DAGOREPORT - SI SALVINI CHI PUO'! ASSEDIATO DAL PARTITO IN RIVOLTA, PRESO A SBERLE DA GIORGIA…
Da "la Stampa"
Finché ci sarà la fiducia del Parlamento e del Capo dello stato questo governo andrà avanti: gli italiani non capirebbero una crisi adesso che la ripresa economica è a «portata di mano». E se il governo cadrà per volontà del Pdl, sarà il partito di Silvio Berlusconi ad assumersene le responsabilità . Enrico Letta arriva a Vienna mentre in Italia gli alleati di via dell'Umilità continuano a tenere alti i toni della polemica sull'agibilità politica del loro leader, minacciando la spallata.
Il conto alla rovescia del voto in Giunta al Senato che dovrà decidere le sorti dell'ex premier è scattato, il Pdl incalza, chiede più tempo tentando la strada di un passaggio alla Consulta della legge Severino. Ma Letta, che si schermisce alla domanda del cronista austriaco che gli chiede se voterebbe la grazia a Berlusconi replicando di «non essere il Presidente della Repubblica», risponde che sulla incandidabilità del Cavaliere «sarà il Parlamento a decidere, applicando le leggi».
Quanto al Pd, aggiunge il presidente del Consiglio che oggi a pranzo ha visto Guglielmo Epifani, «deciderà in commissione e le decisioni che assumerà , per quanto mi riguarda, saranno le decisioni giuste».
Nessuna sorpresa, quindi, davanti alla durezza con cui Epifani assicura che minacce e ultimatum del Pdl sulle conseguenze del voto del Pd in giunta sono destinate a cadere nel vuoto. Il Pd non può venire meno al rispetto delle sentenze, pena la fine stessa del partito che non reggerebbe l'urto di scelte diverse. Una crisi di governo «non dipende da noi», è la posizione di Epifani, rinviando il cerino al Pdl, pur preoccupato, proprio come Letta, che «una crisi possa fare arretrare il Paese e soprattutto vanificare gli sforzi che hanno fatto i cittadini, che sono quelli che hanno pagato di più i costi della crisi».
Ma è sulla tenuta dell'esecutivo e sulla stabilità dell'azione di governo che insiste Letta. «Il mio è un governo parlamentare di grande coalizione - esordisce - e deve la sua fiducia al Presidente della Repubblica e al Parlamento. Lavorerà finché avrà la fiducia del Presidente della Repubblica e del Parlamento». «Sono convinto - ripete - che gli italiani conoscano i costi che avrebbe l'interruzione di un processo virtuoso che ci darebbe la possibilità di agganciare la ripresa». Una ripresa, ribadisce ancora il premier, che «è a portata di mano che sarebbe sbagliato non cogliere».
Ma si fida a governare con Berlusconi?, chiede il giornalista austriaco. E Letta risponde che governare con il partito di Berlusconi è possibile, e lo «testimoniano i 100 giorni di vita di questo esecutivo, che ha fatto delle cose positive sui temi economici» e continuerà a lavorare su questa strada: venerdì prossimo è già fissato un Consiglio dei ministri, mentre il 28 agosto sul tavolo del Cdm arriveranno i dossier caldi sul fisco, Imu e Iva in particolare.
Quanto alla fiducia, aggiunge, «io mi fido del fatto che il partito di Berlusconi assumerà le sue decisioni. E si assumerà la responsabilità delle sue decisioni». «Servono meno parole, più fatti, meno polemiche, più cose concrete e costruttive», conclude Letta che trascorre la serata del suo 47esimo compleanno a cena con la moglie assieme al cancelliere Werner Faymann e alla sua signora dopo una visita alla cattedrale di santo Stefano. In una parola, ripete, serve «stabilità ».
letta alla camera GUGLIELMO EPIFANI ENRICO LETTA NEL DUEMILATRE FOTO LAPRESSEBerlusconiBerlusconi tasse casa
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