
DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA…
Gianluca Paolucci per “La Stampa”
matteo renzi pier carlo padoan
Stabilizzazione dei dividendi della Cdp e revisione delle recenti norme che hanno aggravato il peso del fisco per i bilanci delle fondazioni bancarie. Sarebbero queste le contropartite per il via da parte degli enti azionisti della Cassa al ricambio al vertice deciso dal governo Renzi.
I consiglieri della Cassa depositi e prestiti nominati dal Tesoro si presenteranno dimissionari al cda convocato per lunedì prossimo. Compreso l’ad Giovanni Gorno Tempini, che seppur «contrariato», come riferiscono alcune fonti, alla fine risponderà all’invito del ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan e presenterà anche lui le sue dimissioni. Aprendo così la strada all’arrivo di Claudio Costamagna alla presidenza e, probabilmente, di Fabio Gallia come amministratore delegato.
L’incontro di ieri tra lo stesso Padoan e il presidente dell’Acri, Giuseppe Guzzetti, è servito per dare alle fondazioni i chiarimenti richiesti. Principalmente sulla futura missione della Cassa e sulle voci che si sono rincorse negli ultimi giorni sul suo intervento in partite - come la presa del controllo di Telecom - che ne muterebbero radicalmente il profilo di rischio degli investimenti. Posizione questa sulla quale le fondazioni sono compatte.
Meno coesione c’è sul brusco ricambio deciso del governo. Secondo quanto ricostruito, Guzzetti al di là del metodo - la fuga di notizie sui giornali, il «siluramento» dei vertici a meno di un anno dalla scadenza naturale del consiglio - non avrebbe obiezioni sulle persone, in particolare su Costamagna. Il banchiere ex Goldman Sachs, in passato vicino a Romano Prodi (fu tra gli estensori del famigerato «piano Rovati» per scorporare la rete da Telecom, allora controllata da Pirelli) era stato qualche anno promotore del tentativo di far nascere una nuova merchant bank che avrebbe dovuto avere, tra i finanziatori, proprio la Fondazione Cariplo guidata da Guzzetti.
Maurizio Tamagnini Giovanni Gorno Tempini
Dall’incontro di ieri sarebbe arrivato quindi un sostanziale via libera al ricambio, considerando che la nomina del presidente della Cassa spetta da statuto proprio alle 64 fondazioni azioniste di minoranza con il 18,4%. Ma il fronte delle fondazioni è tutt’altro che coeso. Una parte degli enti, in primis la Fondazione Crt, che esprime un rappresentante in cda e che nel prossimo consiglio dovrà cedere il posto ad un rappresentante della Compagnia di San Paolo, avrebbe esternato nell’incontro di mercoledì tutte le sue perplessità sull’operazione.
Da ricordare anche che durante la fusione Salini-Impregilo Costamagna e Fabrizio Palenzona, vicepresidente Unicredit indicato proprio dalla Crt, si trovarono su fronti opposti.
alberica brivio sforza, claudio costamagna
Di certo, si sottolinea da più parti, c’è necessità in tempi brevi di chiarire la situazione per dare stabilità alla Cdp, dalla quale dipende la gestione del risparmio postale, una serie di partecipazioni strategiche (da Eni a Snam a Terna) e il finanziamento di una serie di importanti progetti infrastrutturali.
Sullo sfondo resta la posizione dell’attuale presidente Franco Bassanini. Per nulla entusiasta di farsi da parte, non vedrebbe per sé un futuro alla Corte Costituzionale e il passaggio alle Ferrovie è impossibilitato dalla legge Madia.
GIOVANNI BAZOLI E GIUSEPPE GUZZETTI
fabrizio palenzona
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