![donald trump giorgia meloni almasri husam el gomati osama njeem almasri giovanni caravelli](/img/patch/02-2025/donald-trump-giorgia-meloni-almasri-husam-el-gomati-osama-njeem-almasri-giovanni-2097672_600_q50.webp)
DAGOREPORT - SERVIZI E SERVIZIETTI: IL CASO ALMASRI E' UN “ATTACCO POLITICO” ALLA TRUMPIANA MELONI?…
1 - L’IMPRESA IMPOSSIBILE DELLA “BELLA ADDORMENTATA” MARINO: PRENDERE LE DISTANZE DAL PD ROMANO CHE LO HA FATTO ELEGGERE IN CAMPIDOGLIO
Dall’intervista di Ignazio Marino al “Messaggero”
Alla luce di quanto sta uscendo in questi giorni sui rapporti tra il sodalizio criminale e la sua maggioranza, ammette di essere stato ingenuo o raggirato?
«E` diverso: c`era la convinzione che io fossi ingenuo e quindi raggirabile. Tutti sanno che non ero il candidato dell`establishment del Pd: io alle primarie ho speso 32mila euro. Dopo averle vinte qualcuno pensò che, ín caso dí elezione a sindaco, mi avrebbero affiancato un gruppo di esponenti del Pd per condizionarmi. Ma non funziona così. Io cí metto la faccia: vado alle manifestazioni e metto in conto di prendere i fischi.
Ignazio Marino con una delle 16 coppie di cui oggi ha trascritto il matrimonio contratto all’estero
Quando un pezzo del Pd romano ha visto che non riusciva a condizionarmi ha provato a fare altro. Ci sono state riunioni del Pd romano ci sono stati momenti in cui quando volevo fare le nomine di Acea in base ai curriculum, quel metodo al Pd romano non piaceva. Ci sono state riunioni in cui hanno pensato di sostituirmi: per loro era meglio liberarsi di Marino, ritornare alle elezioni e magari perderle, pur di ripristinare certi meccanismi».
2 - MARZO 2013: LA CANDIDATURA MARINO ALLE PRIMARIE NASCE DAL PATTO D’ACCIAIO SEL-EX DS, SOTTO LA SUPERVISIONE DI BETTINI E ZINGARETTI
Daniele Di Mario per “Il Tempo” del 24 marzo 2013
«Daje». Per un genovese eletto in Piemonte che si candida a sindaco di Roma è già qualcosa. Parte dal Teatro Eliseo di via Nazionale la campagna del senatore del Pd Ignazio Marino alle primarie a sindaco del centrosinistra. Una candidatura che spacca, perché ventilata da tempo - sin dalla compilazione delle liste elettorali del Senato, con la contemporanea candidatura sia in Piemonte sia nel Lazio - ma maturata tra le polemiche solo all’ultimo momento, con 5.600 firme piovute in via delle Sette Chiese sotto la supervisione del segretario romano Marco Miccoli, ben visibile in platea con il giovane turco Stefano Fassina, Michele Meta, Enzo Foschi e Roberto Morassut.
GOFFREDO BETTINI IGNAZIO MARINO
Per le centinaia di persone che ieri lo hanno osannato, Marino è l’uomo giusto per salvare Roma. Per la base del partito di osservanza non zingarettiana è l’ennesima candidatura calata dall’alto dalla nomenklatura di una parte degli ex Ds, quella egemone che governa il partito romano.
È un fatto che gli applaudi più scroscianti Marino li abbia ottenuti parlando di testamento biologico e coppie di fatto. E quando ha lasciato intendere che il Pd non è ancora un malato terminale, ma non se la passa bene. Tanto che lui si propone come candidato non di partito. Con il segretario romano fermo come la Sfinge.
IGNAZIO MARINO NICOLA ZINGARETTI
«La prima cosa che cambieremo è il modo di gestire il Comune e di governare la città - ha detto Marino - Abbiamo assistito per cinque anni allo scempio del bene comune, asservito ad amicizie, parentele, affiliazioni partitiche, senza rispetto dei cittadini, senza nessun progetto di crescita e di sviluppo. Se vinciamo cambiamo tutto: finirà l’epoca dei privilegi e dei favori. Inizierà quella dei diritti e delle possibilità».
«Amo molto Roma e mi ritengo fortunato di viverci - ha detto il senatore alla platea dell’Eliseo - Roma oggi soffre: si sono persi senso etico e senso di comunità, organizzazione e servizi, capacità di innovazione e forza produttiva. Così Roma rischia di perdere anche la sua storia e sta già perdendo il suo ruolo nel mondo». Secondo Marino, «il Comune di Roma deve diventare efficiente, aperto, trasparente, attento a fornire servizi a chi ne ha bisogno: ogni incarico sarà attribuito solo per capacità e curriculum. Idee, merito e competenza saranno gli unici amici a cui il Campidoglio aprirà le porte. Su questo saremo intransigenti. Metteremo fine ad ogni logica di appartenenza, di spartizione, di potere».
Tra le varie iniziative a cui pensa Marino se fosse eletto sindaco, «le persone dovranno poter entrare nell’ufficio del sindaco e chiedere di vedere il bilancio e dovranno poter incontrare un esperto che glielo illustra in parole semplici». Tra le altre proposte, «Referendum di indirizzo svolti in rete e aperti a tutti i romani», «impegno sul decoro e sui rifiuti», «diffusione di car sharing e biciclette per incoraggiare ad abbandonare le macchine con chilometri di piste ciclabili».
Poi, rispetto alla competizione in vista: «Credo che tutti i candidati sindaco siano autorevoli, da Alemanno, a Sassoli, fino a M5S: io ho costruito un programma molto scientifico, con l’aiuto di esperti. Su quel programma ci confronteremo».
«A Roma bisogna far crescere una cultura del rispetto di quei diritti su cui abbiamo costruito tante battaglie e che non dimenticheremo, a partire da quella per il registro delle unioni civili e per il testamento biologico», ha detto inoltre Marino, che sulla propria candidatura arrivata all’ultimo ha spiegato di aver deciso tardi di sciogliere la riserva «perché governare Roma è una scelta di grande responsabilità e io ho riflettuto molto se fossi la persona adatta a un lavoro così importante e decisivo».
Nel frattempo Bettini, Zingaretti, Miccoli e Foschi avevano preparato il terreno e, grazie alla gestione del Pd romano delle primarie nei Municipi, oggi Marino - il candidato più a sinistra tra quelli Pd - può contare sul sostegno di zingarettiani, Sel - ieri c’è stato l’endorsement di Nichi Vendola e il contestuale ritiro della candidatura di Luigi Nieri - e Rivoluzione Civile.
I candidati sono 8 e il rischio che il vincitore s’imponga con meno del 40% è concreto. Ma Marino non vede la possibilità di un ballottaggio. «Credo che dopo il 7 aprile - ha spiegato - dovrà esserci un vincitore delle primarie, che si dovrà concentrare sulla corsa per le elezioni di fine maggio. Sono sicuro che il vincitore delle primarie sarà eletto con una grande maggioranza». E sull’attuale primo cittadino ha chiosato: «Alemanno è un candidato sindaco autorevole, ma è stato un disastro soprattutto per aver affidato ad amici, parenti e conoscenti incarichi a volte pagati anche 100 volte di più di quelli dei lavoratori».
DAGOREPORT - SERVIZI E SERVIZIETTI: IL CASO ALMASRI E' UN “ATTACCO POLITICO” ALLA TRUMPIANA MELONI?…
DAGOREPORT – IN UN MESE, TRUMP HA MACIULLATO L’ORDINE MONDIALE: RIABILITATO PUTIN, ISOLATA LA CINA…
SANREMO DIVENTA UN TALENT SHOW? LA SALA STAMPA RIBOLLE, SI SENTE DEFRAUDATA DEL POTERE DECISIONALE…
DAGOREPORT – IL VERTICE DI MAGGIORANZA DI IERI HA PARTORITO IL TOPOLINO DELLA CONSULTA: L’UNICO…
DAGOREPORT – QUANTO DURERA' LA STRATEGIA DEL SILENZIO DI GIORGIA MELONI? SI PRESENTERÀ IN AULA PER…
DAGOREPORT - I REPUBBLICANI ANTI-TRUMP HANNO TROVATO IL LORO ALFIERE: JD VANCE - IL VICEPRESIDENTE…