CHE FAI, LO CACCI? GLI EX AN SFRATTANO STORACE E LUI LI SBRANA SUL WEB

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Ernesto Menicucci per il "Corriere della Sera"

Il primo passo fu, a marzo dell'anno scorso, l'occupazione del palazzo, un bell'appartamento a via Paisiello, zona Parioli. Era uno dei lasciti, insieme alla famosa casa di Montecarlo al centro dell'affaire Fini-Tulliani, della contessa Colleoni ad An e da quel giorno divenne la sede della Destra di Francesco Storace che la definì «un'operazione di giustizia».

Da allora, però, la battaglia legale non è finita. Anzi, se possibile si è anche inasprita. Quell'appartamento, infatti, fa parte del patrimonio (piuttosto ricco) della Fondazione An (80 milioni «liquidi», più una settantina di immobili) ed è al centro di un contenzioso legale.

La fondazione, nel cui Cda figurano tra gli altri Maurizio Gasparri, Altero Matteoli, Ignazio La Russa, Gianni Alemanno, ha avviato le procedure di sfratto nei confronti di Storace, il giudice le ha dato ragione e ieri La Destra ha reagito col secondo passo: «Abbiamo trasferito anche la sede del nostro quotidiano online, Il Giornale d'Italia , a via Paisiello», annuncia il leader. E, su internet, l'homepage dell'organo di informazione si apre col celebre «Che fai, mi cacci?», la stessa frase che Fini rivolse a Berlusconi.

L'intento è chiaro: «Voglio vedere - dice Storace - se avranno il coraggio di buttarci fuori. Venite a sottrarci il diritto di dare notizie, se ne siete capaci. Vi daremo tutta la visibilità che meriterete». Poi aggiunge: «Tra le finalità della fondazione c'è anche quella di propagandare la cultura della destra italiana. E un giornale che cosa fa? Per questo ci abbiamo portato anche la redazione».

Storace ricorda la storia di quel palazzo: «È rimasto abbandonato per più di dieci anni. La signora Colleoni lo regalò a Fini nel '99, ma io, che all'epoca ero segretario romano, uno degli esponenti di punta di An, non ne seppi nulla. L'ho scoperto solo nel 2010, quando esplose il caso Montecarlo...». Ora ci sono i militanti della Destra, a presidiarlo: «Se ci dormiamo? Abbiamo qualche difesa diplomatica...».

La battaglia di via Paisiello, comunque, è solo un simbolo. Il tema che si pone, a destra, è quello della fondazione An, di un possibile rassemblement degli ex aennini, la nascita della cosiddetta «cosa nera».

Progetto al quale sta lavorando Storace e che vede l'interesse - seppur con diversi paletti - dei Fratelli d'Italia della Meloni e di pezzi del Pdl come l'ex sindaco di Roma Gianni Alemanno. Storace non fa parte della fondazione An, ma vorrebbe entrarci: «Abbiamo scritto una lettera, qualche giorno fa. Nessuna risposta, se non un impegno verbale di La Russa. Ma perché Gasparri e Matteoli, che vogliono andare in Forza Italia, possono decidere dei beni e del simbolo di An e io, che lo vorrei usare, invece no?».

Ha avanzato anche delle proposte, il leader della Destra: «Pubblicare le spese online, per sapere come sono stati utilizzati i 26 milioni che mancano. Dare un vitalizio alle famiglie dei caduti della Repubblica sociale. Assegnare una borsa di studio a chi si laurea con una tesi sulla destra italiana». E il progetto di riunione? «Va avanti. Abbiamo mandato gli inviti per vederci giovedì prossimo. Vediamo chi risponde...». Appuntamento a via Paisiello? «Dobbiamo ancora decidere il posto...».

 

Francesco Storace Storace Francesco Maurizio Gasparri LARUSSA CHE ARAGOSTA!alemanno