DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Alessia Meloni per "la Stampa"
Sembrava proprio una notizia ghiotta, quella dell'arresto di sette funzionari «infedeli» dell'Agenzia delle Entrate, invece era un vero e proprio falso. Diffusa con un comunicato della Guardia di Finanza, non aveva assolutamente nulla di vero. Falso il contenuto, falso il mittente, benché abilmente copiato.
Ora chi ha orchestrato l'inganno dovrà vedersela con investigatori e inquirenti che non hanno affatto «gradito» quanto accaduto. La Procura di Roma e le stesse Fiamme gialle hanno infatti già avviato verifiche per scovare l'autore della «bufala», capire se c'è un movente, un mandante, se sia una mera provocazione.
La notizia era stata diffusa ieri mattina dalle agenzie di stampa che avevano appunto ricevuto la nota apparentemente inviata via e-mail dalla Finanza. Una nota ben scritta, su carta intestata, con timbri delle Fiamme gialle, con recapiti, nomi di magistrati e di investigatori realmente esistenti e che si occupano effettivamente di casi analoghi.
Il comunicato riferiva appunto dell'arresto di sette funzionari dell'Agenzia delle Entrate che avrebbero contestato ai contribuenti facoltosi cifre sproporzionate, arrivando anche a minacciarli, per ottenere i premi di produzione. Insieme a loro, sarebbero stati denunciati anche quattro professionisti e sequestrati beni per un valore complessivo di oltre tre milioni di euro.
Dopo neanche un'ora arriva la smentita: la Procura di Roma apre un'inchiesta, precisando che «la notizia è totalmente falsa e sarà fatta oggetto di indagine». Quasi in contemporanea viene diffuso un comunicato della Finanza capitolina, questa volta vero, in cui si sottolinea «che l'informazione non corrisponde a verità e che questo Comando Generale non ha diffuso nessun comunicato stampa al riguardo».
Intanto dalle prime verifiche è emerso che non c'è stato alcun hackeraggio del sistema informatico delle fiamme gialle e che i destinatari della «bufala» non corrispondono all'usuale mailing list usata dagli investigatori. Non si tratta però di un caso isolato. Nel giugno 2012 si era verificato un episodio analogo: un comunicato falsamente diffuso dall'Agenzia delle Entrate che riferiva di un'indagine a carico del direttore centrale Luigi Magistro.
Anche in quel caso la «polpetta avvelenata» riproduceva layout e indirizzo mail di invio reali. Nel marzo scorso, poi, un altro episodio: una mail di minacce firmata dal Movimento 5 Stelle e inviata a tutti i dipendenti di Equitalia e dell'Agenzia delle Entrate.
Infine, la falsa notizia divulgata ieri. Lasciano pensare i tempi scelti per la diffusione: per oggi è infatti in calendario una visita del ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni a Equitalia e all'Agenzia delle Entrate, alla cui guida è stato confermato di recente Attilio Befera.
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