorsa. Con lo slogan: «Oggi riprendiamo la nostra voce». Titolo de La Stampa : «Elly, assedio centrista». Erano, come accennavo qualche riga più su, i riformisti dem. Avvelenati (esatto: avvelenati; perché, come diceva Nanni Moretti, «le parole sono importanti»).
[...] Alla clamorosa media di un’intervista a settimana (meglio di lui, solo Carlo Verdone) viaggia poi Goffredo Bettini, che ama la politica in modo primordiale, romantico, e che sanguina a tempo pieno per Elly.
L’ha aiutata, concretamente, a ricucire certi strappi che aveva provocato un po’ per inesperienza, un po’ (possibile, e probabile) per presunzione, con Giani in Toscana e con De Luca in Campania: ma poi, convinto che sia necessaria «una tenda centrista», Bettini sta pure lì nel ruolo dell’ideologo di questo movimento dei sindaci, coordinato dal rampante assessore capitolino Alessandro Onorato, e a cui hanno aderito anche Manfredi e la Salis.
ELLY SCHLEIN AL CONGRESSO DEI SOCIALISTI EUROPEI AD AMSTERDAM 
Che, a parte il festone di compleanno organizzato per i suoi 40 anni (più da regina di Genova, che da sindaca), cerca di non sbagliare mosse e di intuire come e se le converrà partecipare ad eventuali primarie di coalizione (bisogna capire se ci sarà una nuova legge elettorale e, soprattutto, se prevederà l’indicazione del candidato premier prima del voto).
La Salis è ambiziosa. Molto. Qualcuno dice troppo. Matteo Renzi (in un mondo perfetto, che azzera gli errori, per numerosi big del Pd sarebbe lui il candidato giusto da opporre alla Meloni) la osserva e immagina un percorso che conosce: da sindaco a premier. Il sito Dagospia l’ha però osservata da Lilli Gruber l’altra sera giudicandola piatta «come un bollettino meteo».
Elly, nell’incertezza, è comunque salita a Genova per andarsi a fare un paio di «photo opportunity». Dall’esito penoso: sorrisi fasulli, imbarazzo tangibile. Il Foglio , due giorni dopo, ha dedicato una pagina intera al sindaco di Napoli: «Tutte le strade a sinistra portano a Manfredi. Segni, disegni, indizi».
Non c’è altro.
Elly Schlein, ci vuole coraggio (e non è una battuta).
lilli gruber vs silvia salis la sfida dei tacchi a otto e mezzo 
roberto fico elly schlein 
elly schlein eugenio giani
silvia salis a otto e mezzo 1
ELLY SCHLEIN FOTO LAPRESSE 
						
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