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LA FALSA PARTENZA DI ROMA 2024 - MANCA ANCORA LA MOZIONE PER CANDIDARE LA CITTA’ AI GIOCHI - DOPO LE INDISCREZIONI SU UN SUO IPOTETICO FUTURO DA CANDIDATO SINDACO TRA MALAGO' E MARINO E’ SCESO IL GELO

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Alessandro Capponi e Ernesto Menicucci per il “Corriere della Sera - Roma”

 

Se non proprio una partenza falsa, quella (politica) di Roma verso le Olimpiadi sembra, almeno, lenta: perché di certo manca ancora — a una settimana dall’arrivo del presidente del Cio, Thomas Bach — la mozione con la quale «tecnicamente» si candida la città. Ma non solo. Fino a oggi, praticamente, Roma non ha toccato palla: dalla scelta del comitato promotore ai primi appuntamenti con il Cio, la voce della città non s’è sentita. L’aria s’era capita fin dall’annuncio della candidatura firmata dal premier Matteo Renzi e dal capo del Coni, Giovanni Malagò. Marino era seduto in platea, non venne nominato. 
 

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In questi giorni i contatti tra Marino e Malagò si sono intensificati: dopo la cena (con signore) di un mese fa a casa del sindaco, martedì Malagò ha fatto visita a Marino in Campidoglio e ieri i due si sono visti in piazza di Siena (è là che Marino ha svelato la considerazione che ha della stampa: i giornali scrivono della nomina a commissario del Giubileo del prefetto Gabrielli? Risposta: «Con i giornali incarto le uova»).

 

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Sia chiaro: Marino e Malagò, alle agenzie, raccontano che «va tutto bene, c’è grande sintonia». E però i rapporti tra loro sembrano sempre sul filo, specialmente da quando sono uscite le indiscrezioni sull’ipotetico futuro da candidato sindaco proprio di Giovanni Malagò: a tal proposito, qualche giorno fa, Marino in una riunione con i suoi ha manifestato dubbi sull’opportunità della concessione comunale alla piscina AcquaAniene per via del fatto che «le donne non possono entrare e si devono pagare trentamila euro a fondo perduto»; i collaboratori gli hanno spiegato che la piscina è cosa diversa dal circolo privato Canottieri Aniene.

 

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L’episodio racconta il clima: tutto nelle mani del Coni, alcuni assessori che, in privato, dicono che «sui Giochi, praticamente, Roma è commissariata». E il capo del Coni deve aver fiutato il malumore, perché non ha esitato a manifestare una preoccupazioni sulla tempistica dell’approvazione attesa dal Comune. Di più: avrebbe fatto a Marino l’elenco dei consiglieri della maggioranza pronti a mettersi di traverso. E appena uscito Malagò dice che sull’approvazione della candidatura da parte del Consiglio comunale «aspetto istruzioni. Mi è stato detto dal Comune che mi avrebbero fatto sapere».

 

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Così adesso in Campidoglio è scattata l’accelerazione: Marino ieri convoca i capigruppo, li sprona, e poi si annunciano una «cabina di regia», un incontro ogni due settimane (toccherà a Guido Improta tenere i rapporti tra sindaco e Consiglio) e un workshop in Comune (oggi, tutte le parti presenti). «Entro giugno — dicono adesso i capigruppo — dobbiamo approvare la mozione per candidare la città». E perché non l’avete fatto fino a oggi? Silenzio. 

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