FACCI KILLER – ‘’AL “FATTO” GIOCANO AL TRESSETTE CON IL MORTO E QUELLE “GRANDI INTERVISTE”, IN BUONA PARTE, NON LE FACEVA NEANCHE LUI, BIAGI’’

Filippo Facci per liberoquotidiano.it

C'è qualche polemicuccia solo perché Il Fatto ha deciso di pubblicare alcune interviste televisive tratte da l'omonimo «Fatto» di Enzo Biagi: ma lasciateli fare, lasciateli pure pubblicare. Lasciate che le nuove generazioni, nero su bianco, verifichino l'effettivo valore di quelle «grandi interviste» che in buona parte non faceva neanche lui, Biagi: altri giornalisti formulavano le domande a tizio e caio (spesso a casa loro, con telecamera) dopodiché Biagi le riformulava davanti a un'altra telecamera, sinché il tutto veniva rimontato con l'aggiunta di una moraletta carica di buonsensismo di paese. Non poteva neanche replicare alle risposte, Biagi: non c'era.

Accanirsi contro quei brodini, a suo tempo, fu stupido quasi quanto la pretesa di martirio che si cercò di appiccicargli: Biagi non aveva granché importanza, era «il re della serie B» come scrisse qualcuno, era una star del cinema muto nell'era del Dolby surround. E comunque i lettori del Fatto potranno giudicare.

Un eventuale Padreterno potrà invece giudicare le iene, gli sciacalli, gli scarabei stercorari, insomma quelli che sfruttano il nome dei morti (Biagi, Montanelli, Falcone e Borsellino, ecc.) scagliandolo ai piedi dei vivi per i loro piccoli interessi di bottega. Custodi della memoria, si dicono: come se Biagi avesse bisogno della memoria di Loris Mazzetti, come se Montanelli avesse bisogno di quella di Marco Travaglio.

 

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